“La misericordia ha
sempre la meglio sul giudizio”[1]
Nell’udienza
del 3 febbraio 2016 papa Francesco si è soffermato ad analizzare il rapporto
tra giustizia e misericordia, due realtà che appaiono in contrapposizione, ma
che sono pienamente unite in Dio che è “giustizia perfetta e insieme
misericordia infinita”. Ma – chiarisce il papa - la giustizia di Dio è diversa
dalla giustizia umana che tende semplicemente ad arginare il male infliggendo
una pena al colpevole. “Questa strada – prosegue il papa - non porta
ancora alla vera giustizia perché in realtà non vince il male, ma semplicemente
lo argina. È invece solo rispondendo ad esso con il bene che il male può essere
veramente vinto”.
Dio
Padre fa giustizia perdonando, incoraggiando, sostenendo… Non fa giustizia
punendo, ma amandoci con misericordia. Commentando la nota parabola del Padre
misericordioso e dei suoi due figli, papa Francesco nel 2013 affermava:
Se nel nostro cuore
non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio,
anche se osserviamo tutti i precetti. Perché è l’amore che salva, non la sola
pratica dei precetti. E’ l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a
tutti i comandamenti. E questo è l’amore di Dio, la sua gioia: perdonare[2].
Amico – risponde il
padrone a chi si lamentava – io non ti faccio torto. Non ti eri accordato con me
per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo
quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure il tuo
occhio è malvagio perché io sono buono? (vv. 13-15)
Dio
vuole che tutti gli operai trovino lavoro e che possano portare a casa il
necessario per far mangiare la propria famiglia: la sua giustizia è
misericordiosa perché tiene conto del bisogno dell’altro e non solo dei suoi
meriti. Perché ama l’altro e ha compassione delle sue sofferenze.
La morale cristiana – ci ricorda ancora
papa Francesco - è la risposta commossa di fronte a una misericordia
sorprendente, imprevedibile, addirittura “ingiusta” secondo i criteri umani, di
Uno che mi conosce, conosce i miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso, mi
stima, mi abbraccia, mi chiama di nuovo, spera in me, attende da me. La morale
cristiana non è non cadere mai, ma alzarsi sempre, grazie alla sua mano che ci
prende[5].
D’altra
parte essere misericordiosi non significa essere indulgenti, di “manica larga”
e, in fondo, conniventi con il male. Ai confessori più volte papa Francesco ha
ricordato:
Tante volte si confonde la misericordia con l'essere un confessore di
manica larga ma pensate: né il confessore di manica larga né il confessore rigido
sono misericordiosi perché nessuno dei due prende per mano il penitente come un
fratello, non lo prende per mano, non lo accompagna nel percorso di conversione,
(…) invece il misericordioso lo ascolta e lo accompagna perché la conversione
incomincia forse oggi, ma deve continuare con la perseveranza aiutando il
penitente a camminare nella giustizia[6].
Il
cardinal Kasper, fine teologo della misericordia e consigliere di papa
Francesco, ha chiarito:
Si confonde misericordia con un laissez-faire superficiale,
con una pseudo-misericordia, e c’è chi sentendo parlare di misericordia
subodora il pericolo che in tal modo si favorisca un’arrendevolezza pastorale e un cristianesimo light, un essere cristiani a prezzo
scontato. Si vede così nella misericordia una specie di ammorbidente che erode
i dogmi e i comandamenti e svaluta il significato centrale e fondamentale della
verità. Siamo però di fronte a un grossolano
fraintendimento del senso biblico profondo della misericordia,
perché essa è allo stesso tempo una fondamentale verità rivelata e un
comandamento di Gesù esigente e provocante[7].
Riferendosi
a Gesù, Albert Camus scrisse: “Nella storia dell’umanità c’è stato un momento
in cui si è parlato di perdono e di misericordia, ma è durato poco tempo, più o
meno tre anni, e la storia è finita male”[8].
Contestiamo la mancanza di lieto fine (per Camus, probabilmente, la parola
Resurrezione significava poco), ma concordiamo sul fatto che è stata proprio la
misericordia di Gesù a scandalizzare e far reagire violentemente l’élite del
suo popolo. La rivelazione di un Dio che ama in questo modo non poteva piacere
a chi ha fatto della legge l’unica misura del valore umano.
Chiamato a scegliere
tra la legge e la misericordia, Gesù sceglie la misericordia senza mettersi
contro la legge, perché sa distinguere il peccato dal peccatore. La legge è
essenziale quale istanza in grado di rivelare il peccato e di farci distinguere
il bene dal male; ma una volta infranta la legge, di fronte al peccatore
concreto deve regnare la misericordia![9]
[1] Gc 2,13
[2] Papa Francesco, Angelus del 15 settembre 2013
[3] Papa Francesco, Veglia di preghiera per la famiglia, 3
ottobre 2015
[4] Mt 20,1-16
[6] Papa Francesco, Discorso
ai partecipanti al corso promosso dal
Tribunale della Penitenzieria Apostolica (12 marzo 2015).
[8] A. Camus, La
caduta, Bompiani 1956
[9] E. Bianchi, L’amore
scandaloso di Dio, San Paolo 2016, pp.77-78.
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