giovedì 20 ottobre 2016

"Lui, che era lei, ma è lui…". Transessuali e Chiesa


L’affermazione, quasi un gioco di parole, è sempre di papa Francesco. Nel viaggio di ritorno dalla Giorgia, il 2 ottobre 2016, il papa veniva interpellato dai giornalisti per approfondire la questione spinosa del gender riesplosa durante il viaggio. Rispondendo, ha innanzitutto precisato che
Una cosa è che una persona abbia questa tendenza, questa opzione, e c’è anche chi cambia il sesso. E un’altra cosa è fare l’insegnamento nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità. Queste io le chiamo “colonizzazioni ideologiche”.
Poi racconta:
L’anno scorso ho ricevuto una lettera di uno spagnolo che mi raccontava la sua storia da bambino e da ragazzo. Era una bambina, una ragazza, e ha sofferto tanto, perché si sentiva ragazzo ma era fisicamente una ragazza. L’ha raccontato alla mamma, quando era già ventenne, 22 anni, e le ha detto che avrebbe voluto fare l’intervento chirurgico e tutte queste cose. E la mamma gli ha chiesto di non farlo finché lei era viva. Era anziana, ed è morta presto. Ha fatto l’intervento. È un impiegato di un ministero di una città della Spagna. È andato dal vescovo. Il vescovo lo ha accompagnato tanto, un bravo vescovo: “perdeva” tempo per accompagnare quest’uomo. Poi si è sposato. Ha cambiato la sua identità civile, si è sposato e mi ha scritto la lettera che per lui sarebbe stata una consolazione venire con la sua sposa: lui, che era lei, ma è lui. E li ho ricevuti. Erano contenti.

venerdì 7 ottobre 2016

Lo Spirito Santo, "perfetto sconosciuto"

(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLVI, n.105, 10/05/2016)

Un perfetto sconosciuto se non addirittura «un prigioniero di lusso»: ecco cos’è lo Spirito Santo per i molti cristiani ignari che è lui a «muovere la Chiesa», portandoci a Gesù, e a renderci «reali» e «non virtuali». L’incoraggiamento a riflettere sul ruolo centrale che ha lo Spirito Santo nella vita dei credenti, proprio nella settimana che precede la Pentecoste, è stato al centro dell’omelia di Papa Francesco durante la messa di lunedì mattina 9 maggio nella cappella della Casa Santa Marta.
Per la sua riflessione, nell’omelia, il Papa ha preso le mosse dal passo tratto dagli Atti degli apostoli (19, 1-8). Paolo incontra a Efeso alcuni discepoli che credevano in Gesù e fa loro questa domanda: «Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando siete venuti alla fede?». E loro, dopo essersi guardati un po’ stupiti, gli hanno risposto: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo!». Dunque, ha fatto notare il Papa, «credevano in Gesù, erano discepoli buoni, ma neppure avevano sentito che esistesse lo Spirito Santo».

lunedì 3 ottobre 2016

Giustizia e misericordia


“La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio”[1]
Nell’udienza del 3 febbraio 2016 papa Francesco si è soffermato ad analizzare il rapporto tra giustizia e misericordia, due realtà che appaiono in contrapposizione, ma che sono pienamente unite in Dio che è “giustizia perfetta e insieme misericordia infinita”. Ma – chiarisce il papa - la giustizia di Dio è diversa dalla giustizia umana che tende semplicemente ad arginare il male infliggendo una pena al colpevole. “Questa strada – prosegue il papa - non porta ancora alla vera giustizia perché in realtà non vince il male, ma semplicemente lo argina. È invece solo rispondendo ad esso con il bene che il male può essere veramente vinto”.
Dio Padre fa giustizia perdonando, incoraggiando, sostenendo… Non fa giustizia punendo, ma amandoci con misericordia. Commentando la nota parabola del Padre misericordioso e dei suoi due figli, papa Francesco nel 2013 affermava:
Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti. Perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. E’ l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti. E questo è l’amore di Dio, la sua gioia: perdonare[2].