venerdì 31 maggio 2013

Le catechesi di Papa Francesco sul vero e buon cristiano (Parte I)

<br>Cuori aperti e capacità di perdono perché amici di Gesù
(a cura Redazione "Il sismografo")

(Luis Badilla)  E' certo che nelle molto amplificate omelie di Papa Francesco, ogni mattina nella Messa che concelebra a Santa Marta, e che ormai sono 50, il tema più ricorrente riguarda il vero e buon cristiano, ossia i comportamenti concreti che fanno dell'ordinarietà della vita quotidiana un fatto straordinario perché vissuta alla luce del Vangelo. Le riflessioni del Papa su questo argomento si succedono da un giorno all'altro e sembrano configurare già un ciclo catechetico molto profondo e più che pertinente. L'interesse mediatico evidenzia che si tratta di questioni che oltre a svegliare interesse, toccano direttamente il cuore di moltissimi lettori in tutte le lingue. Si conferma inoltre che Papa Francesco ha già "solidificato" una caratteristica del suo pontificato: suscitare ascolto.
Spesso la cosiddetta crisi del cattolicesimo o della Chiesa è un'espressione che serve anche per nascondere la crisi dei cristiani, in particolare di coloro che sono "di salotto" o di "cartapesta". Proprio ieri, il Papa è tornato sulla questione parlando dei cristiani che sono tali "culturalmente", ma nulla o poco hanno a che fare con la "sequela di Cristo" che è una cosa molto diversa dal sentirsi o chiamarsi cristiani semplicemente perché si è nato in società con una cultura cristiana dominante. "Cristo non è una proposta culturale", ha sentenziato il Papa.

giovedì 30 maggio 2013

Quello che non si dice sulle unioni omosessuali

di Redazione, 30 maggio 2013, http://www.documentazione.info/quello-che-non-si-dice-sulle-unioni-omosessuali



Prende sempre più spazio sui media il tema dell’equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio. Il discorso è spesso incompleto e vengono omessi aspetti e fatti significativi. Come contributo al dibattito offriamo di seguito alcuni fatti e dati che se non smentiscono del tutto almeno mettono in dubbio gli “assunti” più comuni del dibattito spesso dati per scontati.
È vero che non si può uscire dall’omosessualità?Si sente dire che l’omosessualità è un dato di natura ed è nei geni, che non si può cambiare e che solo affrontare il discorso dell’uscita dall’omosessualità sia discriminatorio e offensivo. In realtà esistono testimonianze di persone che hanno smesso di avere tendenze omosessuali, in Italia è famosa quella di Luca che ebbe il coraggio di raccontare il disagio che viveva e come è riuscito ad uscirne. Negli Stati Uniti, Joseph Nicolosi, non senza difficoltà si dedica alla cosiddetta terapia riparativa per chi si sente a disagio a vivere secondo lo stile di vita omosessuale.
Qualche anno fa il Committee on Homosexuality and Scientific Research aveva pubblicato un documento di cui abbiamo riportato alcuni estratti in cui si notava che l’omosessualità non è una caratteristica genetica predeterminata.
È vero che la politica internazionale concorda sull’equiparazione delle unioni gay al matrimonio?

martedì 28 maggio 2013

Il pontificato mariano di Papa Francesco

La devozione per la Madonna è uno degli aspetti che colpisce maggiormente del nuovo Pontefice
Di Laura Guadalupi, 21 Maggio 2013 (Zenit.org)

Il cardinal Bergoglio è diventato Papa da poco meno di due mesi. Un tempo relativamente breve, se non fosse che con i suoi gesti ha già conquistato le masse e attirato la simpatia o, quantomeno, la curiosità di molti, indipendentemente dal proprio credo religioso. A poche settimane di distanza dall’Habemus Papam, la popolarità dell’ex-arcivescovo di Buenos Aires non accenna a diminuire, al contrario, le celebrazioni da lui presiedute sono sempre gremite di gente.
Con il coraggio della semplicità, con la libertà che solo chi è umile sa avere, questo papa venuto “dalla fine del mondo” si è messo al servizio del ministero petrino esordendo con un “Buonasera” e chiedendo alla piazza, quella di San Pietro e quella mediatica, di pregare per lui. Poi, tra bagni di folla e abbracci ai disabili, tra una carezza ai bambini e i discorsi sulla misericordia di Dio, ha intrapreso la sua missione, inaugurata con la S. Messa di inizio pontificato il 19 marzo, festa di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale.
Le omelie della messa che celebra ogni mattina nella Domus Sanctae Marthae sono pane quotidiano di speranza, parole di nutrimento per lo spirito e linee guida concrete, laddove la vita non può risolversi in mera contemplazione, che pure è necessaria, ma deve essere impiegata per agire nella società, a partire dalla sua cellula più piccola, la famiglia, fino ad arrivare alle periferie del mondo.

giovedì 23 maggio 2013

Padre Pino Puglisi. MARTIRE DEL VANGELO


Vent’anni fa veniva ucciso, all’età di 56 anni. Ora il sacerdote palermitano diventa il primo a essere riconosciuto beato perché eliminato dalla mafia a causa della sua limpida testimonianza cristiana, divenuta scomoda agli occhi dei capiclan.
Padre Pino Puglisi: Palermo si prepara alla solenne beatificazione del 25 maggio
CELEBRAZIONE DEL POPOLO - La solenne beatificazione di padre Puglisi si svolge il 25 maggio a Palermo. Inizialmente era in programma allo stadio cittadino, ma a causa della grande affluenza è stata spostata al più capiente Foro Italiano Umberto I (Foto GIUSEPPE GERBASI / CONTRASTO).
L’odio irrefrenabile verso padre Pino Puglisi da parte dei fratelli Graviano, capizona del quartiere Brancaccio, dov’era situata la parrocchia di San Gaetano, fu provocato non da una presunta e inesistente lotta antimafia del sacerdote, ma dalla sua azione pastorale, tesa a una evangelizzazione coinvolgente e capillare che intendeva raggiungere tutti i suoi fedeli, a cominciare dall’infanzia e dalla gioventù».
La consapevolezza dell’arcivescovo Vincenzo Bertolone, postulatore della causa di beatificazione del sacerdote palermitano, è stata condivisa dalla Congregazione delle cause dei santi e dallo stesso papa Francesco, che ha autorizzato il cardinale prefetto Angelo Amato a pubblicare il decreto di beatificazione. E così, con la solenne cerimonia del 25 maggio a Palermo, padre Pino Puglisi è non soltanto il primo sacerdote, ma anche il primo cristiano, a essere riconosciuto martire per mano mafiosa.
Si tratta realmente di un evento storico, poiché in tal modo si risponde per la prima volta a una sollecitazione espressa formalmente dal pontefice emerito Benedetto XVI nel 2006. Riguardo al martirio nella storia contemporanea, Joseph Ratzinger aveva sostenuto la necessità di far luce sui «mutati contesti culturali» e sulle «strategie» del persecutore, «che sempre meno cerca di evidenziare in modo esplicito la sua avversione alla fede cristiana o ad un comportamento connesso con le virtù cristiane, ma simula differenti ragioni, per esempio di natura politica o sociale».

mercoledì 22 maggio 2013

Il mistero della Trinità: cosa significa che Gesù è «nato» dal Padre?

http://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/Il-mistero-della-Trinita-cosa-significa-che-Gesu-e-nato-dal-Padre

Un lettore chiede il significato di un'espressione del Credo: «Nato dal padre prima di tutti i secoli». Risponde don Angelo Pellegrini, docente di Teologia dogmatica alla Facoltà Teologica dell'Italia Centrale.


Siamo nell’Anno della fede. Il credo niceno-costantinopolitano (non quello degli apostoli) dice così: «Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli…» Se è nato vuol dire che «prima» non c’era. Sotto questo aspetto il Padre è «più» del Figlio. Allora si potrebbe dire che in questo punto questo Credo non esprime bene l’uguaglianza tra Padre e Figlio. È più vero allora Giovanni Evangelista: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio…». Mi può chiarire un teologo?
Giovanni Manecchia
L'acuta osservazione del lettore impone una premessa necessaria, che traggo dal Catechismo della Chiesa Cattolica: «La Trinità è un mistero della fede in senso stretto» (n. 237). Questo significa che le nostre affermazioni su Dio Trino hanno lo scopo di non deformare l’idea di Dio al punto da renderla incompatibile con quanto rivelato da Cristo.
L’idea di un dio troppo razionalistica o umanizzata, ad esempio, andrebbe a scontrarsi con le affermazioni del profeta Isaia il quale sostiene, alla stregua di un idolo, che pregheremmo «un dio che non può salvare» (45,20). Al contempo non possiamo pretendere, proprio perché la Trinità è un mistero in senso stretto, che le nostre espressioni in merito siano totalmente chiare ed immediate.

lunedì 20 maggio 2013

Etica e finanza: la crisi economica dal volto disumano


Nei suoi ultimi interventi papa Francesco ha parlato di crisi antropologica, “feticismo del denaro” e della mancanza di solidarietà e ricerca del bene comune

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Proprio questo giovedì il papa in due occasioni ha voluto affrontare di petto, senza anatemi ma con fermezza, il tema della crisi economica mondiale. Crisi che nell'analisi del pontefice è innanzitutto una crisi etica, laddove al posto di Dio è stato posto il denaro. In due occasioni ufficiali papa Francesco ha ribadito questo nesso: “ la crisi finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua prima origine, situata in una profonda crisi antropologica. Nella negazione del primato dell’uomo! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,15-34) ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo del denaro e nella dittatura dell’economia senza volto né scopo realmente umano”. Così agli ambasciatori di alcuni Paesi che venivano ricevuti presso la Santa Sede.

sabato 18 maggio 2013

Immaginarsi lo Spirito Santo (Enzo Bianchi)


Immaginarsi lo Spirito Santodi Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose

In una civiltà dell'immagine, in cui si è portati a considerare vero, reale solo ciò che appare, che si può vedere, dovrebbe sorprendere solo fino a un certo punto il paradossale «successo» dello spirito, il ricorso pressoché universale alla dimensione spirituale, la fuga dalle realtà concrete verso gli universi dell'immaginazione, il fascino dei rapporti «virtuali».

In questa sorta di nebulosa dell'impalpabile i cristiani, che da sempre professano lo Spirito santo come persona della Tri-unità di Dio, appaiono sovente a disagio, quasi travolti da questa ipertrofia dell'indefinibile che lascia libero corso alle fantasie più accese. Eppure la Scrittura non è certo avara di «immagini concrete» dello Spirito di Dio: avvezza a parlare all'uomo nella sua dimensione di creatura, anzi di co-creatura nell'universo, la Bibbia narra questa persona attraverso creature o eventi naturali noti all'uomo tanto quanto i familiarissimi e quotidiani archetipi del padre e del figlio che identificano le altre due persone divine.

Basterebbe quindi non ignorare queste epifanie (letteralmente: «manifestazioni»), queste apocalissi (letteralmente: «rivelazioni, svelamenti») perché lo Spirito cessasse di essere l'illustre sconosciuto presso la quasi totalità dei cristiani in occidente, i quali peraltro sono stati battezzati anche nel suo nome e da lui sono abitati in virtù dei sacramenti.

Il vento, il soffio, il respiro

mercoledì 15 maggio 2013

Risposte al matrimonio omosessuale


Di recente in Francia è stato approvato il disegno di legge sui matrimoni omosessuali che apre alle coppie dello stesso sesso anche l’adozione. Hanno fatto scalpore le numerose manifestazioni delle famiglie in difesa del matrimonio tra uomo e donna, che hanno suscitato reazioni violente da parte delle forze dell’ordine
Proponiamo qui una sintesi di risposte alle domande più discusse sul tema, offerte dagli organizzatori della Manif Pour Tous (la manifestazione francese), l’organizzazione inglese Catholic Voices, il Gran Rabbino di Francia e il filosofo francese Fabrice Hadjadj. 
1) ESTENDERE IL MATRIMONIO AGLI OMOSESSUALI, CHE FASTIDIO PUO' MAI COMPORTARE AGLI ETERO?

lunedì 13 maggio 2013

COME LE SCRITTURE PARLANO DEL DEMONIO

di Inos Biffi, "L'Osservatore Romano" del 4 maggio

Dopo che è apparso l’uomo, opera del sesto giorno della creazione, si avverte la presenza di qualcosa di misterioso e di inquietante, quella del serpente. Quello che intraprende presso i progenitori e che si ripromette di ottenere da loro stupisce e sconcerta: si propone di insinuare in essi il sospetto nei confronti di Dio, di persuaderli cioè che i divieti da lui posti provengono da una sua gelosia, da un suo timore di essere equiparato da loro. Il serpente incarna, proprio all’inizio del mondo e della sua storia, la presenza di un essere invidioso: "Per invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo" (Sapienza, 2, 24).

Nel Nuovo Testamento si torna spesso su quel serpente. Gesù vi si riferisce dichiarando che il diavolo è "omicida fin da principio"; in lui "non c’è verità"; "quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna" (Giovanni, 8, 44). E ancora Gesù lo definisce "Principe di questo mondo" (Giovanni, 12, 31; 16, 11).

Paolo afferma che "con la sua astuzia il serpente sedusse Eva" (2 Corinzi, 11, 3): e accenna a chi si perde "dietro a Satana" (1 Timoteo, 5, 14). Lo stesso apostolo parla del vivere mondano con cui si segue "il principe delle potenze dell’aria, quello spirito che opera negli uomini ribelli" (Efesini, 2, 2); fa menzione delle "insidie del diavolo" e della nostra battaglia "contro i principati e le potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male" (Efesini, 6, 12). 

La prima lettera di Pietro nomina il "nemico", "il diavolo", o l’"accusatore", che "come un leone ruggente va in giro cercando chi divorare" (5, 8). E nelle lettere di Giovanni è ricordato "l’anticristo" che deve venire (1 Giovanni, 2, 18); il "bugiardo" che nega che Gesù è il Cristo; l’"anticristo" che "nega il Padre e il Figlio" (2, 22). Nell’Apocalisse è scritto: "Scoppiò una grande guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu posto per loro in cielo. E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli" (12, 7-9).

domenica 12 maggio 2013

Quello che c'è da sapere sull'eutanasia

In questi giorni si è tornati a parlare di eutanasia. Ma cosa dicono i fatti e i dati su questa pratica? Cosa accade nei paesi dove è legale da tempo? Il panorama è inquietante.
Come ha fatto notare Tempi, di recente ha suscitato un certo scalpore in Belgio la proposta di estendere la legge sull’eutanasia (approvata nel maggio del 2002) ai minori e alle persone dementi. Dopo 10 anni dall’approvazione, oggi si chiede che anche un minore “se reputato in grado di giudicare ragionevolmente nei suoi interessi”, possa fare richiesta di eutanasia, con la necessaria approvazione dei genitori nel caso in cui abbia meno di 16 anni (sopra i 16 anni la scelta non sarebbe vincolata al giudizio dei genitori).
Il numero di casi di eutanasia in Belgio da quando esiste la legge è 5 volte quello di 10 anni fa, nel 2003 infatti i casi erano 235, nel 2011 sono arrivati a 1133.

venerdì 10 maggio 2013

Il papa, Twitter e lo spazio digitale

L'editoriale di padre Antonio Spadaro su "La Civiltà Cattolica" per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2013
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di Antonio Spadaro, 10.5.13, http://www.aleteia.org/it/editoriale/documenti/il-papa-twitter-e-lo-spazio-digitale-1178003

Ogni anno la Chiesa, la domenica dell’Ascensione, celebra la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica voluta dal Concilio Vaticano II. Il suo scopo è quello di «incrementare e rendere più efficace il multiforme apostolato della Chiesa» (Inter mirifica, n. 18) nel campo comunicativo. Com’è tradizione, il 24 gennaio scorso Benedetto XVI ha inviato il suo messaggio per la Giornata di quest’anno, la 47a, dedicata al tema: «Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione». L’annuncio del tema è avvenuto, come ogni anno, il 29 settembre, festa degli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, patrono, quest’ultimo, di quanti lavorano nella radio.
Cercheremo di seguito di comprende il significato e la portata di questo Messaggio innanzitutto collocandolo nel suo contesto temporale legato all’Anno della Fede e al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione. Quindi individueremo tre «pilastri» di questo testo, cioè i temi che lo hanno generato. E quindi, proprio alla luce del Messaggio, ci interrogheremo sul motivo per cui il Papa ha deciso di unirsi alla conversazione aperta su Twitter, una delle reti sociali più diffuse, che ormai 6 mesi fa ha superato i 500 milioni di utenti.
Il contesto del Messaggio

giovedì 9 maggio 2013

LE PRESUNTE RICCHEZZE DELLA CHIESA? NON ESISTONO!

Le testimonianze di San Francesco e del Curato d'Ars ci dicono che la ricchezza della Chiesa... non è della Chiesa
 
di Corrado Gnerre
 
Una delle questioni che più frequentemente vengono proposte negli incontri di catechesi è quella riguardante la cosiddetta "ricchezza" della Chiesa. Ma è mai possibile – si chiede solitamente – che la Chiesa possegga tanta ricchezza pur predicando la povertà?
E allora è bene chiarire alcuni punti per saper rispondere a questo interrogativo, che, come abbiamo già detto, è molto diffuso.
Divideremo il discorso in quattro punti:
1. La povertà non va confusa con il pauperismo.
2. La Verità non può essere separata dalla bellezza.
3. La ricchezza della Chiesa... non è della Chiesa.
4. La Chiesa non è del mondo, ma è nel mondo.

1) LA POVERTÀ NON VA CONFUSA CON IL PAUPERISMO
Iniziamo con il primo punto. Prima di tutto va detto che la povertà non può essere confusa con il pauperismo. La povertà è un valore che deve essere tenuto in considerazione da tutti i cristiani. Tutti sono tenuti ad essere "poveri", perché la povertà è rapportarsi nel modo corretto ai beni materiali, nel senso che questi beni non possono e non devono essere considerati "fini" ma solo "mezzi". Nelle Beatitudini (Luca 6) Gesù chiama i poveri "beati", mentre dice: «guai a voi ricchi!». Ebbene, quella povertà e quella ricchezza non devono essere pensate in senso economico.

mercoledì 8 maggio 2013

Andreotti male assoluto: l'ultimo dogma anti-cattolico

di Danilo Quinto 08-05-2013 http://www.lanuovabq.it/it/articoli-andreotti-male-assoluto-lultimo-dogma-anti-cattolico-6421.htm

AndreottiSu “Avvenire”, Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, dice di Giulio Andreotti: “Era un vero uomo di pace. Era sta­to ministro della Difesa, ma era convinto che gli eserciti non do­vessero mai combattersi. La sua arma era il negoziato. Mi sono però sempre chiesto una cosa... Come mai Andreotti, sempre co­sì pronto a negoziare, non lo fe­ce nei giorni del sequestro Moro".
Una battuta al veleno, come se solo ad Andreotti, all’epoca Presidente del Consiglio, si potesse addossare la responsabilità della mancata salvezza di Moro. Come se tutti gli “amici” del Presidente della DC, da Cossiga a Fanfani, da Zaccagnini a Donat Cattin, insieme all’intero gruppo dirigente, in quei 55 giorni di sequestro, seguito all’eccidio di 5 agenti di scorta, avessero ripudiato la “fermezza”, che aveva persino impedito che del “caso Moro” se ne discutesse nella sede naturale, in Parlamento.
Il giudizio di Riccardi è la prova di quanto Andreotti fosse poco simpatico ai più. E questo ci sta. Quel che non si comprende è come si possa considerare questa figura della politica e della storia italiana, la personificazione del male. Assoluto, naturalmente.

lunedì 6 maggio 2013

Padre Pino Puglisi (che verrà beatificato il 25 maggio)

Beatificazione Don Giusdeppe PuglisiSabato 25 maggio, ore 10.30, allo stadio Renzo Barbera di Palermo si svolgerà la cerimonia di beatificazione di Don Pino Puglisi.
Vedi: http://www.padrepinopuglisi.diocesipa.it/

Simbolo di una Chiesa che vuole “interferire” con la società, fu ucciso nel ’93 Pubblichiamo la prefazione di don Ciotti al libro che ne ricorda la figura

«Nel passato la Chiesa era considerata sacra e intoccabile. Ora invece Cosa Nostra sta attaccando anche la Chiesa perché si sta esprimendo contro la mafia. Gli uomini d’onore mandano messaggi chiari ai sacerdoti: non interferite».

Un uomo di mafia divenuto collaboratore di giustizia parla così a un magistrato. Venticinque giorni dopo, don Puglisi verrà assassinato.

Pino Puglisi, dunque, come sacerdote di una Chiesa che interferisce. Ma che cosa significa «interferire»? E da dove nasce, in don Pino, questo «interferire» che avrebbe pagato con la vita? Il bel libro di Mario Lancisi aiuta a capirlo.

sabato 4 maggio 2013

Le parole del Papa Francesco (il meglio, aprile 2013)

Papa Francesco: no a “gratifica Conclave” per dipendenti vaticani
Quando la Chiesa diventa mondana, quando ha dentro di sé lo spirito del mondo, quando ha quella pace che non è quella del Signore […] la Chiesa è una Chiesa debole, una Chiesa che sarà vinta e incapace di portare proprio il Vangelo, il messaggio della Croce, lo scandalo della Croce…”.
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Nella Messa in Santa Marta, il Papa si sofferma sul Sacramento della Riconciliazione, spiegando che il confessionale non è un luogo di punizione, né una tintoria dove togliere una macchia.
"...vergognarsi è una virtù dell’umile, di quell’uomo e di quella donna che è umile”.  “Benedetta vergogna” ha anzi esclamato il Pontefice.  “Non dobbiamo mai truccarci davanti a Dio!”.
E se domani faccio lo stesso? Vai un’altra volta, e vai e vai e vai…. Lui sempre ci aspetta.
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Domenica 28 aprile, (V di Pasqua, giornata dei cresimandi)
un invito che rivolgo a voi cresimandi e cresimande e a tutti: rimanete saldi nel cammino della fede con la ferma speranza nel Signore. Qui sta il segreto del nostro cammino! Lui ci dà il coraggio di andare controcorrente. Sentite bene, giovani: andare controcorrente; questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio per andare controcorrente e Lui ci dà questo coraggio!
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giovedì 2 maggio 2013

Emanuela Orlandi: cronologia dei fatti

http://www.uccronline.it/2011/04/28/emanuela-orlandi-cronologia-dei-fatti/

Emanuela Orlandi
Il 22 giugno 1983 è sparita a Roma Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia. E’ uno dei casi più misteriosi nella storia italiana anche a causa dei numerosissimi depistaggi verificatisi nel corso degli anni, dall’assenza della richiesta di un riscatto credibile da parte dei presunti rapitori nonché di una prova dell’esistenza in vita di Emanuela.

Ammirevole il dispendio di energie della famiglia Orlandi, oggi di Pietro e Natalina in particolare, che hanno voluto verificare personalmente ognuna delle numerose soffiate ricevute, anche le più improbabili. Perplessità emergono invece, forse anche sospetti, per la confusione e la poca professionalità da parte delle autorità di polizia (compresi i servizi segreti del Sisde) che hanno svolto inizialmente le indagini e per l’eccessiva cautela e riservatezza da parte della città del Vaticano o di ecclesiasti conoscitori di informazioni, così come affermato da mons. Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede.

mercoledì 1 maggio 2013

Possedere la verità? Risposta ai relativisti…

29 aprile, 2013 http://www.uccronline.it/2013/04/29/possedere-la-verita-risposta-ai-relativisti/

La veritàPretendere di possedere la verità…questo è un tema molto discusso in questo periodo storico di dominio relativista, ed è bene un piccolo chiarimento. «È necessario che chiunque abiti una fede non pensi di possedere la verità, e per giunta assoluta». Così l’invidioso Umberto Galimberti minaccia i cristiani. Ma, il filosofo del plagio, non sa che ha completamente ragione.
Lo spiega bene Enzo Bianchi, teologo (seppur, a volte, sui generis): «è assolutamente insensato pensare di possedere la verità. Per l’autentica fede cristiana, infatti, quella consegnataci dalle Scritture e dalla grande Tradizione, la verità è una persona, Gesù Cristo (cf. Gv 14,6), colui che ha narrato Dio (exeghésato: Gv 1,18): è una verità che sempre ci precede; una verità che, se mai, ci possiede, ci chiama fuori da noi stessi aprendoci al dialogo con tutti gli uomini e le donne in ricerca».