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sabato 15 dicembre 2012

Verso il Natale. Le tradizioni dell'Avvento: la corona, l'albero, il presepe


LA CORONA DI  AVVENTO
La Corona d'Avvento è un simbolo usato per scandire le domeniche del Tempo d'Avvento. È costituita da una ghirlanda nella quale sono poste quattro candele o ceri, che verranno accesi uno dopo l'altro nelle varie domeniche della preparazione al Natale.
Prima Domenica di Avvento: E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno
 La prima candela si chiama “Candela del Profeta “ ed è la candela della Speranza!
Accendiamo, Signore, questa luce, come chi accende la sua lampada per uscire, nella notte, incontro all’amico che viene. In questa prima settimana di Avvento vogliamo alzarci per aspettarti preparati, per riceverti con gioia. Molte ombre ci avvolgono. Molte lusinghe ci addormentano. Vogliamo rimanere svegli e vigilanti, perché tu ci porti la luce più chiara, la pace più profonda, la gioia più vera.
Seconda Domenica di Avvento: Raddrizziamo i sentieri
 La seconda candela si chiama “Candela di Betlemme” candela della chiamata universale alla Salvezza!
I profeti tenevano accesa la speranza di Israele. Noi, come simbolo, accediamo questa seconda candela. Il vecchio tronco sta germogliando, fiorisce il deserto… L’umanità intera trasale perché Dio é nato nella nostra carne. Fa’ che ognuno di noi, Signore, ti apra la sua vita perché germogli, perché fiorisca, perché nasca e si mantenga accesa nel nostro cuore la speranza.
Terza Domenica di Avvento: “Coraggio, non temete!”
La terza candela si chiama “Candela dei pastori” candela della Gioia, perché furono i pastori per primi ad adorare il Santo Bambino, e a diffondere la lieta notizia!
Nelle tenebre si è accesa una luce, nel deserto si è levata una voce. E’ annunciata la buona notizia: il Signore viene! Preparate le sue vie, perché ormai è vicino. Ornate la vostra anima come una sposa si adorna nel giorno delle nozze. E’ arrivato il messaggero. Giovanni Battista non è la luce, ma uno che annuncia la luce. Mentre accendiamo la terza candela ognuno di noi vuole essere tua torcia che brilla, fiamma che riscalda.
Quarta Domenica di Avvento: “Nascerà un bambino”
 La quarta candela si chiama “Candela degli angeli” per onorare gli angeli e la notizia che portarono all’umanità in quella notte meravigliosa!
Accendendo questa quarta candela, nell’ultima domenica, pensiamo a Lei, la Vergine, tua e nostra madre. Nessuno ti attese con maggiore ansia, con maggiore tenerezza, con più amore. Nessuno ti accolse con più gioia. Tu sbocciasti in Essa, come il chicco di grano germoglia nel  solco. Nelle sue braccia trovasti la culla più bella. Anche noi vogliamo prepararci così: nella fede, nell’amore, nel lavoro di ogni giorno.
 
Il presepe realizzato nelle nostre case, in forme anche molto creative, è essenzialmente la rievocazione del Mistero storico dell'Incarnazione del Verbo. Aspettando il Natale in famiglia, dinanzi al presepe, si può puntare lo sguardo interiore a Betlemme per vivere insieme con gioia, l'attesa di Gesù che viene. L'albero di Natale inserito nel contesto religioso delle festività è segno di pace e di speranza. L'abete sempreverde inoltre, simbolicamente ci riconduce al Figlio dell'uomo, "il Vivente" (Ap 1,18). Gesù è l'autentico "Albero della vita" (Ap 2,7). Egli, rafforza e rinsalda la comunione tra Dio e l'uomo infranta da Adamo ed Eva nell'Eden, per aver mangiato i frutti dell'albero proibito (Cfr Gn 3,6).

Il significato dell'albero di Natale secondo Benedetto XVI

Il Papa: simbolo, col presepe, della vita e della pace che vengono da Dio.

Più volte, nel corso del suo Pontificato, ha ricordato il significato spirituale dell’albero di Natale: un evidente “simbolo del Natale di Cristo, perché con le sue foglie sempre verdi richiama la vita che non muore”:
“L’albero e il presepio sono elementi di quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio spirituale delle nostre comunità. E’ un clima soffuso di religiosità e di intimità familiare, che dobbiamo conservare anche nelle odierne società, dove talora sembrano prevalere la corsa al consumismo e la ricerca dei soli beni materiali”. (Discorso alla delegazione della Val Badia, 14 dicembre 2007)

Il Papa ricorda che nel bosco gli alberi crescono vicini creando un luogo ombreggiato, a volte oscuro. L’abete in Piazza San Pietro sarà addobbato con luminose decorazioni che sono come tanti frutti meravigliosi. “Lasciando il suo abito scuro per una lucentezza scintillante – ha osservato - si trasfigura, diventa portatore di una luce che non è sua, ma che rende testimonianza alla vera Luce che viene in questo mondo”. Anche noi – sottolinea il Papa – “siamo chiamati a dare buoni frutti per dimostrare che il mondo è stato veramente visitato e redento dal Signore”:

“L’albero di Natale arricchisce il valore simbolico del presepe, che è un messaggio di fraternità e di amicizia; un invito all’unità e alla pace; un invito a far posto, nella nostra vita e nella società, a Dio, il quale ci offre il suo amore onnipotente attraverso la fragile figura di un Bimbo, perché vuole che al suo amore rispondiamo liberamente con il nostro amore". (Discorso alla delegazione del Sud Tirolo, 17 dicembre 2010)
14 dicembre 2012: Benedetto XVI: l’albero di Natale è segno della luce di Cristo. Chi tenta di spegnerla rende il mondo buio
Nonostante il tentativo di cancellare il nome di Dio dalla storia, la sua luce continua a risplendere sull’umanità attraverso Cristo.
 
Il Presepe oggi.
San Francesco e la storia di una tradizione natalizia
di Antonio Gaspari, ROMA, lunedì, 21 novembre 2011 (ZENIT.org).
Chi ha inventato il Presepe?, Perchè lo ha fatto? Che c’entra San Francesco con la storia del presepe?
Che c’entra San Francesco con il presepio?Nel 1223, Francesco d'Assisi si avviò verso l'eremo di Greccio dove espresse il suo desiderio di celebrare in quel luogo il Natale. Ad uno del luogo disse che voleva vedere con gli "occhi del corpo" come il bambino Gesù, nella sua scelta di abbassamento, fu adagiato in una mangiatoia. Quindi stabilì che fossero portati in un luogo stabilito un asino ed un bue - che secondo la tradizione dei Vangeli apocrifi erano presso il Bambino  - e sopra un altare portatile collocato sulla mangiatoia fu celebrata l'Eucaristia. (…) Nella notte di Natale a Greccio non c'erano ne statue e neppure raffigurazioni, ma unicamente una celebrazione eucaristica sopra una magiatoia, tra il bue e l'asinello. Solo più tardi tale avvenimento ispirò la rappresentazione della Natività mediante immagini, ossia il presepio in senso moderno.
Perchè lo ha fatto?Francesco era un uomo molto concreto e per lui era molto importante l'Incarnazione, ossia il fatto che il Signore fosse incontrabile mediante segni e gesti, prima di tutto i Sacramenti. La celebrazione di Greccio si colloca proprio in questo contesto.Come si spiega la popolarità e la diffusione dei presepi ?Francesco morì nel 1226 e nel 1228 fu canonizzato da papa Gregorio IX; fin da quel momento la sua vicenda fu narrata evidenziandone la novità e, grazie anche all'opera dei frati Minori, la devozione verso il Santo d'Assisi si diffuse sempre più e in modo capillare. Di conseguenza anche l'avvenimento del Natale di Greccio fu conosciuto da molte persone che desiderarono raffigurarlo e replicarlo.Che significato ha e perchè la Chiesa invita i fedeli a rappresentare, costruire, tenere presepi in casa e in luoghi pubblici?La Chiesa ha sempre dato importanza ai segni, soprattutto liturgico sacramentali, sorvegliando però che non sconfinassero in una sorta di superstizione. Alcuni gesti furono incentivati perché ritenuti adatti per la diffusione dell'annuncio evangelico e tra questi si segnala proprio il presepio nella cui semplicità indirizza tutto alla centralità di Gesù. (…)

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