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domenica 2 settembre 2012

Suicidio

Nel Cattolicesimo, il suicidio liberamente scelto è considerato un grave peccato mortale. La propria vita è proprietà di Dio, e distruggere tale vita vuol dire imporre il proprio dominio su ciò che è di Dio. (vedi il CCC, n.2281). Tuttavia lo stesso catechismo sostiene che la persona che commette suicidio può non essere pienamente sana di mente; e perciò non colpevole moralmente al 100%: "Gravi disturbi psicologici, angoscia, o una seria paura delle avversità, della sofferenza o della tortura possono diminuire la responsabilità di colui che commette il suicidio.” La Chiesa Cattolica prega per coloro che si sono suicidati, con la coscienza che Cristo (e non noi) giudicherà i defunti giustamente.
Aumentano, e sono sempre più giovani, i ragazzi (soprattutto maschi) che pensano al suicidio. Perché?

Ogni due giorni tre ragazzi si tolgono la vita. In Italia negli ultimi 25 anni il numero dei giovani che si suicidano è aumentato del 30 per cento. Anche se rimangono soprattutto gli anziani a ricorrere a questo gesto estremo, il 'male di vivere' sembra contagiare sempre più le nuove generazioni, mietendo vittime in particolare tra gli adolescenti. Nel 1996 si è abbassata ancora l'età a rischio che comincia oggi a dieci anni. Esistono anche studi relativi al suicidio e al tentato suicidio nell'infanzia.
Altri due dati. I maschi che si suicidano sono quattro volte più numerosi rispetto alle femmine, tra le quali si registra, però, un numero più elevato di tentati suicidi. Ogni giorno in Italia si consumano da otto a dieci tentativi di suicidio, ma è difficile avere cifre precise. La difficoltà di stimare esattamente il fenomeno deriva dal fatto che nella maggior parte dei casi il tentato suicidio non viene denunciato dai familiari per pudore, ipocrisia, senso di colpa o per evitare noie burocratiche.
'È diversa la psicologia degli adolescenti . Il ragazzo insegue modelli più forti, di riuscita, dove prevale la sfida ai confini della vita. Il maschio spesso si suicida per sfida, per mettere alla prova la famiglia. Le ragazze quando manca loro il consenso sociale; cioè, quando non si sentono belle o accettate dagli altri, preferiscono 'lasciarsi morire''. Ecco allora comportamenti parasuicidari come l'anoressia e la bulimia.
Sulle cause del suicidio è difficile indagare. I giovani hanno bisogno di essere amati, di essere degni di stima, di poter sperare di contare, hanno bisogno di poter trovare un senso, una prospettiva.
I ragazzi di oggi non soffrono più, come un tempo, la fame o la miseria, ma piuttosto di un diffuso malessere esistenziale. Il 7 per cento degli adolescenti italiani ammette di aver avuto pensieri e desideri di suicidio, specialmente verso i quindici o sedici anni. Aumentano i pensieri di suicidio nel periodo in cui esplode la vita.
Fatti di poco peso, come un insuccesso scolastico e un rimprovero dei genitori, a lui sembrano gravissimi. Altre cause vanno ricercate nel contesto sociale privo di ideali, nella società povera di valori o ancora nel tipo di compagnia o di gruppo. Ma bisogna anche tener conto dei soggetti in qualche modo predisposti al pessimismo nella vita.
Un aspirante suicida ha scritto: "Viviamo nella noia , e cerchiamo un altro bisogno, non appena ne appaghiamo uno, questo per noi significa altro dolore. La vita è un pendolo che oscilla tra la noia e il dolore, regalandoci soltanto attimi illusori di felicità."
Alcune persone non riescono a trovare un senso alla propria esistenza, niente le appassiona o le emoziona più. Non si sentono depresse, semplicemente si sentono vuote e spente. Apparentemente hanno una vita normale o addirittura soddisfacente, ma dietro la maschera di normalità, si nasconde una profonda insoddisfazione. Queste persone non credono più in niente e in nessuno: si sentono ciniche, disincantate, senza più sogni. La vita non è più un dono prezioso ma è un vano agitarsi prima della morte. La loro esistenza non è che una morte vivente e allora perché non affrettare l'inevitabile, risparmiandosi la fatica di vivere?

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