I sostenitori del matrimonio omosessuale si appellano a più di una intenzione positiva: combattere l’emarginazione, promuovere la cultura dell’uguaglianza, favorire i legami umani. Se permettere di sposarsi solo a un uomo e a una donna fosse una forma di discriminazione, che sulla base di un pregiudizio irrazionale esclude quanti non sono conformi alla maggioranza sociale, allora non c’è dubbio che ci troveremmo davanti a una proibizione sbagliata. Parimenti, se lo scopo del matrimonio fosse soltanto quello di promuovere e di incoraggiare i legami tra le persone, allora anche il matrimonio omosessuale assolverebbe questo compito e non ci sarebbe nessun motivo di escludere né gli omosessuali né altre categorie di adulti che conducano una relazione seria. Se l’intenzione che sta dietro alla richiesta di introdurre il matrimonio omosessuale fosse di incoraggiare questo tipo di rapporto amorevole, devoto, duraturo, è chiaro che si tratterebbe di un’intenzione positiva. Il punto è che ci sono altri, più importanti, aspetti da tenere in considerazione.
lunedì 24 novembre 2014
sabato 22 novembre 2014
EVANGELIZZARE (dizionario)
EVANGELIZZARE. Nuovi
stili di evangelizzazione
Cf. E.Bianchi, Nuovi stili di evangelizzazione, San
Paolo, 2012
“Evangelizzare vuol dire insegnare
l’arte di vivere…
(lasciare che Gesù ci dica:)
io vi mostro la strada della vita, la strada
alla felicità, anzi:
io sono questa strada…”
(J.Ratzinger)
Nuova evangelizzazione: Giovanni Paolo II ne inizia a
parlare nel 1979 e da allora diventa motivo ricorrente dei suoi interventi e
parola d’ordine dell’intera Chiesa.
Paolo VI, nell’Esortazione apostolica Evangelii
nuntiandi così scriveva:
Evangelizzatrice, la Chiesa comincia con
l'evangelizzare se stessa. Comunità di credenti, comunità di speranza vissuta e
partecipata, comunità d'amore fraterno, essa ha bisogno di ascoltare di
continuo ciò che deve credere, le ragioni della sua speranza, il comandamento
nuovo dell'amore…
Ciò vuol dire, in una parola, che essa ha sempre
bisogno d'essere evangelizzata, se vuol conservare freschezza, slancio e forza
per annunziare il Vangelo.
lunedì 17 novembre 2014
Matrimonio, la lezione di san Giovanni Paolo II
18-11-2014, http://www.lanuovabq.it/it/articoli-matrimonio-la-lezione-di-san-giovanni-paolo-ii-10972.htm
Pur senza sminuire il valore naturale del matrimonio, la comprensione vera dell’amore tra un uomo e una donna è possibile solo alla luce del mistero divino. È quanto ha spiegato ieri il vescovo e teologo francese Jean Laffitte (segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia) intervenendo al Colloquio internazionale interreligioso sulla complementarietà tra uomo e donna. Nel Colloquio, aperto ieri mattina da papa Francesco (di cui riferiamo a parte), monsignor Laffitte ha presentato la posizione cattolica, ripercorrendo l’insegnamento di san Giovanni Paolo II sulla “Sacramentalità dell’amore umano”.
«Anche se è necessario approfondire la dimensione naturale del matrimonio – ha detto Laffitte – la Chiesa è chiamata anzitutto a svolgere la sua missione che è specificatamente di natura teologica, e si riferisce alla salvezza dell’uomo». Il mistero sacramentale dell’unione degli sposi, infatti, trova la sua sorgente nell’amore che unisce Cristo alla Chiesa. Per questo, ha ricordato monsignor Laffitte, il matrimonio è stato descritto da San Giovanni Paolo II come un «sacramento primordiale» nel quale tutti i sacramenti trovano il loro «prototipo».
martedì 11 novembre 2014
EUTANASIA (dizionario)
Eutanasia (la difesa della vita
morente)
La
parola “eutanasia” deriva dal greco e significa "buona o dolce
morte" (eu= buona e thanatos = morte). Si intende l’uccisione di
una persona umana gravemente invalidata dalla malattia da parte di un medico
per mezzo di una azione o di una omissione che procuri la morte al fine di
eliminargli ogni dolore.
Chiariamo:
da una parte c’è una persona che richiede (o per cui è richiesta) di essere
uccisa da un medico, non essendo in condizioni di farlo da sola, per porre fine
alla sua sofferenza o ad una vita che ritiene indegna di essere vissuta.
Si parla di eutanasia
volontaria o consensuale quando
la richiesta di morte viene chiaramente espressa dal paziente (affetto in molti
casi da emiparesi o dalla SLA, Sindrome
Laterale Amiotrofica, causante
una progressiva perdita delle funzionalità muscolari, fino al sopraggiungere
della piena paralisi e del soffocamento). Si
parla invece di eutanasia non
volontaria quando la
richiesta di morte è espressa dalle persone che hanno in cura il paziente
(generalmente in coma vegetativo) in quanto presumono che, ove egli potesse
esprimersi, la richiederebbe.
sabato 1 novembre 2014
Esiste una prova storica della resurrezione di Gesù?
1 novembre 2014 http://www.uccronline.it/2014/11/01/esiste-una-prova-storica-della-resurrezione-di-gesu/
Molto interessante il dibattito avvenuto nel 2006 tra il noto filosofo analitico William Lane Craig, docente al Talbot School of Theology di Los Angeles, e Bart D. Ehrman, presidente del Dipartimento di studi religiosi” dell’Università della Carolina del Nord. Al centro del dibattito la possibilità che vi sia una prova storica per la resurrezione di Gesù Cristo.
La tesi del prof. Craig è che vi sia una certezza morale per la resurrezione di Gesù che si basa dall’esperienza personale (approccio esperienziale) dell’incontro con Lui tramite il dono della fede, ma che esista anche un sostegno storico che porta a guardare alla resurrezione di Gesù come la miglior spiegazione (dunque potremmo dire una “prova indiretta”) di quattro eventi ben definiti nella storia di Gesù, giudicati altamente attendibili storicamente dalla comunità scientifica. Ecco i quattro eventi:
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