domenica 27 aprile 2014

La Misericordia e Il Papa della Misericordia

di Christoph Schoenborn*27-04-2014, http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-papa-della-misericordia-9055.htm

Giovanni Paolo II prega al Santuario della Misericordia
Papa Giovanni Paolo II diventa santo il 27 aprile, seconda domenica di Pasqua, dunque il giorno in cui si celebra la Festa della Divina Misericordia. La Festa venne istituita nel 2000 proprio da Wojtyla, per volontà di Gesù nelle apparizioni a Santa Faustina Kowalska. Giovanni Paolo II morì proprio il giorno dei vespri alla Divina Misericordia. Monsignor Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, scrive a proposito del Papa che oggi diventa santo nel suo libro “Abbiamo ottenuto Misericordia”, di cui riportiamo alcuni brani, qui di seguito.

Cominciamo con due frasi di Gesù. Egli dice agli apostoli: Siate misericordiosi come e misericordioso il Padre vostro (Lc 6,36). Fra le beatitudini troviamo: Beati imisericordiosi, perché troverannomisericordia (Mt 5,7). Ma cosa significa “misericordia”, “pietà”? Cosa intende Gesù quando dice che dobbiamo essere misericordiosi come Dio Padre?
La Misericordia oggi
Ogni giorno si ripropone, nei contesti più diversi, questa domanda: che cos’è in concreto la misericordia? Dov’è il confine fra misericordia e leggerezza, fra misericordia e ingiustizia? Non è talvolta più misericordiosa la severità, piuttosto che un atteggiamento che lascia passare tutto (“everything goes”)? Non è certo espressione di misericordia che i genitori permettano tutto ai loro figli; è invece necessario, per amore, porre dei limiti. Non può esserci misericordia senza giustizia, per questo una certa severità ci vuole. L’amore sopporta tutto, ma esige anche molto. A livello sociale, nel rispetto del bene comune, vanno posti dei limiti agli abusi. E se si è troppo misericordiosi da una parte, non ne può risultare un’ingiustizia nei confronti di altre persone? Si discute in tutta Europa sul diritto d’asilo. E su questo punto la nostra domanda assume un’importanza fondamentale. In caso di vero pericolo, l’asilo va concesso, questo è un diritto dell’uomo. Non si deve rispedire nessuno in un luogo in cui è risaputo che vi è pericolo di morte.

martedì 22 aprile 2014

Le testimonianze sulla risurrezione sono storicamente attendibili?

Quali ragioni ci inducono a credere alla risurrezione di Cristo narrata dai primi apostoli come a un fatto storico concreto?

La scoperta della tomba vuota e le apparizioni di Gesù vennero annunciate in pubblico a meno di due mesi dalla sua morte, quando molti a Gerusalemme avrebbero sicuramente potuto smentire tutti i fatti. Come primi testimoni vennero indicate proprio delle donne, che per il diritto ebraico di allora non erano attendibili. E infine, solo un evento storico sconvolgente può motivare il “Big Bang” che spinse gli apostoli, dubbiosi, a volte increduli, ma comunque smarriti per la morte ignobile del loro maestro, a rischiare la vita pur di annunciarlo.

1) A giocare a favore dell'attendibilità storica dei racconti del sepolcro vuoto è sicuramente il ruolo centrale delle donne – in particolare di Maria Maddalena –, che per il diritto ebraico dell'epoca non avevano alcun valore come testimoni.

lunedì 21 aprile 2014

La Pasqua ebraica e quella cristiana

Oscar Battaglia
pesah-pasqua
L’etimologia del nome
Siamo talmente abituati ad usare certe parole di uso comune, che non ci domandiamo più che cosa significhino. Una di queste è la parola «Pasqua», che in ebraico suona «Pesah» (פםח), e in greco e in latino: «Pascha». Il termine ricorre la prima volta nel testo che racconta la sua istituzione nel Libro dell’Esodo al Cap. 12. Eccolo:

sabato 19 aprile 2014

Tre meditazioni sul Sabato santo di Joseph Ratzinger

L'angoscia di una assenza. Meditazioni sul Sabato Santo



In queste pagine, miniature tratte dall’evangeliario dell’inizio del XIII secolo conservato nell’abbazia benedettina di Groß Sankt Martin a Colonia: la deposizione.
In queste pagine, miniature tratte dall’evangeliario dell’inizio del XIII secolo conservato nell’abbazia benedettina di Groß Sankt Martin a Colonia: la deposizione.
PRIMA MEDITAZIONE 

Con sempre maggior insistenza si sente parlare nel nostro tempo della morte di Dio. Per la prima volta, in Jean Paul, si tratta solo di un sogno da incubo: Gesù morto annuncia ai morti, dal tetto del mondo, che nel suo viaggio nell’aldilà non ha trovato nulla, né cielo, né Dio misericordioso, ma solo il nulla infinito, il silenzio del vuoto spalancato. Si tratta ancora di un sogno orribile che viene messo da parte, gemendo nel risveglio, come un sogno appunto, anche se non si riuscirà mai a cancellare l’angoscia subita, che stava sempre in agguato, cupa, nel fondo dell’anima. Un secolo dopo, in Nietzsche, è una serietà mortale che si esprime in un grido stridulo di terrore: «Dio è morto! Dio rimane morto! E noi lo abbiamo ucciso!». Cinquant’anni dopo, se ne parla con distacco accademico e ci si prepara a una “teologia dopo la morte di Dio”, ci si guarda intorno per vedere come poter continuare e si incoraggiano gli uomini a prepararsi a prendere il posto di Dio. Il mistero terribile del Sabato santo, il suo abisso di silenzio, ha acquistato quindi nel nostro tempo una realtà schiacciante. Giacché questo è il Sabato santo: giorno del nascondimento di Dio, giorno di quel paradosso inaudito che noi esprimiamo nel Credo con le parole «disceso agli inferi», disceso dentro il mistero della morte. 

venerdì 18 aprile 2014

Origine, significato e struttura delle processioni della Settimana Santa

Com'è la Settimana Santa nel tuo Paese o nella tua città?

Ogni processione ha le proprie peculiarità, visto che ogni popolo ha tradizioni che si sono pian piano integrate nel patrimonio culturale cristiano. In America Latina, gran parte delle tradizioni proviene dalla vecchia Spagna, e così parleremo in particolare di questa.

La Settimana Santa in Spagna è molto ricca e varia, con tradizioni particolari a seconda dei paesi e delle regioni. In alcune zone spiccano i canti (Settimana Santa andalusa), in altri il silenzio (Settimana Santa castigliana) o il suono dei tamburi (Settimana Santa a Hellín o a Cuenca). La maggior parte delle processioni ha comunque dei tratti comuni che cercheremo di sottolineare.

Origine delle processioni

giovedì 17 aprile 2014

Pasqua e il suo ciclo

Originariamente la chiesa celebrava la propria festa di Pasqua in un solo giorno: nella notte tra il Sabato santo e la domenica di Pasqua

Testimonianze chiare si hanno solo nel sec. IX. Nella seconda metà di questo secolo assume una particolare importanza la controversia pasquale. Mentre i cristiani dell’Asia Minore e della Siria compivano la celebrazione annuale, indipendentemente da un determinato giorno della settimana, sempre il 14 di nisan, il plenilunio del primo mese di primavera (‘Quartodecimani’), la rimanente parte della cristianità si decise per la domenica dopo il 14 di nisan. Il concilio di Nicea del 325 pose termine a questa controversia interna della chiesa a motivo della data pasquale con la prescrizione di celebrare sempre la pasqua la domenica dopo il primo plenilunio di primavera. Con questo ordinamento dipendente dalle fasi lunari si accettò che questa data di pasqua, in un computo del tempo basato sul sole, avesse un’oscillazione di cinque settimane (22 marzo - 25 aprile) e che così una gran parte dell’anno liturgico fosse caratterizzata da feste mobili. Recenti sforzi per una fissazione (più stabile) della data di pasqua sono rimasti finora senza esito .

martedì 15 aprile 2014

CHE COSA C'È DI NUOVO NELLA "EVANGELII GAUDIUM"?

di Paul-Anthony McGavin, http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350762

Papa Francesco ha attratto su di sé la grande attenzione dei media grazie a battute e interviste in stile colloquiale. La stampa popolare ha per lo più elogiato le sue dichiarazioni, ha ascoltato ciò che vuole ascoltare, ha diffuso ciò che vuole ascoltare, e ha omesso di ascoltare il suo motto ricorrente: "Io sono figlio della Chiesa".

"Evangelii gaudium" è la prima ampia e approfondita messa per iscritto di molto di ciò che il Santo Padre ha detto oralmente. Io qui mi propongo di mostrare che la novità della "Evangelii gaudium" si trova in quello che chiamo il metodo, la maniera di pensare e di ragionare.

lunedì 14 aprile 2014

DENARO e FEDE (Dizionario)

Il denaro serve in primo luogo a sostenere le spese necessarie per mantenersi. Infatti, serve ad assicurarsi il sostentamento anche per il futuro. È quindi sensato mettere da parte dei soldi e investirli bene, in modo da poter vivere nella vecchiaia senza paura della povertà e della miseria. Ma nei confronti del denaro dobbiamo sempre essere consapevoli che è a servizio degli uomini e non viceversa.
Il denaro può dispiegare anche una dinamica propria. Ci sono persone che non ne hanno mai abbastanza. Vogliono averne sempre di più. Ed eccedono nel preoccuparsi per la vecchiaia. In ultima analisi diventano dipendenti dal denaro. Nel rapporto con il denaro dobbiamo rimanere liberi interiormente e non lasciarci definire sulla base del denaro e nemmeno lasciarci dominare da esso. Se giustamente si dice che il denaro è al servizio dell'uomo, allora non dovrebbe essere solo al mio servizio, ma anche a quello degli altri. Con il mio denaro ho sempre una responsabilità nei confronti degli altri. Le donazioni a favore di una causa buona sono solo una possibilità di concretizzare questa responsabilità. Da dirigente d'azienda posso creare posti di lavoro sicuri mediante investimenti e, in questo modo, essere al servizio degli altri. O sostengo progetti che aiutano a vivere in modo più umano. Importante è l'aspetto del servizio agli altri e della solidarietà: soprattutto l'evangelista Luca ci ammonisce a tenere un atteggiamento di condivisione reciproca.

giovedì 10 aprile 2014

Debolezza (Dizionario)

La debolezza del cristiano
di ENZO BIANCHI JESUS, giugno 2013

Nella vita cristiana prima o poi si conosce, si sperimenta il paradosso della debolezza umana quale vera condizione per la forza evangelica. Esperienza quasi sempre faticosa, dolorosa, a caro prezzo, ma che risulta essenziale in un cammino di fede che sia anche conformazione alla vita di Gesù, un cammino pasquale. È Gesù stesso che lo rivela nel discorso della montagna, quando afferma che sono beati, felici, convinti di poter andare avanti con fiducia e di essere nella verità quanti sono poveri, miti, disarmati, perseguitati, affamati (cf. Mt 5,1-12); ma anche quando afferma: «Ecco, io vi mando come pecore in mezzo a lupi» (Mt 10,16), chiedendo ai cristiani la debolezza degli agnelli in mezzo a un branco di lupi. 

martedì 8 aprile 2014

Demonio dimenticato ma sempre presente

I Vangeli illustrano chiaramente la continua lotta tra Cristo e il tentatore. Le indicazioni del Catechismo in merito al fenomeno delle possessioni demoniache 

di Aldo Buonaiuto, http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=12362

Negli ultimi decenni il cristianesimo è osteggiato su diversi fronti, sia culturali che socio-politici. Un esempio eclatante di come una certa formazione laicista e razionalista sia ormai efficacemente penetrata tra le maglie religiose è la caduta di interesse nei confronti del demonio e di tutte le sue azioni, dirette o indirette che siano.

Al diavolo non crede più quasi nessuno nonostante il contraddittorio interesse sul tema a volta anche morboso e spesso questa miscredenza c'è anche nelle persone dell’ambiente ecclesiastico; è ormai stato ridotto, principalmente dalla psicologia e dalla sociologia, a “pulsioni subconscie” o a “male sociale”. Dell’antico tentatore, puro spirito creato libero e buono da Dio, ma poi pervertitosi e dannato eternamente, non rimane quasi più traccia. La nostra società, oberata da consumi e materialismo, sembrerebbe averlo dimenticato.

lunedì 7 aprile 2014

Gli occhi di Gesù (di fronte alla nostra morte…)

Una riflessione di Antonio Socci sulla nostra società fondata sull'ironia e il nichilismo

Certo, i poeti e i profeti lo dicono con ben altra potenza. Ma anche quei protagonisti della cultura pop di oggi che sono i cantautori – menestrelli del duemila – a volta azzeccano un verso (o una canzone) che, sia pure in un mare di nichilismo, è come un lampo di luce sulla condizione umana.
Penso all’ultimo successo di Vasco Rossi, “Dannate nuvole”, che parla della vita come “valle di lacrime” dove “tutto si deve abbandonare” perché “niente dura” e “questo lo sai, però non ti ci abitui mai. Chissà perché?”.
Questa fragilità dell’esistenza, che davvero dura un soffio di vento e – dice la Bibbia – è come l’erba del campo (“al mattino fiorisce e alla sera è falciata e dissecca”), è la vera grande domanda che grava su di noi. Più incombente di qualsiasi problema quotidiano. Perché è la domanda sul senso della vita.
 

domenica 6 aprile 2014

Cultura e fede (dizionario)

Come la Chiesa ha alfabetizzato l’Europa

di Francesco Agnoli, scrittore e saggista

Si discute, in questi tempi, della scuole paritarie. Sembra che la scure dell’Imu debba calare anche su di loro, con effetti devastanti. L’argomentazione dei contrari è semplice: le scuole paritarie, che offrono un servizio pubblico, fanno risparmiare allo Stato sei miliardi di euro l’anno. E’ giusto ricordarlo, a tutti coloro che, mentendo, affermano che le scuole paritarie toglierebbero soldi all’istruzione pubblica. Giusto, dicevo, ma troppo poco. Se ormai non apparisse polemico sostenere che la neve è bianca, si dovrebbe ricordare una verità storica evidente: è la Chiesa, da cui ancora oggi originano la gran parte delle paritarie, che ha educato e alfabetizzato l’Europa. Negarle oggi il diritto di continuare a lavorare nel campo dell’educazione significa compiere un delitto, quantomeno di irriconoscenza, contro la propria storia.
Vediamo, brevemente, i fatti.

giovedì 3 aprile 2014

CROCE (Dizionario)


E’ il segno che caratterizza l’identità del cristiano e ricorda l’amore di Dio espresso in pienezza nel dono della vita offertaci dal Cristo. Il segno della croce è accompagnato dalla formula trinitaria (“Nel nome del Padre…”) e nei due assi, verticale e orizzontale, indica l’unione tra cielo e terra (asse verticale: “Come in cielo e così in terra”) e la comunione tra gli uomini garantita dallo Spirito santo (asse orizzontale). C’è dunque racchiusa tutta la nostra fede: nel Dio trinitario, nel suo amore per noi, nell’amore che dobbiamo vivere con i nostri fratelli. Con il Figlio c’è sempre il Padre e lo Spirito santo.
Strumento di morte, la croce abbracciata dal Cristo, diventa strumento di salvezza: l’amore trasforma il male in bene, la morte in vita eterna.
Prendere la propria croce” diventa l’invito a vivere ogni difficoltà, ogni umiliazione, continuando ad amare, a perdonare, a sperare che l’amore ha l’ultima parola e vince la morte e il male.
La croce diventa per il Crocifisso il suo trono da dove regna sovrano: la festa di Cristo Re dell’universo ci invita a contemplarlo sulla croce, come colui che è innalzato e che attira a sé ogni persona (“volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”).
E’ dal Crocifisso infine che scaturisce lo Spirito, dono ultimo dell’atto del morire, e il sangue e l’acqua dal costato trafitto (cf. Gv. 19,34), simboli dei sacramenti che dal suo amore, dalla sua vita scaturiscono.

 

L'avventura della croce