lunedì 28 ottobre 2013

BATTESIMO (Dizionario)

Introduzione al Sacramento del Battesimo - Anselm Grün
Il battesimo, nella Chiesa primitiva, era un rito che lasciava un'impronta profonda tanto nei battezzandi quanto in tutti coloro che partecipavano alla celebrazione, anche perché esso era preceduto da una preparazione che durava per alcuni anni. Durante questa preparazione i battezzandi venivano introdotti nel mistero della vita cristiana.
Evidentemente, la Chiesa dei primi secoli sapeva suscitare nelle persone grande entusiasmo per una vita con Cristo e in Cristo. In questa nuova vita, infatti, le persone sperimentavano un'alternativa a quell'affaccendarsi, privo di senso e privo di Dio, che caratterizzava la fine del mondo antico. Nel battesimo, i battezzandi operavano un taglio con quella che era stata la loro vita fino a quel momento, e decidevano di scegliere una vita che non solo trovava il proprio orientamento nelle parole di Gesù, ma traeva anche nutrimento da un'altra sorgente, una sorgente divina.
Essi avevano la sensazione di nascere veramente soltanto attraverso il battesimo, mentre tutto quello che era accaduto fino a quel momento (come dice la Prima lettera di Pietro) era mátalos, cioè vuoto e privo di senso, mera illusione e “parvenza di vita”. Nel battesimo, essi abbandonavano la loro vecchia identità, per trovarne una nuova in Cristo.
La vita della tarda antichità era caratterizzata dal grido panem et circenses, “pane e divertimenti”. Era un'epoca di decadenza, in cui il senso della vita era andato perduto e tutto ruotava intorno alla curiosità e alle sensazioni, ai piaceri e ai divertimenti. I battezzandi si sottraevano a questo vuoto affaccendarsi, per trovare, in Cristo, una nuova identità. La rottura con la loro vecchia identità trovava la sua espressione nella celebrazione del battesimo, che avveniva durante una veglia notturna ed era di grande effetto: i battezzandi scendevano, nudi, nel fonte battesimale e, per tre volte, veniva versata sul loro capo dell'acqua.
Essi rinunciavano al male e all'insensatezza di una vita lontana da Dio, e decidevano di morire al mondo e di non definire più se stessi in base al successo e alle loro prestazioni personali, ai piaceri e alle trasgressioni, ma esclusivamente sul fondamento di Cristo.
Nuova nascita
I battezzandi vivevano il battesimo come una rinascita: in Cristo essi ricevevano una nuova esistenza, caratterizzata dell'esperienza di una grande libertà. Essi si definiscono ora in relazione a Dio, sono persone libere e non hanno alcun re o imperatore al di sopra di sé. Non sono più condannati a corrispondere alle aspettative degli altri, sono veramente liberi e possono percorrere la via che li porta alla vita vera.
II battesimo trasmetteva loro l'esperienza di una nuova vicinanza di Dio, l'esperienza di un amore in virtù del quale essi si sentivano amati incondizionatamente. Il battesimo era per loro l'iniziazione al mistero di una vita redenta e liberata, e al mistero di un Dio che li accoglieva nel circuito del suo amore divino. Quando i battezzati uscivano, nudi, dal fonte battesimale e venivano unti dal vescovo (le donne da una donna) con olio profumato, essi si percepivano realmente come persone nuove, cioè vivevano come persone totalmente avvolte nell'amore di Dio. Contemporaneamente, si accorgevano di avere, nella Chiesa, nuovi fratelli e nuove sorelle, e di esser inseriti in una comunità: una comunità che li accoglieva senza pregiudizi e che, però, li spronava a vivere una vita piena e ricca di senso.
Partecipi di Dio
Sicuramente anche oggi il desiderio di una vita piena e della libertà dalle attese (e dalle pretese) di questo mondo, muove molte persone. Tanti tuttavia si chiedono che cosa ha a che fare con Cristo questo desiderio e perché proprio la comunione con Gesù Cristo dovrebbe donare loro libertà e pienezza di vita: forse potrebbe essere sufficiente un qualsiasi altro percorso spirituale, anche senza Gesù. Certo ci vorrebbe un'opera a parte per descrivere il ruolo di Gesù nel nostro cammino per diventare persone umane; per i primi cristiani, nondimeno, l'incontro con Cristo era così affascinante che essi accettavano di correre il rischio della persecuzione, pur di sperimentare personalmente la qualità di vita che Gesù donava loro. Ma che cosa ammiravano tanto le persone in Gesù e che cosa le spingeva a mettere in gioco la loro vita?
La Seconda lettera di Pietro, che traduce il messaggio di Gesù per la situazione dell'ambiente greco antico, vede il fondamento del fascino di Gesù nel fatto che egli ci dona tutto quello che è bene per noi e per la nostra vita. In Gesù risplendono la gloria e la potenza di Dio:
«Con queste, egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, affinché voi sfuggiste al desiderio delle cose corruttibili, che domina nel mondo a causa della concupiscenza, e diveniste partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4).
Il battesimo ci libera da quel sentiero che non porta da nessuna parte se non alla perdizione, e ci rende partecipi della natura divina. Nell'antichità classica, essere partecipi della natura stessa di Dio era il sommo desiderio delle persone che avevano intrapreso un cammino di ricerca. Soltanto se l'essere umano partecipa della natura di Dio, diventa veramente se stesso: questo era ciò che si credeva nella tarda antichità. Nel battesimo noi diventiamo partecipi della vita divina. Compito della Chiesa dovrebbe essere, oggi, quello di celebrare il battesimo in modo tale che, attraverso di esso, le persone intuiscano il segreto della loro vita e sappiano chi esse sono veramente.
L'acqua, fonte di vita
Il simbolo centrale, nel battesimo, è senza ombra di dubbio l'acqua. Per i primi cristiani, che s'immergevano nudi nel fonte battesimale, questo simbolo doveva avere un significato più incisivo di quanto esso non abbia per noi oggi, che ci limitiamo a versare un goccio d'acqua sul capo del bambino.

E’ giusto battezzare i neonati?

Quante volte mi è capitato di ascoltare l’obiezione, sempre più comune, circa il Battesimo dei bambini: non è giusto imporre al neonato una religione che non ha scelto lui, deciderà da grande se e cosa credere!
“Su questo non c’è dubbio”, ho sempre risposto, facendo notare come ai battezzati non venga tolta né la libertà religiosa né la responsabilità delle proprie scelte. Il rito celebrato in tenerissima età non risparmia affatto dal compiere opzioni consapevoli in età matura.

Alla stessa domanda ha risposto tempo addietro Benedetto XVI:

“La vita stessa ci viene data necessariamente senza consenso previo, ci viene donata così e non possiamo decidere prima: sì o no, voglio vivere o no”. Di conseguenza, potremmo anche chiederci: è giusto donare la vita in questo mondo senza avere avuto il consen­so dell’interessato, senza avergli chiesto:vuoi vivere o no? Risponde Benedetto: “Io di­rei: è possibile ed è giusto soltanto se, con la vita, possiamo dare anche la garanzia che la vita, con tutti i problemi del mon­do, sia buona, che sia be­ne vivere, che ci sia una garanzia che questa vita sia buona, sia protetta da Dio e che sia un vero do­no”. Altrimenti, chi ha il diritto di mettere al mondo un essere umano, vincolandolo a non pochi elementi che non ha certo potuto scegliere?
“Solo l’anticipazione del senso – ha concluso – giustifica l’an­ticipazione della vita”. Solo la certezza che la vita sia un bene in sé legittima il dono di essa. Lo stesso vale per il Battesimo: la coscienza che esso sia un bene in sé per chi lo riceve non solo assolve i genitori dall’accusa di lesa libertà, ma li giudicherebbe se ne privassero coloro che amano così tanto.

Perché battezzare i bambini quando non sono capaci di scegliere da loro stessi e se non hanno mai commesso alcun peccato?

L’argomento a favore del battesimo di un neonato è simile a quello favorevole al concepimento stesso. Un bambino non può, dopotutto, scegliere di essere concepito, ma molte persone da adulte dicono di essere felici di essere state messe al mondo. Allo stesso modo, il Battesimo è una seconda nascita che rende possibile la vita cristiana. Coloro che diventano santi diranno sicuramente che sono contenti di essere stati battezzati in passato. Inoltre, conviene che il bambino riceva il Battesimo il più presto possibile in modo che questa grazia possa maturare. Nel caso di un neonato, certamente il Battesimo non lava via peccati reali, in quanto il bambino non ha commesso alcun peccato. Eppure, come tutti noi, il bambino necessita comunque la grazia del Battesimo, la seconda nascita, “dall’acqua e dallo spirito”(Gv 3,5), che ci libera dal peccato originale e ci rende figli di Dio.


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