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mercoledì 31 dicembre 2014

Omosessuali non si nasce. E neanche lo si diventa

Intervista alla professoressa di bioetica Giorgia Brambilla


di Marina Maset
Gender: le cerveau est-il male ou femelle ?
All’interno del Diploma di Perfezionamento in Bioetica, lo scorso novembre è stata aperta al pubblico la lezione sul tema " Teoria del Gender: storia e fondamenti". Di seguito presentiamo un’intervista fatta alla prof.ssa Giorgia Brambilla, in occasione del suo intervento durante la seconda parte della lezione dedicata agli aspetti scientifici e bioetici dell’omosessualità.
 
***
Dalla differenza all’indifferentismo sessuale: quali sono le origini di questo dibattito?
 
Chi sostiene che non esista una vera differenza tra uomini e donne crede che il corpo è sì sessuato, ma questo non è determinante. Ciò che conta è come la persona si sente. E la differenza maschile/femminile sarebbe una differenza esclusivamente culturale, cioè gli uomini e le donne sono tali perché da bambini siamo stati educati così. Storicamente, vi è stata l’influenza di varie correnti. Per citarne alcune: il permissivismo edonista e il suo slogan “al sesso non si comanda!”; il pansessualismo di Freud che riconduceva le nevrosi e le sofferenze della personalità alle repressioni della sessualità; il rapporto Kinsey, secondo cui il sesso è un mero meccanismo legato a certi stimoli e dunque non ha senso dire in ambito sessuale che una cosa è sbagliata o che non è normale; la rivoluzione sessuale che ha portato a ridurre il sesso alla mera istintualità. Il filo conduttore consiste nell’idea che l’uomo debba essere liberato e che questo si possa fare attraverso la liberalizzazione del sesso.
 

mercoledì 24 dicembre 2014

25 dicembre, una data storica

http://www.30giorni.it/articoli_id_12293_l1.htm
Presepe_

Non fu una scelta arbitraria per soppiantare antiche feste pagane. Quando la Chiesa celebra la nascita di Gesù nella terza decade di dicembre, attinge all’ininterrotta memoria delle prime comunità cristiane riguardo ai fatti evangelici e ai luoghi in cui accaddero. Tommaso Federici, professore emerito di teologia biblica, fa il punto su indizi e recenti scoperte che confermano la storicità della data del Natale


di Tommaso Federici
Un preambolo 
In genere si assumeva e si assume senza discutere la notizia già antica secondo cui la celebrazione del Natale del Signore nella prima metà del secolo IV fu introdotta dalla Chiesa di Roma per motivi ideologici. Infatti sarebbe stata posta al 25 dicembre per contrastare una pericolosa festa pagana, il Natale Solis invicti (fosse Mitra, come è probabile, o fosse una titolatura di un imperatore romano). Tale festa era stata fissata al solstizio invernale (21-22 dicembre), quando il sole riprendeva il suo corso trionfale verso il suo sempre maggiore risplendere. Quindi in ambito cristiano, risalendo di 9 mesi, si era posta al 25 marzo la celebrazione dell’annuncio dell’Angelo a Maria Vergine di Nazareth, e la sua Immacolata Concezione del Figlio e Salvatore. In conseguenza, sei mesi prima della nascita del Signore si era posta anche la memoria della nascita del suo precursore e profeta e battezzatore Giovanni. 
L’abside centrale della chiesa 
di Sancta Maria Foris Portas 
a Castelserpio, in provincia 
di Varese (VII-VIII secolo). Conserva i resti di un affresco, ispirato ai Vangeli apocrifi
L’abside centrale della chiesa di Sancta Maria Foris Portas a Castelserpio, in provincia di Varese (VII-VIII secolo). Conserva i resti di un affresco, ispirato ai Vangeli apocrifi

giovedì 18 dicembre 2014

«Imporre il gender è un crimine contro l'umanità»

di Robert Sarah*18-12-2014, http://www.lanuovabq.it/it/articoli-imporre-il-gender-e-un-crimine-contro-lumanita-11262.htmIdentità gender
Pubblichiamo ampi stralci della prefazione al saggio di Marguerite A. Peeters - Il Gender, Una questione politica e culturale, edito da San Paolo - scritta dal cardinale Robert Sarah, nominato lo scorso 24 novembre prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Se il libro è importante, lo sono anche le parole del cardinale Sarah, che riescono con la loro chiarezza a squarciare il velo di ambiguità e ipocrisia che avvolge, purtroppo, anche settori del mondo cattolico. Proprio per questo meritano di essere riportate.
(...) Secondo l’ideologia gender non esiste una differenza ontologica tra uomo e donna. L’identità maschile o femminile non sarebbe insita nella natura, nella realtà, ma sarebbe unicamente da attribuire alla cultura: sarebbe il risultato di una costruzione sociale, un ruolo che gli individui interpretano mediante doveri e funzioni sociali. Secondo i suoi teorici, il gender è performativo e le differenze uomo-donna sono soltanto oppressioni normative, stereotipi culturali e costruzioni sociali che bisogna decostruire per raggiungere la parità tra uomo e donna.

mercoledì 17 dicembre 2014

La donna nel Cristianesimo

http://www.anapscuola.it/visualizza__rubrica.php?id=56&aut=Stefano%20Biavaschi

Fin dall’antichità l’umanità si trascina il fardello di una visione “maschio-centrica” del mondo. In quasi tutte le antiche culture la prospettiva patriarcale prevaleva di gran lunga su quella matriarcale, ed era quasi sempre l’uomo, e non la donna, a tenere le redini del potere politico, dell’arte, della cultura, delle decisioni militari o di quelle familiari. Alla donna restava solamente il ruolo di madre e moglie, ed anche questi due ruoli non erano intesi nel significato pieno che intendiamo oggi, ma la madre era ridotta quasi solo alla funzione procreativa, con poca influenza su quella educativa; e la moglie, anche quando amata, non era certo vista come una compagna sullo stesso piano del marito. Perfino nel popolo ebraico, pur educato dai comandamenti, emergevano spesso atteggiamenti “maschilisti”, ed usiamo le virgolette solo perché il termine “maschilismo” allora non esisteva e non ci si accorgeva nemmeno di quella che ai nostri occhi oggi appare un’ingiustizia; sembrava anzi naturale che le cose andassero così, e nemmeno le donne avvertivano la loro condizione come una discriminazione. 

lunedì 15 dicembre 2014

Famiglia (dizionario)

“Preghiera semplice” della famiglia
 
Signore, fa’ della nostra famiglia uno strumento della tua pace:
dove prevale l’egoismo, che portiamo amore,
dove domina la violenza,
che portiamo tolleranza,
dove scoppia la vendetta,
che portiamo riconciliazione,
dove serpeggia la discordia,
che portiamo comunione,
dove regna l’idolo del denaro,
che portiamo libertà dalle cose,
dove c’è scoraggiamento, che portiamo fiducia,
dove c’è sofferenza, che portiamo consolazione,
dove c’è solitudine, che portiamo compagnia,
dove c’è tristezza, che portiamo gioia,
dove c’è disperazione, che portiamo speranza.

venerdì 5 dicembre 2014

Semplicità del Natale

di Carlo Maria Martini
Il presepio è qualcosa di molto semplice, che tutti i bambini ca­piscono. E’ composto magari di molte figurine disparate, di di­versa grandezza e misura: ma l'essenziale è che tutti in qualche modo tendono e guardano allo stesso punto, alla capanna dove Ma­ria e Giuseppe, con il bue e l'asino, attendono la nascita di Gesù o lo adorano nei primi momenti dopo la sua nascita.
Come il presepio, tutto il mistero del Natale, della nascita di Ge­sù a Betlemme, è estremamente semplice, e per questo è accompa­gnato dalla povertà e dalla gioia.

Non è facile spiegare razionalmen­te come le tre cose stiano insieme. Ma cerchiamo di provarci.

lunedì 24 novembre 2014

Proteggere il matrimonio

L’INTENZIONE POSITIVA
I sostenitori del matrimonio omosessuale si appellano a più di una intenzione positiva: combattere l’emarginazione, promuovere la cultura dell’uguaglianza, favorire i legami umani. Se permettere di sposarsi solo a un uomo e a una donna fosse una forma di discriminazione, che sulla base di un pregiudizio irrazionale esclude quanti non sono conformi alla maggioranza sociale, allora non c’è dubbio che ci troveremmo davanti a una proibizione sbagliata. Parimenti, se lo scopo del matrimonio fosse soltanto quello di promuovere e di incoraggiare i legami tra le persone, allora anche il matrimonio omosessuale assolverebbe questo compito e non ci sarebbe nessun motivo di escludere né gli omosessuali né altre categorie di adulti che conducano una relazione seria. Se l’intenzione che sta dietro alla richiesta di introdurre il matrimonio omosessuale fosse di incoraggiare questo tipo di rapporto amorevole, devoto, duraturo, è chiaro che si tratterebbe di un’intenzione positiva. Il punto è che ci sono altri, più importanti, aspetti da tenere in considerazione.

sabato 22 novembre 2014

EVANGELIZZARE (dizionario)

EVANGELIZZARE. Nuovi stili di evangelizzazione

Cf. E.Bianchi, Nuovi stili di evangelizzazione, San Paolo, 2012

“Evangelizzare vuol dire insegnare l’arte di vivere…
(lasciare che Gesù ci dica:)
io vi mostro la strada della vita, la strada alla felicità, anzi:
 io sono questa strada…”
(J.Ratzinger)

Nuova evangelizzazione: Giovanni Paolo II ne inizia a parlare nel 1979 e da allora diventa motivo ricorrente dei suoi interventi e parola d’ordine dell’intera Chiesa.

Paolo VI, nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi così scriveva:
Evangelizzatrice, la Chiesa comincia con l'evangelizzare se stessa. Comunità di credenti, comunità di speranza vissuta e partecipata, comunità d'amore fraterno, essa ha bisogno di ascoltare di continuo ciò che deve credere, le ragioni della sua speranza, il comandamento nuovo dell'amore…
Ciò vuol dire, in una parola, che essa ha sempre bisogno d'essere evangelizzata, se vuol conservare freschezza, slancio e forza per annunziare il Vangelo.

lunedì 17 novembre 2014

Matrimonio, la lezione di san Giovanni Paolo II

18-11-2014, http://www.lanuovabq.it/it/articoli-matrimonio-la-lezione-di-san-giovanni-paolo-ii-10972.htm

Pur senza sminuire il valore naturale del matrimonio, la comprensione vera dell’amore tra un uomo e una donna è possibile solo alla luce del mistero divino. È quanto ha spiegato ieri il vescovo e teologo francese Jean Laffitte (segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia) intervenendo al Colloquio internazionale interreligioso sulla complementarietà tra uomo e donna. Nel Colloquio, aperto ieri mattina da papa Francesco (di cui riferiamo a parte), monsignor Laffitte ha presentato la posizione cattolica, ripercorrendo l’insegnamento di san Giovanni Paolo II sulla “Sacramentalità dell’amore umano”.
«Anche se è necessario approfondire la dimensione naturale del matrimonio – ha detto Laffitte – la Chiesa è chiamata anzitutto a svolgere la sua missione che è specificatamente di natura teologica, e si riferisce alla salvezza dell’uomo». Il mistero sacramentale dell’unione degli sposi, infatti, trova la sua sorgente nell’amore che unisce Cristo alla Chiesa. Per questo, ha ricordato monsignor Laffitte, il matrimonio è stato descritto da San Giovanni Paolo II come un «sacramento primordiale» nel quale tutti i sacramenti trovano il loro «prototipo».

martedì 11 novembre 2014

EUTANASIA (dizionario)

Eutanasia (la difesa della vita morente)

La parola “eutanasia” deriva dal greco e significa "buona o dolce morte" (eu= buona e thanatos = morte). Si intende l’uccisione di una persona umana gravemente invalidata dalla malattia da parte di un medico per mezzo di una azione o di una omissione che procuri la morte al fine di eliminargli ogni dolore.
Chiariamo: da una parte c’è una persona che richiede (o per cui è richiesta) di essere uccisa da un medico, non essendo in condizioni di farlo da sola, per porre fine alla sua sofferenza o ad una vita che ritiene indegna di essere vissuta.
Si parla di eutanasia volontaria o consensuale quando la richiesta di morte viene chiaramente espressa dal paziente (affetto in molti casi da emiparesi o dalla SLA, Sindrome Laterale Amiotrofica, causante una progressiva perdita delle funzionalità muscolari, fino al sopraggiungere della piena paralisi e del soffocamento). Si parla invece di eutanasia non volontaria quando la richiesta di morte è espressa dalle persone che hanno in cura il paziente (generalmente in coma vegetativo) in quanto presumono che, ove egli potesse esprimersi, la richiederebbe.

sabato 1 novembre 2014

Esiste una prova storica della resurrezione di Gesù?

Craig Vs EhrmanMolto interessante il dibattito avvenuto nel 2006 tra il noto filosofo analitico William Lane Craig, docente al Talbot School of Theology di Los Angeles, e Bart D. Ehrman, presidente del Dipartimento di studi religiosi” dell’Università della Carolina del Nord. Al centro del dibattito la possibilità che vi sia una prova storica per la resurrezione di Gesù Cristo.
La tesi del prof. Craig è che vi sia una certezza morale per la resurrezione di Gesù che si basa dall’esperienza personale (approccio esperienziale) dell’incontro con Lui tramite il dono della fede, ma che esista anche un sostegno storico che porta a guardare alla resurrezione di Gesù come la miglior spiegazione (dunque potremmo dire una “prova indiretta”) di quattro eventi ben definiti nella storia di Gesù, giudicati altamente attendibili storicamente dalla comunità scientifica. Ecco i quattro eventi:

domenica 26 ottobre 2014

Eucaristia (dizionario)

Eucaristia e liturgia
 
Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Come mantiene Gesù questa promessa? Come è possibile per lui rendersi presente sempre e ovunque?
La risposta l’abbiamo proprio dalla solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo presente nel pane e nel vino offerti e celebrati in ogni Eucaristia (e dunque in ogni tempo e in ogni luogo).
Gesù con l’ultima cena inventa qualcosa di geniale: trasforma il rito della Pasqua e prende gli elementi più semplici e comuni di questa, il pane e il vino, per rendersi perennemente presente.
L’Eucaristia ha molteplici significati e aspetti che possono essere messi in rilievo e che sono tra loro strettamente intrecciati:

sabato 25 ottobre 2014

Desiderio (dizionario)

La forza del desiderio
Una lettura psicanalista dei suoi paradossi
Di Robert Cheaib
ROMA, 25 Ottobre 2014 (Zenit.org) - Non solo come etimologia, ma anche come esperienza, il desiderio è una parola carica, evocativa e provocativa. Nell’opuscolo La forza del desiderio, Massimo Recalcati, noto psicanalista milanese, esamina alcune note e sfumature del desiderio sul crocevia tra vita mondana e vita spirituale. È proprio grazie a questo intreccio psico-spirituale che il discorso di Recalcati, nutrito anche di cultura lacaniana, risulta affascinante e accattivante.
Il termine desiderio – come spiega Giulio Cesare nel suo De bello gallico - viene da desiderantes. Questi erano i soldati che, sopravvissuti al campo di battaglia, sotto un cielo stellato attendevano i loro compagni di battaglia, a rischio di morire. L’etimologia lessicale è ulteriormente suggestiva: de-sidera indica la manca di una stella, la mancanza di un buon auspicio. «Il desiderio – dice Recalcati – non ha una stella che funzioni come bussola sicura che ci garantisca di non smarrirci».

mercoledì 15 ottobre 2014

Dal Sinodo nessuna apertura, perché non c’è mai stata chiusura

VERSO IL NUOVO: PAPA; LE RIUNIONI DEL COLLEGIO PRE-CONCLAVE, NEL 2005 'SECRETATE'A metà dell’assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, è stata pubblicata una sintesi dei lavori della prima settimana intitolato Relatio post disceptationem e redatta dal cardinal Péter Erdő, relatore generale dell’assise.
Da cattolici sappiamo che le nostre opinioni sulla verità lasciano il tempo che trovano, è lo Spirito Santo che guida la Chiesa e siamo convinti che quello che emergerà da questo Sinodo sarà ciò che è più giusto per noi e per gli uomini, anche se dovesse rivelarsi contrario alle nostre opinioni. Guardiamo perciò con interesse anche questa sintesi pubblicata e non siamo affatto stupidi dalla strumentalizzazione mediatica, era immaginabile. I noiosi vaticanisti italiani stanno facendo a gara per ignorare, tagliuzzare, censurare e dimenticare gli interventi dei Padri con i quali non sono d’accordo, così come hanno lavorato sodo per snaturare il documento pubblicato, concentrandosi su alcune righe estrapolate e cerando di confermare l’attesa mediatica.

lunedì 13 ottobre 2014

ESAME DI COSCIENZA (Dizionario)

Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore”(Mt.22,37)
Riconosco veramente Dio come l’unico Signore della mia vita?
Mi intrattengo con lui nella preghiera soprattutto al mattino e alla sera e anche nelle varie circostanze della giornata? Vivo alla presenza di Dio cercando di trasformare ogni momento di lavoro, studio, tempo libero, divertimento…in una lode gioiosa a Lui?
Santifico il giorno del Signore, la domenica, con la partecipazione alla S.Messa?
Mi impegno a vivere secondo la Parola di Dio? La conosco? Cosa faccio per approfondire la mia formazione cristiana: la conoscenza della Sacra Scrittura, del Magistero della Chiesa?
“Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt.22,39)

martedì 7 ottobre 2014

Un filosofo e la questione Dio

«... non si può affermare che Dio è impossibile solo perché noi uomini non possiamo conoscerlo: Dio sfugge alla nostra conoscenza per definizione! Quando si dice che non è possibile che Dio esista, semplicemente si abbatte una rappresentazione di Dio che ci eravamo fatti. Ma non si risolve certo la questione di Dio dimostrando che non esisterebbe. La questione di Dio non può essere mai risolta al negativo, resta aperta per definizione. Sopravvive sempre alla 'morte di Dio', la storia del pensiero ne è testimone. Dio è sempre almeno 'possibile'. Questa è una certezza, e già dice molto!».

«Ho sempre pensato che la realtà fosse solo una questione d’amore. Uno dei motivi per i quali trovo che sia razionale diventare cristiani è perché vi si parla al meglio dell’amore. Tutto quello che facciamo è per rispondere a un’interrogazione amorosa, per sapere se amo e sono amato.
Anche il motore della conoscenza è l’amore. Dunque trovo irrazionale partire da un punto di vista diverso dall’amore, quando la vita quotidiana ci mostra che solo l’amore è determinante per l’uomo».

mercoledì 1 ottobre 2014

ECONOMIA e FEDE (dizionario)

Signori Ambasciatori, l’umanità vive in questo momento come un tornante della propria storia, considerati i progressi registrati in vari ambiti. Dobbiamo lodare i risultati positivi che concorrono all’autentico benessere dell’umanità, ad esempio nei campi della salute, dell’educazione e della comunicazione. Tuttavia, va anche riconosciuto che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continuano a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste. Alcune patologie aumentano, con le loro conseguenze psicologiche; la paura e la disperazione prendono i cuori di numerose persone, anche nei Paesi cosiddetti ricchi; la gioia di vivere va diminuendo; l’indecenza e la violenza sono in aumento; la povertà diventa più evidente. Si deve lottare per vivere, e spesso per vivere in modo non dignitoso. Una delle cause di questa situazione, a mio parere, sta nel rapporto che abbiamo con il denaro, nell’accettare il suo dominio su di noi e sulle nostre società. Così la crisi finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua prima origine, situata in una profonda crisi antropologica. Nella negazione del primato dell’uomo! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,15-34) ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo del denaro e nella dittatura dell’economia senza volto né scopo realmente umano.

venerdì 26 settembre 2014

DONNE e SACERDOZIO (Dizionario)

IL SACERDOZIO FEMMINILE

« Benché la dottrina circa l’ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini sia conservata dalla costante e universale Tradizione della Chiesa e sia insegnata con fermezza dal Magistero nei documenti più recenti, tuttavia nel nostro tempo in diversi luoghi la si ritiene discutibile, o anche si attribuisce alla decisione della Chiesa di non ammettere le donne a tale ordinazione un valore meramente disciplinare.
Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli (cfr. Lc 22,32), dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa. 
»  Giovanni Paolo II

domenica 21 settembre 2014

IL «REGALO DI NOZZE» DI DIO ALL’UMANITÀ

di Gerhard Ludwig Müller, da La speranza della famiglia (edizoni Ares) 
Il «regalo di nozze» di Dio all’umanità

È evidente l’enormità della sfida lanciata da questo mondo tanto secolarizzato. Da una parte, in alcuni Paesi tradizionalmente cristiani, si osserva una progressiva perdita della fede. Parallelamente, in molti altri luoghi la religione cristiana si è ridotta a un complesso di valori, idee o attività sociali, perdendo ciò che era essenziale e basilare nell’esperienza di fede: l’incontro reale con Gesù Cristo, Figlio di Dio e il rinnovamento totale dell’uomo nella prospettiva escatologica. A questo proposito, il matrimonio cristiano come sacramento si può comprendere in tutta la sua profondità solamente a partire da questa prospettiva cristologica ed escatologica.
Il matrimonio non si riduce alla convivenza con un’altra persona: è una decisione definitiva nel quadro della relazione di Cristo sposo con la Chiesa sposa. Cristo viene prima di tutto. Come è stato detto in modo tanto peculiare da Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, con un inedito neologismo, Cristo ci «primeggia». Dalla creazione del mondo, Dio ha voluto in Cristo che la sua decisione verso di noi, suoi figli, sia definitiva e radicale. Perciò, è volontà di Dio che il matrimonio sia questa unione intima e singolare tra un solo uomo e una sola donna; tale unione è la sorgente da cui scaturisce la famiglia e il criterio per valutarla.
A questo proposito il Santo Padre ha detto recentemente: «Tutti i matrimoni sono ordinati e hanno la tendenza interiore a essere fecondi: i figli hanno origine nell’amore sponsale». Nell’omelia della Messa mattutina celebrata nella Casa di Santa Marta il 2 giugno, il Papa ha ricordato inoltre con un certohumour una situazione contemporanea, espressione di un terribile dramma: pensiamo a tante coppie che invece di avere figli, preferiscono un cane, un gatto o altro gingillo. Facendo così, molti sposi rinunciano a un legame personale che dà origine alla relazione con i figli e che è il completamento e la perfezione dell’amore coniugale che professano.

sabato 20 settembre 2014

"Dio": cosa suscita in noi questa parola?

Cosa suscita in voi la parola Dio?
Quali certezze, dubbi, emozioni?
Leggiamo insieme da Sri RamakrishnaIl libro degli esempi, Gribaudi Editore:
"Quante discussioni si sono fatte e si fanno ancora su Dio. Tu che ne pensi?", chiese un giorno un discepolo al grande maestro. 
"Vedi quell'ape?", rispose il maestro. "Senti il suo ronzio? Esso cessa quando l'ape ha trovato il fiore e ne succhia il nettare. 
Vedi quest'anfora? Ora vi verso dell'acqua. Ne senti il glu-glu? Cesserà quando l'anfora sarà colma. Ed ora osserva questo biscotto che pongo crudo nell'olio bollente. Senti come frigge e che rumore fa? Quando sarà ben cotto tacerà. 
Così è degli uomini. Fino a quando discutono e fanno del gran rumore su Dio, è perché non l'hanno ancora trovato. Chi invece l'ha trovato tace e, nel silenzio, adora ed agisce". 

Vi propongo la testimonianza di Fabrice Hadjadjche da ateo si è convertito al cristianesimo.


mercoledì 17 settembre 2014

La sofferenza. Un bene o un male per l'uomo?

Non è una fatalità; non è un castigo; ma viene dall'amore e porta all'amore


La sofferenza è compagna inseparabile di ogni esistenza umana. C'è la sofferenza fisica del corpo, con l'esperienza della malattia, del deperimento organico, della morte. C'è la sofferenza morale dell'anima, più dilaniante di quella fisica, causata dall'ingratitudine, dall'abbandono, dal tradimento, dall'emarginazione, dal disprezzo e ancor più dalle proprie colpe. C'è la sofferenza psicologica, che spesso fa da corollario al dolore fisico e al dolore morale e si manifesta sotto forma di tristezza, delusione, pessimismo, scoraggiamento, depressione. Talvolta, poi, queste diverse forme di sofferenza si sovrappongono una all'altra fino a trasformarsi in veri e propri flagelli sociali, come nel caso delle calamità naturali, delle epidemie, delle catastrofi, della fame e della guerra. Che dire dello sterminio di milioni di ebrei nei lager nazisti, delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, delle pulizie etniche, della sopraffazione di milioni di bambini innocenti? Tutte queste forme di sofferenza non sono altro che aspetti particolari del problema più generale del «male», che consiste nell'essere privati di un bene, del quale invece si dovrebbe disporre secondo l'ordine normale delle cose.
Di fronte a questi drammi, la ragione umana non può fare a meno d'interrogarsi: perché il male, perché la sofferenza? Se esiste un Dio buono e onnipotente, perché non interviene? Dov'era Dio ad Auschwitz?

sabato 13 settembre 2014

Di Dio

giuduniv
Capitolo VI
In cui il lettore assiste alla nascita dell'idea di Dio nella mente degli uomini e alla sua gloria ineguagliabile.
Non oserò dire che anche Dio sta cambiando. Ma l'immagine che gli uomini si fanno di Dio si modifica profondamente. Occorre affrontare certe questioni con prudenza. Della fine dei viaggi, della contrazione dello spazio, dell'allungamento della vita, nel rigore della scienza che, nelle vesti della relatività generale - e perfino di quella ridotta - o della teoria dei quanti, passa oggi lontanissimo al di sopra delle nostre teste, è permesso parlare liberamente. La religione si confonde così strettamente con noi che la minima parola, il minimo oltraggio, il minimo scarto può aprire delle ferite che faticano a richiudersi.

venerdì 12 settembre 2014

Quali sono le caratteristiche del cattolicesimo?

Tre fattori distinguono la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica da tutte le altre religioni e sette


Parliamo spesso di come sono le cose. Sentiamo anche lodare la diversità come se fosse il valore massimo. Spesso, tuttavia, al giorno d'oggi la diversità è un'espressione del fatto di non trovare alcun accordo di base sui principi fondamentali. Diventa così una forma di scetticismo. Tutti gli uomini sono creati uguali, ma se li guardiamo uno ad uno, nessuno è esattamente uguale all'altro. Ciascuno, però, ha un corpo, mani e piedi, a meno che non li abbia persi in qualche incidente.

giovedì 4 settembre 2014

DONNA nella CHIESA (Dizionario)


Il ruolo della donna nella Chiesa, accusata di essere prettamente maschilista, è una delle questioni molto dibattute. Perché non possono essere ordinate come sacerdoti, così come fanno le Chiese protestanti? E’ indubbio che Gesù ha avuto nei confronti delle donne un rapporto molto libero e positivo, eppure ha scelto solo uomini come suoi apostoli. In uno speciale dossier del mensile paolino Jesus si parla del “lato femminile di Dio” e si ricorda, fra l’altro, come solo in Italia vivano ben 80 mila religiose, tre volte più dei preti, ma come queste siano rimaste ai margini, discrete, silenziose, lontano dai riflettori e dal potere.

Seguiamo alcuni passi dell’articolo “L’altra metà della Chiesa”:

sabato 9 agosto 2014

PERCHE' I SACERDOTI NON SI SPOSANO?

La domanda è un'altra: perché Gesù non si è sposato? Forse perché era brutto e non lo voleva nessuno? Oppure perché al contrario non trovava una moglie adeguata? Oppure perché è morto giovane? No, Gesù in realtà era sposato... con la Chiesa!

di Giacomo Biffi

Il carisma della vocazione sacerdotale, rivolta al culto divino e al servizio religioso e pastorale del popolo di Dio, è distinto dal carisma che induce alla scelta del celibato come stato di vita consacrata» (Sacerdotalis celibatus 15).
La connessione tra l'uno e l'altro carisma - stabilita dalla legge canonica del celibato dei sacri ministri - non è subito evidente. La questione merita un'analisi più accurata.
Certo, la Chiesa ha istituito questo collegamento tra sacerdozio ministeriale e celibato con una decisione sua; una decisione di indole "storica", libera, positiva, che però è legittima e motivata.

DECISIONE LEGITTIMA E MOTIVATA
È una decisione legittima, perché è posta nell'ambito della sua potestà di regolare i fatti ecclesiali, e non lede i diritti di alcuno. Non bisogna dimenticare che l'essere costituiti in un ministero non è configurabile in un diritto per nessuno: ogni ministero è un compito liberamente assegnato dall'autorità competente secondo criteri che nessuno può sindacare; e non per favorire le inclinazioni delle singole persone, bensì in vista del miglior bene della comunità.
È una decisione motivata, se non altro dalla convenienza di assicurare mediante un dispositivo canonico che la "preferenza di Cristo" per lo stato celibatario continui ad avere una rispondenza e una vitalità nella storia e nella coscienza ecclesiale.

giovedì 31 luglio 2014

"Chi sono io per giudicare?" Approfondimenti sul tema del "giudizio" secondo la fede cattolica

http://www.aleteia.org/it/stile-di-vita/contenuti-aggregati/chi-sono-io-per-giudicare-5785487763570688
di Silvio Brachetta

Sembra quasi che, sulla questione del giudizio, dalla Sacra Scrittura provengano due richieste di Dio all’uomo, opposte tra loro. Nel Discorso della montagna, Gesù Cristo dissuade dall’appropriasi di un giudizio che appartiene solo a lui: «Non giudicate per non essere giudicati» (Mt 7, 1). E spiega anche il perché: poiché voi uomini - dice il Signore - «col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati» (Mt 7, 2). Che il giudizio espresso nel Discorso della montagna appartenga solo a Dio, lo dice ancora Gesù, come riporta l’Evangelista San Giovanni: «Io sono venuto in questo mondo per un giudizio, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi» (Gv 9, 39). Anche San Paolo, nella lettera ai Romani (2, 1), ripete il medesimo concetto che Gesù espresse sulla montagna: «Perciò chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose».

sabato 19 luglio 2014

DOMENICA (Dizionario)

LA DOMENICA, giorno del Risorto

Il primo giorno della settimana”, raccontano i Vangeli, Gesù è Resuscitato e più volte, nello stesso giorno (“l’ottavo giorno”), è apparso ai suoi.
Da allora non è più il sabato il giorno della festa, il giorno del Signore, ma la domenica, giorno del Risorto che si fa presente nell’Eucarestia celebrata dai suoi riuniti in assemblea. La domenica, primo giorno della settimana, diventa il primo giorno della nuova era.
“Giorno del Signore” e “signore dei giorni” (come lo definisce un sermone del secolo V), la domenica è il giorno in cui la Chiesa, per una tradizione che “trae origine dallo stesso giorno della risurrezione” (Sacrosanctum Concilium 106) celebra attraverso i secoli il mistero pasquale di Cristo, sorgente e causa di salvezza per l'uomo. (Nota Pastorale CEI 1984)
Dire Domenica significa pronunciare Giorno del Signore (dies Domini). "Questo è il giorno fatto dal Signore". C'è un'unione profonda tra la Pasqua e la domenica. La Domenica è, infatti, la "Pasqua settimanale" secondo la definizione che risale ai primi secoli, molto amata dai Padri della Chiesa e fortemente professata specialmente nelle Chiese d'Oriente.

mercoledì 2 luglio 2014

DOLORE INNOCENTE (Dizionario)

“Dio non ci salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza.
Non ci protegge dal dolore, ma nel dolore,
non dalla croce, ma nella croce”
(Bonhoeffer)

Il Venerdì Santo del 2011 il Papa ha voluto, per la prima volta, rispondere in una trasmissione televisiva, (A Sua Immagine, Rai 1), ad alcune domande poste da alcuni bambini. La domanda di una bambina giapponese va dritta al cuore della grande questione del male innocente (cioè non causato dalla cattiveria umana) che affrontiamo su questa terra sotto forma di malattie, cataclismi naturali… Lo scandalo del dolore innocente è intollerabile e incomprensibile, specie quando ha come vittime dei bambini.
Elena, la bambina giapponese di sette anni che si è rivolta al Papa chiede: “Ho tanta paura perché la casa in cui mi sentivo sicura ha tremato tanto, e molti miei coetanei sono morti. Chiedo: perché devo avere tanta paura? Perché i bambini devono avere tanta tristezza? Chiedo al Papa, che parla con Dio, di spiegarmelo”.
Risponde il Papa:

domenica 22 giugno 2014

Le origini dell'ideologia "gender"

Legami culturali pericolosi che affondano le radici nel satanismo


di Gian Domenico Daddabbo

Il 2010 è l'anno in cui in Argentina furono approvati i matrimoni fra persone dello stesso sesso con tanto di “diritto d'adozione”. Con buona pace dei cristiani tiepidi, gay-friendly e politically correct che usano le parole del Santo Padre «Chi sono io per giudicare un omosessuale?» in base alle loro deduzioni e non di certo sulla base degli insegnamenti della Chiesa, l'allora Cardinal Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires e attuale Papa Francesco (ma guarda un po'!), scrisse una lettera alle suore carmelitane di Buenos Aires in cui il Presule metteva in guardia dall'ideologia gender.

giovedì 19 giugno 2014

Angeli e demoni secondo Papa Francesco

di Francesco Agnoli, Il Foglio, 19.6.14

Che senso hanno la parola “inferno” e la parola “diavolo” sotto il pontificato di Francesco

Nelle prediche di Papa Francesco, accanto a riferimenti costanti alla Misericordia di Dio, non mancano quelli al demonio e all'inferno. Anzi, non pochi osservatori si sono stupiti di quanto la figura di Satana compaia sovente nelle parole del Pontefice, non come se si parlasse di un simbolo, bensì di una forza personale operante nella storia. Ma chi è il demonio? Anzitutto è bene ricordare che si tratta di un angelo, cioè di una creatura di Dio, di grande bellezza, ribellatasi al suo Creatore. Gli angeli, sostiene san Tommaso nella Quaestio 50 della prima parte della Summa, sono creature del tutto immateriali, puri spiriti senza materia, che, a differenza di Dio, ricevono l'essere, non lo possiedono originariamente, da sé (Thomas Tyn, "Gli angeli in san Tommaso d' Aquino", Fede & Cultura, 2014). Dante li definisce "Creati / sì come sono, in loro essere intero": in essi la materia non limita lo spirito, oppure, utilizzando un grande logico matematico che credeva nell'esistenza di intelligenze senza corpo, Kurt Godel, il cervello non limita, con la sua debolezza, la potenza e il "desiderio" della mente. Proprio sugli angeli, sul loro ruolo nella storia della chiesa, dell' arte, della letteratura... è consigliabile un testo davvero completo e interessante, a cura di Saverio Gaeta e Marcello Stanzione, intitolato "Inchiesta sugli angeli" (Mondadori, 2014). Tra gli angeli, messaggeri di Dio, vi è dunque anche Lucifero, la cui colpa principale fu la superbia: quel peccato che oscura la capacità di vedere, di capire davvero. Anche tra gli uomini, le menti potenzialmente più brillanti e acute possono raggiungere una straordinaria incapacità di comprensione, quando siano accecate proprio dall'orgoglio. 

sabato 14 giugno 2014

TRINITA' (Dizionario)

Sembra una questione difficile, relegata ai teologi, quella di comprendere cosa sia la Trinità così come, del resto, comprendere la definizione che ne è stata data: un solo Dio in tre persone distinte.
Eppure non può essere una cosa da poco conto cercare di capire chi è il Dio in cui crediamo. Da questa ricerca ne consegue la nostra fede e la nostra vita concreta.
Pensiamo alle conseguenze concrete che possono derivarne: essere creati ad immagine di Dio che è uno è trino significa cercare l’unità senza uniformismi, rispettare e valorizzare le diversità di carismi, di ruoli, ma finalizzarli tutti al bene comune. Significa accogliere gli stranieri sentendoli parte di noi: distinti, ma chiamati con tutti all’unità.