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sabato 19 gennaio 2013

GIOVANI E DROGHE LEGGERE


Marijuana, Canapa indiana, Cannabis, Canne & Spinelli, Hashish

Nonostante il suo consumo si sia ridotto negli ultimi vent'anni, la marijuana è ancora oggi la sostanza d'abuso più frequentemente consumata negli Stati Uniti e in Europa. I consumatori di marijuana costituiscono una popolazione eterogenea per età, etnia o sesso. Si stima che circa il 70% degli americani, di età compresa tra i 27 ed i 32 anni, abbiano consumato marijuana. Il 2-3% della popolazione ne fa uso quotidianamente. Il consumo di marijuana tra gli adolescenti costituisce un grave problema medico e sociale.
Le conseguenze del consumo di marijuana sulla salute sono ancora poco chiare e non ben caratterizzate.
Effetti

 
È noto che la marijuana influenza le funzioni sensoriali, psicomotorie e cognitive: il fumo di marijuana, in certi individui, determina una compromissione dell'abilità con cui determinati compiti, soprattutto se difficili ed impegnativi, vengono svolti. Ad esempio, è stata osservata una ridotta capacità nella guida dell'automobile, che risulta poi essere all'origine di tanti incidenti stradali.
Esistono però dei fattori che complicano l'interpretazione dei danni indotti dalla marijuana, quali il contemporaneo abuso di altre sostanze, una certa variabilità tra individuo ed individuo, lo sviluppo di tolleranza a certi suoi effetti e le difficoltà nella valutazione dei dati provenienti da una popolazione così eterogenea.


Perché i ragazzi fumano marijuana
A partire dalla preadolescenza sappiamo che nella formazione dei valori legati al presente (ad esempio nel campo della musica, dell'abbigliamento, del tempo libero, ecc.) il gruppo dei coetanei esercita un'influenza maggiore rispetto ai genitori e ciò si conferma anche nell'ambito del consumo di cannabis (hashish e marijuana). Attraverso l'osservazione di coloro che fumano gli spinelli i ragazzi costruiscono una rappresentazione personale di queste sostanze che esclude le categorie di rischio, di pericolosità e di emarginazione che contraddistinguono invece le droghe pesanti. Nel contesto dell'interazione con dei soggetti consumatori si rafforza l'immagine positiva della droga: con un po' fumo ti diverti di più, socializzi meglio, evadi un po' dalle menate quotidiane; che male c'è? E riguardo alla dipendenza? Nessun problema, se ci sono si fumano, altrimenti se ne fa a meno.
Fumare spinelli può costituire una sfida al mondo adulto per rimarcare la propria differenza e distanza; facilita la sensazione di appartenenza, soprattutto quando consente al soggetto di essere accettato dal gruppo; è un modo per dimostrare a chi rimane
estraneo a questo tipo di esperienze che si è diversi, più coraggiosi, meno condizionati; ancora l'uso di cannabis, come l'adesione a certe mode, a certi gusti musicali, può essere visto dall'adolescente come un modo per partecipare alla cultura giovanile.
Assodato che non tutti i ragazzi che fumano gli spinelli hanno dei problemi o diventeranno tossicodipendenti (meno male!) ci chiediamo: l'uso degli spinelli cosa determina nei ragazzi cosiddetti 'normali'? e cosa determina nei ragazzi più fragili, più vulnerabili, i cosiddetti ragazzi a rischio?
Rispondere al secondo
interrogativo è paradossalmente più agevole: quanto più un adolescente avverte delle difficoltà ad affrontare i compiti di sviluppo specifici della sua fase di vita (la definizione di sé e delle proprie scelte, la costruzione di rapporti di intimità con gli altri, ecc.) tanto più aumenta la possibilità che le droghe, a partire da quelle leggere, possano apparirgli come un mezzo per ridurre l'ansia, l'angoscia, l'incertezza. In questi casi il rischio di procedere verso una escalation, con utilizzo di sostanze sempre più pesanti, appare elevato, come dimostra il fatto che oltre il 95% degli eroinomani ha cominciato con le droghe leggere.
Per questa fascia di ragazzi l'uso di cannabis è deleterio: passano rapidamente dall'uso sporadico e ricreativo ad una assunzione giornaliera massiccia (5-8 spinelli al giorno) modificando anche le modalità di assunzione. Non più in compagnia del gruppo ma nella solitudine della proprio mondo interiore.

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