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martedì 13 novembre 2012

Litugia: Chierichetti, Adorazione e liturgia delle ore

CHIERICHETTI e MINISTRI (istituiti o ordinati)

Un tempo tutto era più semplice. Il chierichetto veniva vestito come un piccolo prete, suonava il campanello alla consacrazione e portava il turibolo con l' incenso, così poteva innamorarsi di un futuro in abito talare. Adesso tutto è cambiato (in apparenza). Innanzitutto il nome. Chierichetto è in teoria parola del passato, finita con il Concilio Vaticano II. Oggi si parla dei ministranti, dal latino «ministrans», colui che serve. Non più un prete in miniatura ma un giovane che partecipa attivamente alla liturgia con l' obiettivo principale di diventare un buon cristiano.
Dopo il Concilio, la Chiesa ha aperto le porte alle ragazze e ha capito che quella del ministrante non è una cosa da bambini. Parte degli ex chierichetti resta attiva fino alla fine dell' università o anche oltre.
Alcuni vengono istituiti con i ministeri del letterato e dell’accolitato, tappe obbligatorie per chi è in cammino per diventare diacono o presbitero (ministri ordinati), ma aperti anche ai laici maschi. Fanno riferimento al libro e all’altare, ossia all’amministrazione della Parola di Dio e del Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo e di conseguenza della carità. Aperto anche alle donne è invece il ministero straordinario dell’Eucarestia che abilita alla distribuzione della comunione nella liturgia e ai malati.
Nulla toglie che ci siano figure non istituite ufficialmente, ma comunque incaricate dal Parroco, come lettori, animatori, catechisti. Tutte le attività della parrocchia sono nelle loro mani: il sacerdote  è un coordinatore, cui resta l’ «esclusiva» della consacrazione dell' Eucarestia.
Le donne provvedono in un numero crescente alle assemblee di preghiera, alla distribuzione dell' eucarestia come ministre straordinarie, a svolgere funzioni liturgiche ministeriali, a leggere i testi biblici nella messa.
Una figura riscoperta dal Concilio Vaticano II è quella del Diacono Permanente, ordinato dal Vescovo dopo un percorso simile a quello presbiterale, ma aperto anche a laici sposati.
Il diacono è abilitato a servire il popolo di Dio nel ministero dell'altare, della parola e della carità. Ha la facoltà di amministrare alcuni sacramenti (il battesimo, e - solo per il rito latino - il matrimonio) su delega del parroco, il vero responsabile, è inoltre ministro ordinario della santa Comunione ed esercita il ministero della parola. Inoltre il diacono di rito latino può impartire benedizioni di persone, luoghi e oggetti, benedizioni eucaristiche e presiedere il Rito delle Esequie e altre liturgie fuori della Messa. A differenza di coloro che sono costituiti nell’ordine dell’episcopato o del presbiterato non riceve però la missione e la facoltà di agire nella persona di Cristo Capo.
I diaconi permanenti possono essere ordinati tra i battezzati celibi e anche tra coloro che sono sposati; se però sono celibi, dopo l'ordinazione diaconale non possono più sposarsi.
Nelle celebrazioni e concelebrazioni eucaristiche, presiedute da un presbitero o da un vescovo, la lettura del vangelo è sempre di competenza del diacono, se presente.


L’ADORAZIONE EUCARISTICA

COSA E’ L’ADORAZIONE

L'adorazione eucaristica è una forma di preghiera della Chiesa cattolica durante la quale il pane consacrato nell'eucaristia viene esposto ai fedeli, solitamente mediante l'uso dell'ostensorio, ed adorato.

È l’atto più alto di una creatura umana nei confronti del suo Creatore, mettersi ai suoi piedi in atteggiamento di filiale ascolto e di lode, reverenza e accoglienza di tutto quanto proviene da Lui, nella consapevolezza che solo Lui basta e solo Lui conta. Chi adora pone al centro della sua attenzione e del suo cuore il Dio altissimo e creatore e Salvatore di tutto l’universo. L’adorazione Eucaristica è un tempo trascorso in preghiera davanti al Sacramento dell’Eucaristia esposto solennemente. Si può pregare in vari modi, ma il modo migliore è una preghiera di silenziosa meditazione, sul mistero dell’Amore con cui Gesù ci ha amato, tanto da dare la sua vita ed il suo Sangue per noi. Adorare è lasciarsi amare da Dio per imparare ad amare gli altri…

CHI PUÒ ADORARE

Chiunque è disposto a fare silenzio dentro ed intorno a sé, a qualunque età, nazione, lingua e categoria appartenga. Chi vuole trovare un tempo da dare a Dio per stare con lui per il proprio bene e per il bene di tutta l’umanità che, in chi adora è rappresentata. “Il Padre cerca adoratori che lo adorino in spirito e verità”.

COME SI ADORA

Si adora sforzandosi di fare silenzio dentro ed intorno a sé, per permettere a Dio di comunicare col nostro cuore ed al nostro cuore di comunicare con Dio. Si fissa lo sguardo verso l’Eucaristia, che è il segno vivo dell’amore che Gesù ha per noi, si medita sul mistero della sofferenza, della morte e della risurrezione di Gesù, che nell’Eucaristia ci dona la sua presenza reale e sostanziale. “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

10 RAGIONI PER ADORARE

Perché solo Dio è degno di ricevere tutta la nostra lode e la nostra adorazione per sempre.

Per dire grazie a Dio per tutto ciò che ci ha donato da prima che esistessimo.

Per entrare nel segreto dell’amore di Dio, che ci si svela quando siamo davanti a lui.

Per intercedere per tutta l’umanità.

Per trovare riposo e lasciarci ristorare da Dio.

Per chiedere perdono per i nostri peccati e per quelli del mondo intero.

Per pregare per la pace e la giustizia nel mondo e l’unità tra tutti i Cristiani.

Per chiedere il dono dello Spirito Santo per annunciare il Vangelo in tutte le nazioni.

Per pregare per i nostri nemici e per avere la forza di perdonarli.

Per guarire da ogni nostra malattia, fisica e spirituale e avere la forza per resistere al male.

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Il Sussidio, frutto del Convegno Diocesano 2010 «L'EucaristiafalaChiesa.ItinerariodiCatechesi sulla Messa a cura di Padre IldebrandoScicolone osb», che vuole essere d'aiuto ai Parroci e agli Operatori Pastorali nell'accompagnare le Comunità a meglio comprendere, celebrare e vivere il Mistero di Cristo e della Chiesa.


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