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venerdì 5 luglio 2013

Come educare i bambini alla luce della fede, della speranza e dell'amore (A.Grun)

La spiritualità cristiana, un orientamento per la famiglia

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FEDE. Avere fede non significa soltanto credere in Dio, ma anche nell'uomo. La fede in Dio può rappresentare un sollievo nell'educazione. Faccio ciò che è in mio potere ma smetto di chiedermi continuamente se i miei metodi educativi siano perfetti o se non stia per caso nuocendo a mio figlio. Faccio ciò che posso e confido che il mio operato sia benedetto, anche se commetto degli errori. Che i metodi educativi che adottiamo siamo quelli giusti è impossibile dimostrarlo. C'è un'unica certezza: l'incertezza del risultato. Perciò l'educazione è innanzitutto e soprattutto rapporto. Dobbiamo instaurare un rapporto con i figli e fidarci dei nostri sentimenti.
[...]
Spiritualità nella famiglia significa credere che il mio bambino sia unico, cercare di immedesimarmi in lui per scoprire sempre più questa immagine originale. Corriamo continuamente il rischio di proiettare sui figli immagini nostre che però ne offuscano la singolarità e impediscono loro di crescere in quell'unicità che Dio gli ha destinato.

giovedì 4 luglio 2013

Margherita Hack: «la figura di Gesù è essenziale anche per me»

Margherita Hack«Gesù è stato certamente la maggior personalità della storia. Il suo insegnamento, se è resistito per 2000 anni, significa che aveva davvero qualcosa di eccezionale: ha trasmesso valori che sono essenziali anche per un non credente». (M. Hack, “Dove nascono le stelle”, Sperling & Kupfer, Milano 2004, pag. 198).
Ci piace ricordarla con questa frase, Margherita Hack, morta oggi a 91 anni, compiuti da poco. Ci sentiamo vicini ad Aldo, suo marito (sposati in chiesa) e agli amici che le hanno voluto bene. Studiosa di astrofisica, ha guidato l’osservatorio astronomico di Trieste e si è poi dedicata con successo alladivulgazione scientifica (commettendo talvolta anche errori grossolani, recentemente aderendo allo stato stazionario e all’universo senza inizio né fine), ma è divenuta nota al grande pubblico sopratutto per le sue idee in campo politico e religioso, accolte e rilanciate con incredibile spinta e diffusione da alcuni quotidiani. Lei stessa ha umilmente risposto a coloro che la hanno sempre portata in trionfo, chiaramente per intenti secondari, come Voce della scienza italiana: «ne sono onorata, ma come scienziata non ho scoperto nulla».

martedì 2 luglio 2013

La coscienza (Carlo Maria Martini)

Talora abbiamo della coscienza una concezione riduttiva e se ne parla in termini scettici, un po’ deprezzativi, confondendola con il puro soggettivismo: agisco secondo quello che a me sembra giusto, che a me piace o che mi torna utile.
In realtà la coscienza ci fa conoscere quella legge che trova il suo compimento nell’amore di Dio e del prossimo. Una legge fondamentale, messa da Dio nei nostri cuori. La coscienza non è ciò che mi viene in mente; è il principio supremo allargato a misura divina (potremmo chiamarlo il principio della solidarietà, il principio del rispetto dell’altro, il principio dell’onore, del dovere, il principio della coerenza). E Dio stesso come amore, come fedeltà, come garante ultimo di ogni verità, che entra nell'intimo dell'uomo e diviene sorgente di azione e di discernimento. Per questo la coscienza è qualcosa di inviolabile, e tuttavia non è qualcosa di fantasioso, di strano, di imprevedibile. E il riconoscimento del grande comandamento dell' amore di Dio e del prossimo, il riconoscimento dei grandi valori - verità, onestà, giustizia, carità - in quanto sono intuiti, compresi e diventano fonte di vita, di giudizio e di azione, in dialogo con Dio e di fronte a Dio.
Scrive il Concilio Vaticano II: “Nella fedeltà alla coscienza, i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità tanti problemi morali, che sorgono tanto nella vita dei singoli quanto in quella sociale” (Gaudium et spes, 16). La coscienza non soltanto non è fenomeno di dispersione, ma opera l’unità; in nome della stessa coscienza, credenti e non credenti si mettono insieme per cercare come oggi si possono realizzare valori quali il servizio, l'onore, la lealtà, il rispetto del prossimo.
Spesso si interpreta la coscienza semplicemente come la voce che ci ricorda una legge già fatta, che basta applicare. Ci viene invece detto che la vita dell’uomo presenta situazioni inedite, problemi nuovi, per i quali non è sufficiente appellarsi a una legge astratta, bensì occorre cercare, sulla base del principio fondamentale dell’amore di Dio e del prossimo e di tutti i valori che ne derivano, quel modo di agire che meglio promuove la vita, serve l’unità tra i popoli, crea relazioni pacifiche; in una costante armonia e in un costante dialogo e scambio tra tutte le persone di buona volontà.