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giovedì 13 settembre 2012

Cristianofobia

Le persecuzioni contro i cristiani non sono solo quelle avvenute nei primi tre secoli della vita della Chiesa. E’ stato calcolato che il secolo più sanguinario è stato quello appena concluso, il XX, e il nuovo secolo non offre grandi speranze di essere più clemente. Ancora oggi tre quarti delle persone perseguitate e discriminate per la loro fede sono cristiani. Massimo Introvigne, prolifico sociologo e scrittore, presentando un recente intervento del Papa, nota come “le persecuzioni e discriminazioni dei cristiani sono da una parte le violazioni della libertà religiosa più diffuse e gravi nel mondo, dall'altra quelle di cui si parla meno e che sono meno conosciute”. C’è, da una parte, una “vera e propria persecuzione sanguinosa dei cristiani in numerosi Paesi con omicidi, stupri, torture. Certamente di questi orrori non sono responsabili i Paesi occidentali, ma essi possono fare di più coordinandosi fra loro per esercitare pressioni più efficaci sui governi che perseguitano le minoranze cristiane”. Dall’altra parte non bisogna neanche dimenticare altre forme non violente, ma non per questo tollerabili, di intolleranza e discriminazione che i cristiani subiscono nel mondo (compreso l’evoluto occidente).

Benedetto XVI ha indicato tre modi di violare la libertà religiosa e i diritti dei cristiani. Il primo è quello della vera e propria persecuzione, talora con numeri da genocidio. Ogni anno muoiono circa 105.000 cristiani, un morto ogni cinque minuti.
Un secondo aspetto della persecuzione dei cristiani è la cosiddetta pulizia religiosa, oggi più grave della pulizia etnica. In Paesi dove le minoranze cristiane sono troppo numerose per essere semplicemente sterminate, esse «subiscono attacchi violenti contro le loro chiese e le loro abitazioni». Lo scopo non è uccidere tutti i cristiani - sono troppi - ma terrorizzarli in modo che siano «costretti ad abbandonare Paesi che essi hanno contribuito a edificare, a causa delle continue tensioni e di politiche che non di rado li relegano a spettatori secondari della vita nazionale». Antiche cristianità come quella dell'Iraq rischiano di morire per un'emigrazione indotta dal terrore degli attentati.
Ma c'è anche una terza dimensione dell'intolleranza e discriminazione contro i cristiani, che coinvolge molti Paesi del nostro Occidente. «In altre parti del mondo, si riscontrano politiche volte ad emarginare il ruolo della religione nella vita sociale, come se essa fosse causa di intolleranza, piuttosto che contributo apprezzabile nell’educazione al rispetto della dignità umana, alla giustizia e alla pace». In Europa, in particolare, la Chiesa è attaccata attraverso l'emarginazione, il dileggio e il ridicolo che colpisce soprattutto il suo insegnamento morale. Il Pontefice ha ricordato ancora una volta il diritto e il dovere della Chiesa di proclamare i tre principi non negoziabili - vita, famiglia e libertà di educazione - senza essere dileggiata, emarginata o impropriamente accusata d'ingerenza negli affari degli Stati.
Un esempio esplicativo: “una volta ogni due giorni in Francia è attaccata una chiesa cattolica o un cimitero con profanazioni, distruzioni o gesti vandalici. Di soliti questi attacchi sono attribuiti dalla stampa a "giovani balordi" ma sempre più spesso sono rinvenute scritte con slogan contro la Chiesa o i preti che portano a inserire questi attacchi nella categoria dei crimini di odio. E le teorie criminologiche sui crimini di odio insegnano che dalle violenze sulle cose a quelle sulle persone non c'è che un passo”.
(Massimo Introvigne, Cristiani perseguitati, un’emergenza umanitaria, labussolaquotidiana.it, 13.9.11)
IL FILM: UOMINI DI DIO
Raccomandabile/poetico/dibattiti
regia :Xavier Beauvois (2010)
Algeria, 1996. Otto monaci cistercensi francesi vivono da tempo in un monastero a Tibhirine, tra i monti del Maghreb. Circondati dalla popolazione musulmana, trascorrono una esistenza serena, dividendo la giornata tra la preghiera, il lavoro nei campi, l'aiuto offerto con medicinali e generi di vestiario ai più bisognosi che arrivano anche da luoghi lontani. Tuttavia la conferma di un clima di tensione e di incertezza arriva alla notizia dell'uccisione di un gruppo di operai stranieri. Da quel momento le minacce provenienti da un gruppo integralista si fanno veramente serie. Più volte i monaci si riuniscono per valutare se restare o andare via. La decisione finale é quella di rimanere laddove la loro missione li ha chiamati. ino al giorno in cui i terroristi non li prendono e li portano via sotto la neve. Due riescono a rimanere al monastero. Gli altri non sono più tornati.

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