(a cura Redazione "Il sismografo")
(Luis Badilla) E' certo che nelle molto amplificate omelie di Papa Francesco, ogni mattina nella Messa che concelebra a Santa Marta, e che ormai sono 50, il tema più ricorrente riguarda il vero e buon cristiano, ossia i comportamenti concreti che fanno dell'ordinarietà della vita quotidiana un fatto straordinario perché vissuta alla luce del Vangelo. Le riflessioni del Papa su questo argomento si succedono da un giorno all'altro e sembrano configurare già un ciclo catechetico molto profondo e più che pertinente. L'interesse mediatico evidenzia che si tratta di questioni che oltre a svegliare interesse, toccano direttamente il cuore di moltissimi lettori in tutte le lingue. Si conferma inoltre che Papa Francesco ha già "solidificato" una caratteristica del suo pontificato: suscitare ascolto.
Spesso la cosiddetta crisi del cattolicesimo o della Chiesa è un'espressione che serve anche per nascondere la crisi dei cristiani, in particolare di coloro che sono "di salotto" o di "cartapesta". Proprio ieri, il Papa è tornato sulla questione parlando dei cristiani che sono tali "culturalmente", ma nulla o poco hanno a che fare con la "sequela di Cristo" che è una cosa molto diversa dal sentirsi o chiamarsi cristiani semplicemente perché si è nato in società con una cultura cristiana dominante. "Cristo non è una proposta culturale", ha sentenziato il Papa.