sabato 14 giugno 2014

TRINITA' (Dizionario)

Sembra una questione difficile, relegata ai teologi, quella di comprendere cosa sia la Trinità così come, del resto, comprendere la definizione che ne è stata data: un solo Dio in tre persone distinte.
Eppure non può essere una cosa da poco conto cercare di capire chi è il Dio in cui crediamo. Da questa ricerca ne consegue la nostra fede e la nostra vita concreta.
Pensiamo alle conseguenze concrete che possono derivarne: essere creati ad immagine di Dio che è uno è trino significa cercare l’unità senza uniformismi, rispettare e valorizzare le diversità di carismi, di ruoli, ma finalizzarli tutti al bene comune. Significa accogliere gli stranieri sentendoli parte di noi: distinti, ma chiamati con tutti all’unità.
Le Scritture non ci offrono definizioni concrete di Dio, se non quella fondamentale di Giovanni che ci ripete più volte che Dio è Amore e quella di Gesù stesso che ci parla di Dio come di un Padre. Le Scritture ci invitano piuttosto a fare esperienza di Dio, a metterci in suo ascolto, a lasciarci guidare da lui per poterlo conoscere.
E’ Dio che si è fatto conoscere entrando nella nostra storia e rendendola storia divina, abitata e guidata da lui: ha scelto un piccolo e insignificante popolo di pastori, quello ebraico.
E’ Dio che ci ha creati a sua immagine e come lui dobbiamo diventare. Un Dio che non possiamo pienamente com-prendere perché ci supera sempre, va sempre oltre alle nostre definizioni. Un Dio che è alterità e mistero, ma insieme un Dio che si fa conoscere, che si sporca le mani, che guida la storia. Un Dio che dà fastidio, che è esigente, che non ci consente di giustificare il nostro tornaconto, che ci chiede di difendere e stare dalla parte dei deboli, degli emarginati, degli stranieri…
Eppure le “leggi” che ci dà non sono fatte per lui, non ha bisogno delle nostre preghiere o dei nostri sacrifici. Sono dettate per noi: “perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te”, una felicità che richiede rispetto per gli altri, per le generazioni che verranno. Non possiamo tranquillamente continuare a depredare e inquinare la terra mettendo a rischio le generazioni future. Solo così l’umanità può restare felice e a lungo “nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre”.
Sono passi in avanti con cui gli uomini di fede comprendono sempre un po’ di più chi sia il Dio che si è fatto loro conoscere.
Ma la rivelazione definitiva è per noi giunta con Gesù Cristo: è lui che ci rivela il volto del Dio invisibile nel suo volto di Figlio, che ci parla di Dio come di un Padre che ci ama immensamente, di un Dio con cui è in rapporto strettissimo e confidenziale. E’ lui che inizia a parlare apertamente e in modo più chiaro dello Spirito Santo. Ed è lui ad inviare gli apostoli nel mondo perché facciano “discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. E lui, infine, l’Emmanuele annunciato dai profeti, cioè il Dio con noi che rimane con noi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Così l’inizio e la fine del Vangelo secondo Matteo presenta proprio questa inclusione del Dio con noi, in mezzo a noi.
L’accenno sulla Trinità è fissato nel sacramento che ci rende cristiani: il battesimo, parola che significa “immersione”. Gesù vuole che tutti siamo immersi, inseriti nella realtà divina. Che entriamo in questo progetto d’amore di tre persone distinte che si amano reciprocamente a tal punto da formare una sola cosa, un solo cuore.

L’ICONA DELLA TRINITA’ di Rublev
Questa icona è considerata il massimo esempio nella rappresentazione dell’episodio biblico de “L’ospitalità di Abramo”.
Icona di modeste dimensioni, venne dipinta su una tavola di legno nel 1411 dal monaco russo Andrej Rublev.
Rublev scelse, per la prima volta nell’iconografia trinitaria, di illustrare le Tre Persone come figure umane. Le dipinse quasi identiche, trascurando la descrizione realistica del paesaggio e dando ad ogni particolare un significato speciale.
Come moltissime icone, anche questa è “scritta” su una struttura geometrica precisa, nella quale ogni elemento ha una proporzione stabilita e trova il suo posto secondo il suo significato e il suo valore, in un equilibrio armonico di tutta la raffigurazione.
La composizione è costruita sulla croce, che costituisce la struttura geometrica principale.

Sai come spiego il mistero di un solo Dio in tre Persone? Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c’è una Persona che si aggiunge all’altra e poi all’altra ancora. In Dio ogni Persona vive per l’altra.
E sai come concludo? Dicendo che questo è uno specie di marchio di famiglia. Una forma di ‘carattere ereditario’ così dominante in ‘casa Trinità’ che, anche quando è sceso sulla terra, il Figlio si è manifestato come l’uomo per gli altri”.
(…) L’uomo è icona della Trinità (“facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”) e pertanto, per quel che riguarda l’amore, è chiamato a riprodurre la sorgività pura del Padre, l’accoglienza radicale del Figlio, la libertà diffusiva dello Spirito.
In genere i nostri modi di vedere il mondo sono profondamente dualistici: giorno/notte, buono/cattivo, bianco/nero, maschio/femmina, corpo/anima. Spesso questi dualismi sono il segnale delle opposizioni che conferiscono identità: noi/loro, giusto/sbagliato, repubblicano/democratico, sinistra/destra, gesuita/domenicano! La nostra politica, i nostri sport, le nostre questioni e rivalità d’amore: tutto di solito è dualistico. Ma ritrovare noi stessi in un amore trinitario significa essere liberati da queste opposizioni binarie. Ritroviamo noi stessi dentro all’amore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre che è lo Spirito santo. Questo è un amore che è assolutamente reciproco, ma fecondo al di là di se stesso. Quindi essere coinvolti all’interno della vita trinitaria ci conduce al di là delle anguste e limitate infatuazioni, degli antagonismi in cui sono confinati gli esseri umani. Siamo condotti dentro uno spazio che è sempre più grande.
 ___________

Benedetto: “Dio è tutto e solo amore”

“Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica”: è un brano dell’angelus pronunciato a mezzogiorno dal papa, nel giorno Trinità.
E ancora: “In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il ‘nome’ della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere-in-relazione e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore Creatore (…)
«Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà. La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione e viviamo per amare ed essere amati. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio ‘genoma’ la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore”. In trenta righe di testo ha usato 13 volte la parola “amore” e due volte il verbo “amare”. Ha qualificato l’amore come “principio trascendente” dell’uomo e del creato: e qui c’era un rimando - per gli addottrinati - all’amore come “principio trascendentale” del cristianesimo di cui il teologo Ratzinger tratta in “Introduzione al cristianesimo” (1968). Dottrina ardua, che oggi ha reso comprensibile a tutti con l’audace espressione riguardante l’amore come “traccia” della Trinità inscritta nel “genoma” umano. Altre volte aveva fatto ricorso alle immagini della fissione nucleare e del “big bang”, oggi ci ha donato questa del “genoma”. Ma anche l’espressione “Dio è tutto e solo amore” è coraggiosa, assimilabile a un’altra su cui feci un post il 13 settembre 2008: “In realtà, basta amare”.
PREGHIERE
Tu sei Padre, Signore mio Dio. Padre di tenerezza e di amore, Padre che ami e che perdoni, Padre che mi prendi nelle tue mani e sul tuo cuore, Padre che consoli e che rassicuri, Padre che non mi abbandoni mai e mi rimetti sempre in piedi.
Tu sei Figlio, Signore mio Dio. Piccolo bambino fragile nelle braccia di tua madre. Figlio, uomo tra gli uomini, tu mi parli e mi insegni che cos'è la Vita. Figlio, tu ti offri sulla croce perché tutti gli uomini possano vivere di te, oggi e sempre.
Tu sei Spirito, Signore mio Dio. Fuoco che riscalda i miei inverni. Soffio che mi anima e vento che mi sospinge, Spirito d'amore, spirito di vita, Spirito di giustizia e di libertà.
Tu sei Padre, tu sei Figlio, tu sei Spirito, Signore mio Dio.

Andate... nel nome di Dio
Andate per le strade del mondonel nome di Dio che è Padre. Egli è la sorgente di ogni vita, il respiro che anima l'esistenza dell'uomo. Con lui diventerete anche voi creatori e farete di questo mondo un luogo di pace e di fraternità.
Andate per le strade del mondonel nome di Dio che è Figlio. Egli non ha esitato a venire tra voi, per vivere come uno di voi e conoscere la gioia e il dolore, la sofferenza e la fatica, e addirittura la morte. Ma questa non l'ha potuto trattenere ed egli è risorto in un mattino di primavera. Assieme a lui portate luce e speranza nel cuore degli uomini di questo tempo.
Andate per le strade del mondonel nome di Dio che è Spirito Santo. Egli èdiscrezione ed umiltà, ma anche fecondità. Sa donare forza e coraggio. Sospinti da lui, destatevi dal vostro torpore e seminate fiori di vita e di amore nei solchi di ogni regione della terra.

Trinità beata, fonte di eterno amore, riempi la nostra vita
con l’infinita ricchezza delle tue virtù e la gioiosa compagnia della tua Presenza.
Concedi a noi la forza di imitare:
- da te, o Padre, la bontà e l’accoglienza, la saggezza e il perdono;
- da te, o Figlio, la tua consacrazione al Padre che è obbedienza e sacrificio, ascolto e abbandono;
- da te, o Spirito Santo, l’amore fraterno e i discernimento, la missionarietà e l’audacia della profezia.
O Dio Trino ed unico,
fa’ che la Chiesa, nostra madre, sia riflesso della tua comunione e icona della tua comunità.
Fa’ che la nostra Famiglia Ecclesiale, sulle orme di Gesù «buon pastore»
possa contribuire a rievangelizzare il mondo
rinnovando la pastorale parrocchiale attraverso le piccole comunità ecclesiali,
il laicato adulto e l’impegno nel territorio.
Insegnaci a servire e promuovere gli uomini nostri fratelli
a partire dagli ultimi, più bisognosi e poveri,
in ascolto dei segni tempi,
nei solchi della storia, per le strade del mondo.
La Vergine Maria,
Madre di Gesù e Madre nostra,
benedica e assista il nostro cammino. Amen.


Dio, che sei Padre, ti ringrazio di avermi chiamato alla mia storia e dentro la mia storia. Tu da sempre hai preparato un mondo per potermi incontrare, per potermi dire un giorno tutto il tuo amore, che è u n amore completo, un amore di Padre e di Madre per il proprio figlio. Dammi di credere in Te, di affidare a te ogni mio passo, ogni mio desiderio, per riuscire a essere veramente nelle tue mani.

Dio che sei Figlio, sei entrato nella mia storia e mi hai salvato. Non hai badato a quanto ti convenisse, ma hai partecipato del disegno di amore che il Padre aveva per me e per tutti i miei fratelli e le mie sorelle che camminano insieme a me. Dammi di vivere della tua libertà di azione e di parola, dammi di capire quanto la verità possa farmi realmente libero di fronte al peccato e di fronte agli altri.


Dio, che sei Spirito Santo, è la tua forza che apre i miei occhi a vedere la storia vera che sta dietro la facciata di ogni giorno, è la tua potenza che mi mostra i miracoli che avvengono in me e in quanto sono intorno a me. Dammi i tuoi doni, per affrontare il mio cammino con gli occhi bene aperti e le orecchie capaci di sentire la voce che mi richiama alla vita, il battito di quel cuore che mi riscalda quando ho paura, la stretta di mano che mi rinforza e mi parla come a una persona, il sorriso di chi è capace di giocare con la vita divina che è nel mondo.

Nessun commento:

Posta un commento