L' Abbé Pierre, al secolo Henri Antoine Grouès (Lione, 5 agosto 1912 – Parigi, 22 gennaio 2007) è stato un presbitero, partigiano e uomo politico francese, fondatore nel 1949 dei Compagnons d'Emmaüs, un'organizzazione per i poveri e i rifugiati.
Nel 1928, all'età di sedici anni, ebbe quello che egli stesso definì "un colpo di fulmine con Dio": durante una gita ad Assisi, al Convento Le Carceri, avvertì forte la vocazione per la vita monacale. Henri decise di entrare nell'ordine francescano dei frati minori cappuccini. Nell'ordine assunse il nome di "frate Philippe". Ordinato sacerdote nel 1938, nel 1939 fu costretto ad abbandonare la vita monastica per motivi di salute. Si incardina nella diocesi di Grenoble. Durante la II guerra mondiale è cappellano in Marina. Dal 1942 dalle montagne di Grenoble partecipa alla Resistenza contro l'occupazione nazista, aiuta molti a fuggire in Svizzera: ebrei, perseguitati politici, partigiani che lo ribattezzano "abbé Pierre". Salva tanti bambini e porta sulle spalle il fratello del "generalissimo" Charles De Gaulle, malato e ricercato dalla Gestapo. Membro della Costituente, deputato all'Assemblea nazionale nel Movimento repubblicano popolare (Mrp), fondato dai partigiani cristiani, ha un dialogo serrato e conflittuale con il potere. Nel 1951 si dimette per dedicarsi ai poveri. Nelle discariche di Parigi offre ai disperati un aiuto, lavora con loro nella raccolta e selezione di stracci, abiti, carta, bottiglie, ferro, oggetti di ogni genere - la "raccolta differenziata" ante litteram da rivendere.
Nel 1949 fonda le Comunità Emmaus. Tutto nasce dall'incontro con Georges, un assassino parricida, disperato e alcolizzato, che vuole suicidarsi: «
La tua storia è sfortunata ma non posso fare nulla per te, il mio stipendio di deputato è speso per soccorrere le famiglie che vivono negli scantinati. Ma prima di ucciderti, vieni ad aiutarmi». Georges lo segue, il seme è gettato: «Avevo un locale, ho messo l'insegna Emmaus». Rispetto al primo gruppo di "straccivendoli" a NeullyPlaisance, a nord di Parigi, oggi Emmaus conta 120 comunità in Francia, una decina in Italia, 450 in altri 37 Paesi, e Oltralpe gestisce ogni anno 120 milioni di euro. Dal 1971 è un'istituzione caritativa internazionale che opera soprattutto in Africa e in America Latina.Uomo d'azione, per tutta la vita si batte con vigore, tenacia e insistenza contro le ingiustizie della società opulenta, contro l'abbandono dei deboli, contro l'emarginazione dei poveri, per dare una casa ai senzatetto, dignità agli immigrati sans-papiers, amore ai poveri. Sferza con parole di fuoco l'Occidente ricco e sprecone; gira il mondo e viene spesso in Italia: «La nostra epoca mostra più delle altre che il vero modo d'impiego della vita è vivere la condivisione. L'uomo è legato a Dio dalla sua libertà che gli permette di amare. Non basta dire "sono libero", se questa libertà non è realizzata nell'amore». Con Madre Teresa di Calcutta è il simbolo della carità e della solidarietà, conosciuto e stimato anche dai non cristiani. Il nunzio a Parigi Angelo Giuseppe Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, lo invita in nunziatura e lo chiama "il mio carbone ardente".
In Vaticano gode la stima del sostituto della Segreteria di Stato monsignor Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI. Il dottor Albert Schweitzer, luterano e medico dei lebbrosi in Africa, gli scrive:
«Tu hai l'enorme privilegio di predicare con i fatti, le parole sono un accompagnamento in sordina». Nel 2004 lancia un nuovo j'accuse: «Viviamo in una nazione ricca nella quale 3,7 milioni sono sotto la soglia della povertà, 3 milioni hanno seri problemi di casa, ci sono milioni di disoccupati. Smettetela di sentirvi impotenti davanti alle sofferenze e non delegate ad altri o allo Stato. Usciamo dal torpore che ci distrugge. Passiamo all'azione. Trasformiamo i volti anonimi della miseria in uomini e donne che ci aiutino a dare un senso alla nostra esistenza».
Un carismatico, ma anche realista
Apostolo e carismatico, ma realista. A 90 anni ammette: «Penso che il divario tra ricchi e poveri esisterà sino alla fine del mondo. E il risultato della fragilità umana, dei nostri peccati ed egoismi, delle nostre ambizioni che ci portano a sfruttare gli altri e a calpestarli». Ha le sue debolezze e commette i suoi errori. Nella Chiesa attraversa momenti difficili per l'indipendenza di giudizio, l'ostinazione, le provocazioni scomode, le polemiche con la gerarchia, l'estrema sincerità. Nel libro del 2006 Mio Dio... perché? (Garzanti libri, pp. 92, € 10,00) rilancia i perenni interrogativi che scuotono l'uomo: «Ho 93 anni, e la mia fede si fa sempre più interrogativo: mio Dio perché? Perché il mondo? Perché l'esistenza umana? Perché tanta sofferenza? Perché i deboli devono sempre soccombere? Perché siamo ostaggio del male?».
Confida di aver avuto, da prete, rapporti sessuali con una donna: «Mi è capitato di cedere al desiderio sessuale in modo passeggero. Ma non ho avuto mai un legame regolare, perché non ho lasciato che il desiderio sessuale prendesse radici. Questo mi avrebbe portato a vivere una relazione duratura con una donna: ciò era contrario alla mia scelta di vita. Ho conosciuto l'esperienza del desiderio sessuale e del suo rarissimo soddisfacimento che è stato sorgente di insoddisfazione. Per essere pienamente soddisfatto, il desiderio sessuale ha bisogno di esprimersi in una relazione amorosa, tenera, fiduciosa». Si dice favorevole al sacerdozio delle donne, al riconoscimento delle coppie omosessuali, e non contrario ai preti sposati, ma aggiunge: «Senza celibato non sarei stato in grado di rispondere a tutte le richieste cui Dio mi ha chiamato. Se fossi stato padre di famiglia, con la responsabilità che comporta, quello di cui sono stato strumento, non avrei potuto realizzarlo». La Francia gli ha reso l'ultimo saluto venerdì 26 gennaio 2007 nella cattedrale di Notre Dame a Parigi. La salma è stata sepolta nel cimitero di Esteville in Normandia.
Apostolo e carismatico, ma realista. A 90 anni ammette: «Penso che il divario tra ricchi e poveri esisterà sino alla fine del mondo. E il risultato della fragilità umana, dei nostri peccati ed egoismi, delle nostre ambizioni che ci portano a sfruttare gli altri e a calpestarli». Ha le sue debolezze e commette i suoi errori. Nella Chiesa attraversa momenti difficili per l'indipendenza di giudizio, l'ostinazione, le provocazioni scomode, le polemiche con la gerarchia, l'estrema sincerità. Nel libro del 2006 Mio Dio... perché? (Garzanti libri, pp. 92, € 10,00) rilancia i perenni interrogativi che scuotono l'uomo: «Ho 93 anni, e la mia fede si fa sempre più interrogativo: mio Dio perché? Perché il mondo? Perché l'esistenza umana? Perché tanta sofferenza? Perché i deboli devono sempre soccombere? Perché siamo ostaggio del male?».
Confida di aver avuto, da prete, rapporti sessuali con una donna: «Mi è capitato di cedere al desiderio sessuale in modo passeggero. Ma non ho avuto mai un legame regolare, perché non ho lasciato che il desiderio sessuale prendesse radici. Questo mi avrebbe portato a vivere una relazione duratura con una donna: ciò era contrario alla mia scelta di vita. Ho conosciuto l'esperienza del desiderio sessuale e del suo rarissimo soddisfacimento che è stato sorgente di insoddisfazione. Per essere pienamente soddisfatto, il desiderio sessuale ha bisogno di esprimersi in una relazione amorosa, tenera, fiduciosa». Si dice favorevole al sacerdozio delle donne, al riconoscimento delle coppie omosessuali, e non contrario ai preti sposati, ma aggiunge: «Senza celibato non sarei stato in grado di rispondere a tutte le richieste cui Dio mi ha chiamato. Se fossi stato padre di famiglia, con la responsabilità che comporta, quello di cui sono stato strumento, non avrei potuto realizzarlo». La Francia gli ha reso l'ultimo saluto venerdì 26 gennaio 2007 nella cattedrale di Notre Dame a Parigi. La salma è stata sepolta nel cimitero di Esteville in Normandia.
L'apostolo dei rifugiati e dei senzatetto
Il gennaio 1954 fu particolarmente gelido a Parigi e in tutta la Francia. A inizio mese l'abbé Pierre aveva sepolto un bambino morto di freddo. Nonostante girasse tutte le notti a raccogliere i clochards che dormivano all'aperto, in un inverno a meno 15 gradi, a fine mese seppellì una donna di 66 anni morta assiderata. Il mattino del 1 febbraio 1954 lanciò da Radio Luxembourg il celebre appello: «Mes amis, au secours! Amici miei, aiuto, una donna è morta di freddo questa notte alle 3 sul marciapiede di boulevard Sebastopoli. In mano stringeva l'ordine di sfratto, l'avevano cacciata dalla sua casa». Il centralino dell'emittente è intasato dalle telefonate: la gente offre vestiti, soldi, ospitalità. E la scintilla che scatena "l'insurrezione della bontà" e che abbatte il muro d'indifferenza ed egoismo. L'abbé Pierre entra nel cuore dei francesi.
Cinquantatré anni dopo, alle 5,25 del 22 gennaio 2007, il grande cuore del "prete della spazzatura", 94 anni, si spegne all'ospedale Val de Grace di Parigi, dove era ricoverato dal 15 gennaio per un'infezione polmonare. "Icona" del coraggio, "curato dei poveri", interprete della solidarietà umana e della carità cristiana, pellegrino infaticabile, apostolo dei senzatetto e dei rifugiati, per più di mezzo secolo è l'uomo simbolo del cattolicesimo francese, una figura controversa, controcorrente, popolarissima. Gli occhi mansueti e brillanti come carboni ardenti, il volto scavato, il basco nero di traverso, la barbetta rada, una cintura di cuoio su una talare consunta, le scarpe deformate, un mantello di lana ("la pellegrina") sulle spalle, un bastone di legno grezzo. Per anni il fondatore dei Compagnons d'Emmaus è la personalità più amata, ma un giorno prende il telefono e chiede di non essere più inserito nella "Top 50": «Sono troppo vecchio». La République gli conferisce la Legion d'onore.
Il gennaio 1954 fu particolarmente gelido a Parigi e in tutta la Francia. A inizio mese l'abbé Pierre aveva sepolto un bambino morto di freddo. Nonostante girasse tutte le notti a raccogliere i clochards che dormivano all'aperto, in un inverno a meno 15 gradi, a fine mese seppellì una donna di 66 anni morta assiderata. Il mattino del 1 febbraio 1954 lanciò da Radio Luxembourg il celebre appello: «Mes amis, au secours! Amici miei, aiuto, una donna è morta di freddo questa notte alle 3 sul marciapiede di boulevard Sebastopoli. In mano stringeva l'ordine di sfratto, l'avevano cacciata dalla sua casa». Il centralino dell'emittente è intasato dalle telefonate: la gente offre vestiti, soldi, ospitalità. E la scintilla che scatena "l'insurrezione della bontà" e che abbatte il muro d'indifferenza ed egoismo. L'abbé Pierre entra nel cuore dei francesi.
Cinquantatré anni dopo, alle 5,25 del 22 gennaio 2007, il grande cuore del "prete della spazzatura", 94 anni, si spegne all'ospedale Val de Grace di Parigi, dove era ricoverato dal 15 gennaio per un'infezione polmonare. "Icona" del coraggio, "curato dei poveri", interprete della solidarietà umana e della carità cristiana, pellegrino infaticabile, apostolo dei senzatetto e dei rifugiati, per più di mezzo secolo è l'uomo simbolo del cattolicesimo francese, una figura controversa, controcorrente, popolarissima. Gli occhi mansueti e brillanti come carboni ardenti, il volto scavato, il basco nero di traverso, la barbetta rada, una cintura di cuoio su una talare consunta, le scarpe deformate, un mantello di lana ("la pellegrina") sulle spalle, un bastone di legno grezzo. Per anni il fondatore dei Compagnons d'Emmaus è la personalità più amata, ma un giorno prende il telefono e chiede di non essere più inserito nella "Top 50": «Sono troppo vecchio». La République gli conferisce la Legion d'onore.
LA COMUNITA’ EMMAUS
Movimento internazionale di solidarietà per la giustizia fondato dall’Abbè Pierre.
Dal sito ufficiale Emmaus Italia (www.emmaus.it )
Il Movimento Emmaus è un insieme di Comunità e Gruppi diversi che, lavorando con serietà, metodo e continuità per gli stessi ideali, si sforzano di inserirsi nelle realtà sociali, economiche, politiche e culturali del territorio ove operano, dandovi le risposte adeguate fanno riferimento al Manifesto Universale del Movimento ed agli Statuti, ricercando i mezzi efficaci ed opportuni per concretizzare le indicazioni e gli impegni delle Assemblee Generali.
Il Movimento Emmaus è un insieme di Comunità e Gruppi diversi che, lavorando con serietà, metodo e continuità per gli stessi ideali, si sforzano di inserirsi nelle realtà sociali, economiche, politiche e culturali del territorio ove operano, dandovi le risposte adeguate fanno riferimento al Manifesto Universale del Movimento ed agli Statuti, ricercando i mezzi efficaci ed opportuni per concretizzare le indicazioni e gli impegni delle Assemblee Generali.
Il Movimento Emmaus, per procurarsi le risorse umane ed economiche necessarie per 'vivere', dipende dalle proprie forze. Emmaus è impegnato nella lotta per lo sradicamento della miseria e per la realizzazione, in pienezza, della dignità della Persona umana. · Nel Movimento Emmaus, l'autorità suprema viene dai Gruppi di base e quindi dalla Assemblea Generale che decide gli orientamenti necessari perché la vita del Movimento possa essere gestita a livello locale, nazionale, regionale ed internazionale. · Emmaus è un Movimento nonviolento, quindi non complice della violenza e rispettoso del pluralismo. · Ogni Comunità e Gruppo Emmaus deve essere libero ed indipendente da ogni movimento ed istituzione politica, amministrativa e religiosa.
Originalità del Movimento L'originalità di Emmaus sta nell'incontro di Uomini e Donne di diverse estrazioni e provenienti da situazioni diverse che prendono coscienza delle ingiustizie sociali esistenti ovunque, e si uniscono per lavorare insieme, condividendo obiettivi comuni nella lotta contro ogni genere di ingiustizia e facendo in modo che i poveri siano costruttori del loro proprio avvenire.
Le caratteristiche di questo 'incontro', sono: · Essere una comunità di spirito, di vita, di lavoro, di solidarietà;· Essere aperti all'accoglienza di gruppi e persone in situazione di precarietà e di esclusione, nonché a persone che vogliono sperimentare 'stili di vita' alternativi; (…).· Avere un lavoro che procuri le risorse necessarie alla vita del Gruppo ed alla solidarietà esterna; · Condividere ogni forma di esperienze, risorse e competenze, nonché i rischi legati alla lotta per la giustizia;
· Impegnarsi socialmente e politicamente, nei fatti, allo scopo di denunciare ogni tipo di ingiustizia e di oppressione, lottando ed agendo per un mondo giusto ed umano.
· Impegnarsi socialmente e politicamente, nei fatti, allo scopo di denunciare ogni tipo di ingiustizia e di oppressione, lottando ed agendo per un mondo giusto ed umano.
Diritti
· Portare il nome 'Emmaus'· Partecipare, a tutti i livelli, alla vita del Movimento: informazione, prese di posizione, iniziative, apporto di idee e presa di decisioni.· Chiedere ed avere la solidarietà del Movimento (solidarietà umana, morale, materiale e finanziaria)Partecipare alla solidarietà comune del Movimento a livello locale, nazionale, regionale ed internazionale con risorse umane, materiali e finanziarie, secondo le proprie possibilità, e sviluppare azioni sociali; · Essere 'alla pari', nel rispetto delle culture e delle differenze.
Doveri
· Aderire al Manifesto Universale e salvaguardare il 'nome' Emmaus · Partecipare alla vita del Movimento a livello nazionale, regionale, internazionale; pagare la quota di adesione; operare con 'trasparenza', in particolare sul piano finanziario, secondo le norme stabilite da Emmaus Internazionale; · Partecipare alla solidarietà comune del Movimento a livello locale, nazionale, regionale ed internazionale con risorse umane, materiali e finanziarie, secondo le proprie possibilità, e sviluppare azioni sociali; · Applicare le decisioni delle Assemblee Mondiali e della Commissione Amministrativa messe in atto dal Comitato Esecutivo, e rispettare le decisioni delle altre Regioni. · Favorire il diritto di ogni Comunitario e Volontario a partecipare, nel proprio Gruppo, all'informazione, alle prese di posizione e di iniziative, con l'apporto delle proprie idee e della propria decisione.
Criteri d'adesione e d'accettazione
· Adesione al Manifesto Universale, agli Statuti di Emmaus Internazionale ed a quelli della propria Regione, nonché l'applicazione degli orientamenti e degli impegni assunti dalla Assemblea Generale; · Rispetto della vita associativa e partecipativa del Gruppo, nello spirito di 'incontro', punto di origine di Emmaus; · Impegno a partecipare e sviluppare azioni di solidarietà umana, morale, materiale e finanziaria, all'interno ed all'esterno del proprio Gruppo; · Ogni Gruppo deve dare prova di trasparenza, specialmente sul piano finanziario, ed essere attivo all'interno del Movimento, ed anche all'esterno; · Ogni Gruppo, in una prospettiva di autosufficienza ed indipendenza, deve vivere del proprio lavoro. L'attività economica del Gruppo deve sviluppare la dignità e le capacità delle persone. Ogni aiuto economico od offerta non può essere utilizzato che per investimenti necessari al consolidamento ed allo sviluppo del Gruppo, al fine di potenziare la sua solidarietà. Non può, pertanto, essere usata per le spese di gestione e di mantenimento del Gruppo. I finanziamenti esterni, sia pubblici che privati, devono provenire da una contrattazione ed accordo tra le parti, per attività sociali di promozione umana finalizzate a determinati obiettivi ben precisi e verificabili.
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