Se la verità sulla sessualità è stabilita dalla maggioranza, cioè da quello che pensa la maggioranza su un determinato tema, allora possiamo dire tranquillamente che il mondo ha vinto. Gesù, la sua Chiesa, hanno perso clamorosamente. Hanno perso, sono stati sconfitti, perché sono evidentemente e in modo chiaro una minoranza. Quello che Gesù e la Chiesa pensano sul sesso è stato sconfitto – se questo è vero – dalla verità che impone il mondo. Perché quello che pensa, propone in modo plateale ma anche in modo sottile a volte il mondo è antitetico rispetto a quello che propone Gesù e la Chiesa.
Se la verità si forma a colpi di maggioranza, Gesù e la Chiesa hanno torto. Chi parte dal catechismo per regolarsi nella sua vita personale, per prendere le sue decisioni, per formare il suo modo di pensare? Pochissimi. Quindi, la verità dovrebbe stare con la maggioranza, che pensa il contrario di quello che dice il catechismo. E poi, tra i pochissimi che seguono il catechismo, certi propongono una visione del sesso come castrazione. Una sorta di testimonianza senza sapere dare le proprie motivazioni. E quindi testimoniando un’esperienza così brutta, inevitabilmente il mondo si convince ancora di più delle sue idee.
La vittoria del mondo: tra i Neri per caso e Ligabue
Ci sono alcune condizioni che cantano questa vittoria del mondo su quello che pensano Gesù e la Chiesa. A volte, sono anche un po’ surreali. Due per tutte: la prima è rappresentata dalla canzone dei Neri per caso e l’altra è da una di Ligabue (“Libera nos a malo”). Quella dei Neri per caso ci presenta proprio l’eros, la sessualità come qualcosa di paffuto, di simpatico, di carino: «In fondo, quando c’è sentimento non c’è mai pentimento. Tutto gira intorno al sesso, perché il sesso tira su, bisogna farlo spesso, non esistono tabù. Fare sesso è naturale e fa bene ad ogni età. Non c’è niente di immorale e beato chi lo fa». Questa è una visione molto serena, molto rilassata, in cui il sesso appare come eros paffutello, carino.
Perché porre limitazioni ad una cosa proprio simpatica? Invece, abbiamo un Ligabue che è un po’ più pensieroso. Anche se arriva ad essere un po’ surreale: «Oh mamma mamma, cosa ho fatto? Sono scivolato ancora dentro un letto. Mamma mamma, mi hanno creato tutto sbagliato». Immaginatevi la scena di Ligabue, che sta davanti a sua madre, a capo chino. È inverosimile: io non riesco proprio ad immaginarmelo Ligabue che dice a sua madre: «Mamma non riesco a capire il mio peccato. Libera nos a malo. Però il mio male quale è?». Questa è proprio l’affermazione del dogma attuale. Lei stava bene, io stavo bene. Dove è il mio peccato? «Eccomi mamma con capo chino, come è il castigo, perché il castigo. Libera nos a malo. Però il male quale è?».
Un viaggio nel mondo greco: tra Omero, Esiodo ed Euripide
In realtà, nel mondo greco, la realtà dell’amore era così complessa che c’erano tre termini per indicarla:
- filìa, che è l’amore di amicizia. Gli amici te li scegli, i fratelli te li trovi;
- eros, il sentimento, la passione, il piacere che mi dà stare con una persona, non solo quello sessuale. È il piacere che ho di stare con te. Non è che questo sia un amore sbagliato. Tutti siamo attraversati da eros e tutti cerchiamo e scegliamo degli amici;
- agape, cioè la situazione in cui molto passa da qualcuno a qualcun altro. Non è un amore migliore. L’uno è attento al bene dell’altro. Invece, nell’amore-eros si è trascinati dal piacere che ci dà stare con l’altra persona.
Però, eros è una realtà positiva. Anzi, è un fuoco positivo. Si tratta di un fuoco che già per i pagani, già per i greci, poteva essere distruttore. Era una consapevolezza già degli antichi, molto prima del cristianesimo.
Alle origini non era considerata una divinità eros, ma pura forza d’attrazione. Per Omero, infatti, rappresenta quella attrazione irresistibile che due persone sentono l’uno per l’altro, che può portarli a perdere la ragione, fino alla distruzione. È per Esiodo che eros diventa un dio, ma non ha ancora la classica visione del fanciullo paffuto che vola scoccando frecce d’amore. È solo una divinità primordiale, antica come Gea, la terra. Non è figlio di Afrodite, ma suo compagno di ogni momento. L’eros di Esiodo aveva una potenza enorme. Poteva causare danni a cui nessuno poteva porre rimedio, né uomini né déi. Da questa concezione, successivamente, la figura si trasformò in una divinità d’amore, ma è ancora Euripide che gli riconosce un grande e pericoloso potere.
Eros e thanatos
Quindi, già i greci sapevano che eros – il sesso – aveva una potenza in sé che era fuoco, un fuoco positivo, però un fuoco anche pericoloso. E questa – se siamo sinceri – è tante volte anche la nostra esperienza. Come ogni realtà umana, anche eros è o può essere abitato dall’egoismo, dalla violenza, dalla finzione. Non è un luogo paffuto di innocenza primordiale. Non è un luogo di vita spontaneo. «Quando c’è sentimento, non c’è mai pentimento»…insomma! Non è detto che quando ci sia sentimento non ci sia mai pentimento. Forse una volta si poteva dire che le perversioni, la distruttività di eros, erano causata da una certa repressione sessuale di cui la Chiesa era maestra. Oggi, tutto si può dire tranne che la Chiesa nelle sue catechesi e nelle sue predicazioni parli di sesso. La Chiesa ha alzato bandiera bianca. Dell’eros, del sesso, non parla più. L’unico posto dove se ne parla ancora è il confessionale.
Ma in che senso è distruttivo questo eros? Capita frequentemente di trovare articoli e servizi che parlino della noia del sesso. Si parla spesso di calo del desiderio e di pasticche per rimediare. Trionfa un’abbondanza sconfinata di pornografia su internet di facilissima fruizione. Eros lasciato a se stesso conduce – questo sono ancora gli antichi a dirlo – a thanatos, a morte. Come un misterioso abbraccio è l’intreccio tra tra eros e thanatos. Come nell’economia, anche per il sesso esistono delle vere e proprie strutture del male. Constatiamo sempre più spesso una evidente mercificazione.
Basterebbe andare qualche volta in discoteca per vedere come ragazzi di 12-13 anni si danno via tranquillamente. Il tempo dei sogni è sempre più corto. Ed è un sesso sempre più violento, dove c’è proprio una componente d’uso molto forte, molto marcata.
Però, il sesso è pur sempre un fuoco positivo. E posso dire a nome della Chiesa, che lei stessa pensi che il sesso sia una realtà assolutamente positiva. Però è un fuoco che occupa tutto: pensieri, battute, film, pubblicità.
Alle origini non era considerata una divinità eros, ma pura forza d’attrazione. Per Omero, infatti, rappresenta quella attrazione irresistibile che due persone sentono l’uno per l’altro, che può portarli a perdere la ragione, fino alla distruzione. È per Esiodo che eros diventa un dio, ma non ha ancora la classica visione del fanciullo paffuto che vola scoccando frecce d’amore. È solo una divinità primordiale, antica come Gea, la terra. Non è figlio di Afrodite, ma suo compagno di ogni momento. L’eros di Esiodo aveva una potenza enorme. Poteva causare danni a cui nessuno poteva porre rimedio, né uomini né déi. Da questa concezione, successivamente, la figura si trasformò in una divinità d’amore, ma è ancora Euripide che gli riconosce un grande e pericoloso potere.
Eros e thanatos
Quindi, già i greci sapevano che eros – il sesso – aveva una potenza in sé che era fuoco, un fuoco positivo, però un fuoco anche pericoloso. E questa – se siamo sinceri – è tante volte anche la nostra esperienza. Come ogni realtà umana, anche eros è o può essere abitato dall’egoismo, dalla violenza, dalla finzione. Non è un luogo paffuto di innocenza primordiale. Non è un luogo di vita spontaneo. «Quando c’è sentimento, non c’è mai pentimento»…insomma! Non è detto che quando ci sia sentimento non ci sia mai pentimento. Forse una volta si poteva dire che le perversioni, la distruttività di eros, erano causata da una certa repressione sessuale di cui la Chiesa era maestra. Oggi, tutto si può dire tranne che la Chiesa nelle sue catechesi e nelle sue predicazioni parli di sesso. La Chiesa ha alzato bandiera bianca. Dell’eros, del sesso, non parla più. L’unico posto dove se ne parla ancora è il confessionale.
Ma in che senso è distruttivo questo eros? Capita frequentemente di trovare articoli e servizi che parlino della noia del sesso. Si parla spesso di calo del desiderio e di pasticche per rimediare. Trionfa un’abbondanza sconfinata di pornografia su internet di facilissima fruizione. Eros lasciato a se stesso conduce – questo sono ancora gli antichi a dirlo – a thanatos, a morte. Come un misterioso abbraccio è l’intreccio tra tra eros e thanatos. Come nell’economia, anche per il sesso esistono delle vere e proprie strutture del male. Constatiamo sempre più spesso una evidente mercificazione.
Basterebbe andare qualche volta in discoteca per vedere come ragazzi di 12-13 anni si danno via tranquillamente. Il tempo dei sogni è sempre più corto. Ed è un sesso sempre più violento, dove c’è proprio una componente d’uso molto forte, molto marcata.
Però, il sesso è pur sempre un fuoco positivo. E posso dire a nome della Chiesa, che lei stessa pensi che il sesso sia una realtà assolutamente positiva. Però è un fuoco che occupa tutto: pensieri, battute, film, pubblicità.
La Chiesa e il sesso
La posizione della Chiesa riguardo il sesso può essere presentata come ragionevole e buona.
Si può comprendere la posizione della Chiesa, usando la sola ragione. C’è un passo del profeta Isaia, che dice: «Un oggetto può dire del suo autore: “Non mi ha fatto lui?”. E un vaso può dire del vasaio: “Non capisce?”». Consideriamo che il vaso sia la sessualità, il suo autore è Dio, è Lui che lo ha plasmato. Per un credente è Dio che ha creato la sessualità. Quindi, il più grande estimatore e conoscitore della sessualità e del sesso è proprio Dio. Il più grande erotico di tutti è proprio Dio. Ai lettori, sembrerà la parola audace di un prete giovane.
Cito, invece, il Papa conservatore e retrogrado, Benedetto XVI, che ha detto: «Dio ama e questo suo amore può essere qualificato senz’altro come eros, che tuttavia è anche totalmente agape”. Avete idea di quanto sia esplosiva questa frase, di quanto sia audace?
Ma torniamo alla ragionevolezza. I momenti in cui una donna è fertile, cioè quando può avere un figlio, sono una piccolissima percentuale. Quindi, nella Sua mente, Dio ha voluto che la maggior parte dei rapporti non fossero per la procreazione, ma per l’unione dei due. Per Dio, immaginando una montagna, c’è una piccola punta che rappresenta il periodo di fertilità della donna (cioè quando può avere un figlio da quel rapporto), ma la maggior parte (la base di tutto) è costituita da rapporti che sono semplicemente unione fra i due. La posizione della Chiesa è: quando sei pronto a prendere tutto il “pacchetto”, prego, accomodati.
Inoltre, c’è una nostalgia profondissima della bontà, perché c’è moltissimo egoismo all’interno della sessualità. In questo campo, c’è finzione e violenza. Si tratta di violenze a volte sottili. Pressioni. Abbiamo la continua tentazione di partire da noi stessi, di cercare sempre qualcuno che ci lodi e non ci contraddica, perché al primo parere contrario arriviamo allo scontro.
C’è bisogno, invece, del confronto. Non si può andare sempre avanti alla ricerca di qualcosa che è comodo come una pantofola. Presupposto per un cristiano è partire da Gesù, soprattutto per comprendere dove stia il bene. Pensando ad un computer, le parole di Gesù possiamo vederle come un antivirus, che aiutano a vivere meglio e ad essere più umano, ad espandere la propria umanità. Parola di Gesù. E anche se non sono comode ai giorni nostri, sono Sue.
La frase più erotica è quella di Gesù, quando dice: «Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi, per te».
Immaginatevi un uomo e una donna che si ripetono a vicenda queste parole. Dio trascina ad amare fino a questo punto. La vita dell’uomo è protesa verso questo incontro. Non possiamo castrare la sessualità. O impariamo a fare l’esperienza (da cristiani) della potenza dello Spirito Santo oppure inevitabilmente rischiamo di diventare come i farisei che Gesù condanna, poiché impongono agli altri insopportabili pesi e non vogliono neanche toccarli con un dito.
La posizione della Chiesa riguardo il sesso può essere presentata come ragionevole e buona.
Si può comprendere la posizione della Chiesa, usando la sola ragione. C’è un passo del profeta Isaia, che dice: «Un oggetto può dire del suo autore: “Non mi ha fatto lui?”. E un vaso può dire del vasaio: “Non capisce?”». Consideriamo che il vaso sia la sessualità, il suo autore è Dio, è Lui che lo ha plasmato. Per un credente è Dio che ha creato la sessualità. Quindi, il più grande estimatore e conoscitore della sessualità e del sesso è proprio Dio. Il più grande erotico di tutti è proprio Dio. Ai lettori, sembrerà la parola audace di un prete giovane.
Cito, invece, il Papa conservatore e retrogrado, Benedetto XVI, che ha detto: «Dio ama e questo suo amore può essere qualificato senz’altro come eros, che tuttavia è anche totalmente agape”. Avete idea di quanto sia esplosiva questa frase, di quanto sia audace?
Ma torniamo alla ragionevolezza. I momenti in cui una donna è fertile, cioè quando può avere un figlio, sono una piccolissima percentuale. Quindi, nella Sua mente, Dio ha voluto che la maggior parte dei rapporti non fossero per la procreazione, ma per l’unione dei due. Per Dio, immaginando una montagna, c’è una piccola punta che rappresenta il periodo di fertilità della donna (cioè quando può avere un figlio da quel rapporto), ma la maggior parte (la base di tutto) è costituita da rapporti che sono semplicemente unione fra i due. La posizione della Chiesa è: quando sei pronto a prendere tutto il “pacchetto”, prego, accomodati.
Inoltre, c’è una nostalgia profondissima della bontà, perché c’è moltissimo egoismo all’interno della sessualità. In questo campo, c’è finzione e violenza. Si tratta di violenze a volte sottili. Pressioni. Abbiamo la continua tentazione di partire da noi stessi, di cercare sempre qualcuno che ci lodi e non ci contraddica, perché al primo parere contrario arriviamo allo scontro.
C’è bisogno, invece, del confronto. Non si può andare sempre avanti alla ricerca di qualcosa che è comodo come una pantofola. Presupposto per un cristiano è partire da Gesù, soprattutto per comprendere dove stia il bene. Pensando ad un computer, le parole di Gesù possiamo vederle come un antivirus, che aiutano a vivere meglio e ad essere più umano, ad espandere la propria umanità. Parola di Gesù. E anche se non sono comode ai giorni nostri, sono Sue.
La frase più erotica è quella di Gesù, quando dice: «Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi, per te».
Immaginatevi un uomo e una donna che si ripetono a vicenda queste parole. Dio trascina ad amare fino a questo punto. La vita dell’uomo è protesa verso questo incontro. Non possiamo castrare la sessualità. O impariamo a fare l’esperienza (da cristiani) della potenza dello Spirito Santo oppure inevitabilmente rischiamo di diventare come i farisei che Gesù condanna, poiché impongono agli altri insopportabili pesi e non vogliono neanche toccarli con un dito.
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