La
castità è una virtù. La castità è quell’energia spirituale che libera
l’amore dall’egoismo. Il sesso svincolato da un contesto di donazione
totale e completa di sé all’altro diviene un animalesco esercizio fisico, mosso
da pulsioni egoistiche, che conduce ad una reificazione del proprio partner. La
castità prematrimoniale, che implica per i fidanzati lacontinenza fino
al matrimonio, è una virtù che eleva l’uomo; viene suggerita, non per
mortificare la coppia, ma perché fa bene e promuove la comprensione
dell’immenso valore del matrimonio.
Il sesso unisce, crea un legame molto intimo col partner e, poiché ciò accade più o meno consapevolmente ogni volta, più partner sessuali si hanno, più il legame con ognuno si indebolisce.
Il sesso unisce, crea un legame molto intimo col partner e, poiché ciò accade più o meno consapevolmente ogni volta, più partner sessuali si hanno, più il legame con ognuno si indebolisce.
L’attesa,
questa “fatica”, viene sacrificata (etimologicamente sacrum facere:
“rendere sacro”) per amore, facendo comprendere che ci si vuole bene
in modo autentico ed affascinante: nella coppia ci si stima molto di più quando
si è sciolti dai lacci delle pulsioni egoistiche del mero piacere.
Il
sesso prematrimoniale, inoltre, è intrinsecamente deleterio per quella stagione
della vita che è il fidanzamento. Questo periodo è un tempo di
verifica della scelta della persona da amare. Ebbene, il rapporto
prematrimoniale rischia spesso di annebbiare tale scelta perché, se lascia
insoddisfatti, porta a concludere che si è incompatibili, quando magari il
matrimonio potrebbe dimostrare il contrario; se, invece, il rapporto intimo
soddisfa, può celare alcune incompatibilità pronte ad emergere dopo il
matrimonio. I fidanzati ancora non si appartengono.
A
tal proposito don Giussani afferma: “Per amare veramente
una donna occorre un distacco: adora di più la sua donna un uomo che la guarda
ad un metro di distanza, meravigliato dell’essere che ha davanti, quasi
inginocchiato davanti ad essa, o quando la prende? No! No, quando la prende,
finisce”. Solo il matrimonio suggella la completa e definitiva donazione di
sé all’altro e, quindi, solo allora si giustifica quella più intima e profonda
donazione di sé che si concreta, soprattutto, nella potenzialità procreativa
dell’atto sessuale.
Vedi
anche il filmato "Amore senza rimorso"
sulla castità:
Se
vuoi crescere bene rispetta i tuoi tempi
di
Tonino Lasconi, Avvenire 30.7.09
« Un mio amico mi ha confidato di trovarmi molto carina
e mi ha chiesto di ricambiare i suoi sentimenti e di stare con lui. Gli ho
risposto gentilmente di no. Da allora lui mi evita e mi guarda male. Lui mi sta
simpatico e io non vorrei perdere la sua amicizia, ma non voglio che il
rapporto diventi più di una bella amicizia. Che posso fare?». Mara
«Sto
per compiere tredici anni. Devo credermi sfortunata se non ho ancora baciato un
ragazzo?». Silvia
Mara e Silvia, vi rispondo in tandem perché le vostre
richieste suonano praticamente all’unisono. No, Silvia, non devi crederti
sfortunata, ma furba e saggia. Riterresti fortunata una tua amica
quattordicenne perché è riuscita a guidare la macchina di papà senza patente?
Penso proprio di no. Tu, come me e come tutti, la riterresti
superficiale e avventata. So che il mio paragone – volutamente esagerato e
sproporzionato – farà ridere tanti tuoi amici evoluti, e forse anche tanti
adulti che si credono, come si dice, avanti. Ma io penso che mettere a rischio
la vita affettiva e sessuale propria e degli altri sia altrettanto pericoloso e
dannoso che rischiare l’incolumità fisica propria e degli altri.
Lo stesso discorso vale per Mara. Passare subito dall’amicizia, una esperienza fondamentale di crescita, allo «stare insieme», scimmiottando un rapporto che non si è ancora in grado di reggere è impoverire la scoperta dell’altro, che si realizza nella molteplicità delle amicizie belle, pulite, libere, molteplici. A quattordici anni, chiudersi per «stare» con uno solo è come leggere due righe soltanto di una poesia di dieci, è come imprigionare gli occhi su trenta centimetri di una quadro di tre metri. Carissime Mara e Silvia, crescere è una avventura meravigliosa che richiede rispetto dei tempi e dei passaggi. La natura non fa salti: una pianticella delicata per diventare albero robusto ha bisogno di terreno, di aria, di acqua, di sole nella giusta quantità e nei tempi giusti, nonché di essere protetta dal gelo, dal solleone, dal vento. È così anche per gli alberelli della specie umana. Sono sicuro però che anche nel campo della sessualità i nodi del «tutto e subito» verranno al pettine. Vedete cosa sta accadendo in questi giorni con l’alcol e le droghe? Quelli che predicavano che ai ragazzi non bisogna mai dire di no, tanto che male c’è a divertirsi con qualche happy hour , adesso sono costretti a ricorrere ai vigili urbani, ai carabinieri, alla polizia, alle multe ai gestori e ai genitori. Prevenire è meglio che punire, diceva un grande educatore dei giovani, Giovanni Bosco. Chissà se i sapientoni del «tutto e subito» si decideranno a imparare la lezione.
Lo stesso discorso vale per Mara. Passare subito dall’amicizia, una esperienza fondamentale di crescita, allo «stare insieme», scimmiottando un rapporto che non si è ancora in grado di reggere è impoverire la scoperta dell’altro, che si realizza nella molteplicità delle amicizie belle, pulite, libere, molteplici. A quattordici anni, chiudersi per «stare» con uno solo è come leggere due righe soltanto di una poesia di dieci, è come imprigionare gli occhi su trenta centimetri di una quadro di tre metri. Carissime Mara e Silvia, crescere è una avventura meravigliosa che richiede rispetto dei tempi e dei passaggi. La natura non fa salti: una pianticella delicata per diventare albero robusto ha bisogno di terreno, di aria, di acqua, di sole nella giusta quantità e nei tempi giusti, nonché di essere protetta dal gelo, dal solleone, dal vento. È così anche per gli alberelli della specie umana. Sono sicuro però che anche nel campo della sessualità i nodi del «tutto e subito» verranno al pettine. Vedete cosa sta accadendo in questi giorni con l’alcol e le droghe? Quelli che predicavano che ai ragazzi non bisogna mai dire di no, tanto che male c’è a divertirsi con qualche happy hour , adesso sono costretti a ricorrere ai vigili urbani, ai carabinieri, alla polizia, alle multe ai gestori e ai genitori. Prevenire è meglio che punire, diceva un grande educatore dei giovani, Giovanni Bosco. Chissà se i sapientoni del «tutto e subito» si decideranno a imparare la lezione.
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