domenica 22 settembre 2013

Amore (dizionario)

“Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire”.
Jim Morrison (1943 – 1971)

A… come AMORE
Dal Dizionario spirituale del cardinal C.M.Martini, pag.18

Chiamo amore quell’esperienza intensa, indimenticabile e inconfondibile che si può fare soltanto nell'incontro con un'altra persona.
Non c'è quindi amore con una cosa astratta, con una virtù. Non c'è amore solitario. L'amore suppone sempre un altro e si attua in un incontro concreto. Per questo l'amore ha bisogno di appuntamenti, di scambi, di gesti, di parole, di doni che, se sono parziali, sono tuttavia simbolo del dono pieno di una persona ad un'altra.
Amore è dunque incontrare un'altra persona scambiandosi dei doni, è esperienza in cui si dà qualcosa di sé e c'è più amore quanto più si dà qualcosa di sé.
L'amore è un incontro in cui l'altro ci appare importante, in un certo senso più importante di me: così importante che, al limite, io vorrei che lui fosse anche con perdita di me. Uno scopre di essere innamorato quando si accorge che l'altro gli è divenuto, in qualche modo, più importante di se stesso. Per questo l'amore realizza qualcosa che potremmo chiamare un'estasi, un uscire da sé, dal proprio tornaconto: una sorta di estasi in cui io mi sento tanto più vero e tanto più autentico, tanto più genuinamente io quanto più mi dono, mi spendo e non mi appartengo più in esclusiva.

Dalla LETTERA ENCICLICA DEUS CARITAS EST di BENEDETTO XVI (2005)
(…) Il termine « amore » è oggi diventato una delle parole più usate ed anche abusate, alla quale annettiamo accezioni del tutto differenti (…): si parla di amor di patria, di amore per la professione, di amore tra amici, di amore per il lavoro, di amore tra genitori e figli, tra fratelli e familiari, dell'amore per il prossimo e dell'amore per Dio. In tutta questa molteplicità di significati, però, l'amore tra uomo e donna, nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente e all'essere umano si schiude una promessa di felicità che sembra irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono. Sorge allora la domanda: tutte queste forme di amore alla fine si unificano e l'amore, pur in tutta la diversità delle sue manifestazioni, in ultima istanza è uno solo, o invece utilizziamo una medesima parola per indicare realtà totalmente diverse?
All'amore tra uomo e donna, che non nasce dal pensare e dal volere ma in certo qual modo s'impone all'essere umano, l'antica Grecia ha dato il nome di eros. (…) Delle tre parole greche relative all'amore - eros, philia (amore di amicizia) e agape - gli scritti neotestamentari privilegiano l'ultima. Quanto all'amore di amicizia (philia), esso viene ripreso e approfondito nel Vangelo di Giovanni per esprimere il rapporto tra Gesù e i suoi discepoli. La messa in disparte della parola eros, insieme alla nuova visione dell'amore che si esprime attraverso la parola agape, denota indubbiamente nella novità del cristianesimo qualcosa di essenziale, proprio a riguardo della comprensione dell'amore.
(…) L'« amore » è un'unica realtà, seppur con diverse dimensioni; di volta in volta, l'una o l'altra dimensione può emergere maggiormente. (…)
Dove però le due dimensioni si distaccano completamente l'una dall'altra, si profila una caricatura o in ogni caso una forma riduttiva dell'amore.

La MAGIA dell'AMORE


La magia dell’amore è l’unica valida,
praticabile ovunque, sempre efficace,
gratuita per tutti, priva di riti.
La magia dell’amore trasforma senza imbrogli,
convince senza plagio, moltiplica le risorse,
semplifica le difficoltà, migliora la vita.
La magia dell’amore matura le persone,
prepara il domani, ricerca le soluzioni,
valorizza il quotidiano, affascina nel bene.
Il vero filtro d’amore è senza pozioni,
senza erbe, senza alcuna stregoneria:
ama gratuitamente, con fedeltà,

e vivrai una vita magica!

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