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venerdì 7 settembre 2012

Tentazioni (libro)

«C’è all’orizzonte un persecutore insidioso: un nemico che lusinga, non flagella la schiena, ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni, ma ci fa ricchi; non ci imprigiona spingendoci verso la libertà, ma ci onora nel palazzo spingendoci alla schiavitù; non ci stringe i fianchi con catene, ma vuole il possesso del nostro cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro, il potere, il successo, i primi posti nella società». Ilario di Poitiers(ca. 315-367).
IL LIBRO
TENTAZIONI. Quando si fa quel che si odia
Nel 2011 il prolifico e profondo monaco Enzo Bianchi ha pubblicato un saggio per le Paoline (p. 242, 16 euro) dal titolo “Una lotta per la vita. Conoscere e combattere i peccati capitali”. Ne seguiamo alcuni brani tratti dall’introduzione e dal primo capitolo.
Uno degli aspetti oggi più disattesi della vita cristiana è certamente quello della lotta spirituale, elemento fondamentale in vista dell’edificazione di una personalità umana, prima ancora che cristiana, salda e matura. (…) Si tratta del combattimento invisibile in cui l’uomo oppone resistenza al male e lotta per non essere vinto dalle tentazioni, quelle pulsioni e suggestioni che sonnecchiano nel profondo del suo cuore, ma che sovente si destano ed emergono con una prepotenza aggressiva, fino ad assumere il volto di tentazioni seducenti. (…)

Quandosi inizia a non vivere come si pensa, si finisce per pensare come si vive! (…) Non è possibile l’edificazione di una personalità umana e spirituale robusta senza la lotta interiore, senza un esercizio al discernimento tra bene e male, in modo da giungere a dire dei 'sì' convinti e dei 'no' efficaci: 'sì' a quello che possiamo essere e fare in conformità a Cristo; 'no' alle pulsioni egocentriche che ci alienano e contraddicono i nostri rapporti con noi stessi, con Dio, con gli altri e con le cose, rapporti chiamati a essere contrassegnati da libertà e amore. (…) La vita secondo lo Spirito, cui ogni cristiano è chiamato, comporta una conoscenza di sé e dei meccanismi che presiedono alla tentazione, un discernimento della propria peculiare debolezza per poter combattere con vigore contro il peccato. Il peccato è una potenza che opera nell’uomo e per mezzo dell’uomo, contro l’uomo stesso e la sua volontà, come acutamente rilevato da Paolo: «Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che odio» (Rm 7,15). (…) Le radici della riflessione sulla lotta spirituale si trovano nella Scrittura. Fin dalle prime pagine della Genesi, l’Antico Testamento conosce il comando a dominare l’istinto malvagio che abita il cuore umano: «Il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è la sua brama, ma tu dominalo» (Gen 4,7). Questa lotta è talmente necessaria che nemmeno Gesù vi si è sottratto, e il suo confronto nel deserto con il Tentatore ce lo mostra chiaramente. Anzi, come Gesù, subito dopo essere stato battezzato da Giovanni, ha conosciuto l’assalto di Satana, così ogni battezzato dovrà attendersi una dura opposizione da parte dell’Avversario, che cercherà di distoglierlo dal suo cammino di sequela. (…). Questo combattimento ha come avversario «il peccato che ci assedia» (Eb 12,1); «il diavolo» (Ef 6,11), «il Maligno» (Ef 6,16): in una parola, tutte le forze malefiche, interne o esterne al cristiano, che cercano di ricondurlo alla sua condizione pre-battesimale di idolatra. (…)
La cosa peggiore, nella tentazione, è credere che noi combattiamo da soli. No, Dio ci tende la mano, combatte per noi e con noi. (…) Solo Cristo, che vive in ciascuno di noi, può vincere il male che ci abita, e la lotta spirituale è esattamente lo spazio nel quale la vita di Cristo trionfa sulla potenza del male, del peccato e della morte. (…) Scriveva Martyrios, un padre siriaco del VII secolo: «La lotta interiore, il combattimento per fare fronte ai pensieri e la guerra contro le passioni, non sono forse tanto duri quanto le guerre esteriori contro i persecutori e le torture fisiche? A me pare che siano ancora più duri, come è vero che Satana è più crudele e malvagio degli uomini malvagi. Finché ci sarà soffio nelle nostre narici, non cessiamo dunque di combattere; non lasciamoci abbattere né mettere in fuga, ma perseveriamo nella lotta contro Satana fino alla morte, per ricevere dal Signore la corona della vittoria, nel giorno della ricompensa».
ENZO BIANCHI

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