Gesù Cristo è il fondatore della Chiesa e la Chiesa è il Corpo di Cristo (che rimane suo CAPO) fedele al suo fondatore: non può fare scelte contrarie a ciò che espressamente Gesù ha indicato nei Vangeli.
- Gesù sceglie 12 apostoli (12 come le
tribù d’Israele = nuovo popolo di Dio), mentre tanti sono i discepoli che lo
seguono e prendono parte a questo nuovo popolo.
- diede a loro autorità e potere
mandandoli a battezzare tutte le genti.
- si definisce pastore di questo popolo e
offre la possibilità di averlo sempre con loro (Eucaristia, preghiera,
poveri…).
- come ad un popolo offre una legge
(morale, il nuovo comandamento), una preghiera nuova (il padre nostro), il
segno del Battesimo e i sacramenti come strumenti con cui continua ad operare.
- La sua morte e resurrezione anziché
rappresentare la fine segna un vero inizio: Gesù Risorto conferma i suoi
apostoli, li invia e dona il suo Spirito perché operi in loro al suo posto,
consapevoli che lui è VIVO e continua ad essere presente tra i suoi.
- A Pietro affida la GUIDA della sua
Chiesa (a te do le chiavi del regno dei cieli)
-
solennemente gli apostoli ricevono lo SPIRITO SANTO nel Cenacolo il giorno di
Pentecoste: il gruppo impaurito di apostoli diviene un gruppo eroico e
convincente di testimoni che annunciano al mondo il kerigma (Gesù Cristo Figlio
di Dio morto e Risorto per la nostra salvezza, vivo e operante in mezzo a
noi> ICTUS: pesce: Iesous Christos Theoù Uios Soter: G.C., Figlio di Dio
Salvatore).
“CRISTO
SI, CHIESA NO?”
Si può separare Cristo dalla Chiesa, o
la Chiesa da Cristo?
Fra Cristo e la Chiesa non c'è alcuna
divisione né contrapposizione. E questo per diversi motivi:
- la Chiesa è fondata sugli Apostoli,
scelti direttamente da Cristo.
- la Chiesa è il Corpo di Cristo, che ne
è il Capo (cfr. Ef 5,3). Non si può separare il Capo dal Corpo
né viceversa: si avrebbero due realtà snaturate, decapitate.
- "si avrebbe una falsificazione
della realtà e della missione di Cristo stesso: si avrebbe "un Gesù di
fantasia. Non possiamo avere Gesù senza la realtà che egli ha creato e nella
quale si comunica. Tra il Figlio di Dio fatto carne e la sua Chiesa v'è una
profonda, inscindibile e misteriosa continuità, in forza della quale Cristo è
presente oggi nel suo popolo" (Benedetto xvi, Catechesi del
mercoledì, 15/3/06);
- "si snaturerebbe
sostanzialmente anche la natura stessa della Chiesa, la quale, separata dal Suo
fondatore e dal Suo Capo, non sarebbe più la stessa realtà. La Chiesa è di
Cristo, è nata dalla Sua volontà, dal Suo cuore, dalla Sua Morte e
Risurrezione, dalla effusione del Suo Spirito. "La Chiesa non ha altra
luce che quella di Cristo. Secondo un'immagine cara ai Padri della Chiesa, essa
è simile alla luna, la cui luce è tutta riflesso del sole" (CCC,
748). La Chiesa pertanto non vive di se stessa e per se stessa, ma di Cristo,
con Lui, per Lui e per la missione da Lui affidatale: annunciare il Suo Vangelo
e comunicare agli uomini la Salvezza operata da Cristo;
- siamo membra della Chiesa, fratelli
gli uni degli altri, proprio e solo in quanto siamo fratelli di Cristo.
Formiamo la Chiesa, in quanto Cristo ci unisce intimamente a Sé. E' Lui che ci
fa essere una cosa sola tra noi. Più siamo uniti a Lui e più siamo uniti tra
noi. Ciò si realizza in particolare mediante il sacramento del Battesimo, in
virtù del quale siamo uniti alla Morte e alla Risurrezione di Cristo, e
mediante il sacramento dell'Eucaristia, grazie alla quale "partecipando
realmente al Corpo del Signore, siamo elevati alla comunione con Lui e tra di
noi" (Lg, 7);
- "Se non si ha la Chiesa per
madre, non si può avere Dio per Padre" (San cipriano - inizio del III
secolo - , De Ecclesiae catholicae unitate, 6);
Tra Cristo e la Chiesa c'è
identificazione?
No. Non c'è identificazione, in quanto:
ciò
che Cristo "è per natura, le membra lo sono per partecipazione; ciò che
Egli è, lo è in pienezza, esse lo sono solo parzialmente. Infine ciò che il
Figlio di Dio è per generazione, le sue membra lo sono per adozione, come sta
scritto: "Avete ricevuto uno spirito di figli adottivi per mezzo del
quale gridiamo: Abba, Padre" (Rm 8, 15)" (beato
isacco, Discorso 42);
la
Chiesa è stata istituita da Cristo, suo fondatore. C'è tra i due quindi la
differenza che c'è tra Creatore e creatura;
la
Chiesa è fatta di peccatori, e Cristo invece è senza peccato. "Nel
Simbolo degli Apostoli professiamo di credere la santa Chiesa ("Credo
[...] Ecclesiam"), e non nella Chiesa, per non confondere Dio con le sue
opere e per attribuire chiaramente alla bontà di Dio tutti i doni che egli ha
riversato nella sua Chiesa" (CCC, 750).
Tra
Cristo e la Chiesa, non c'è dunque alcuna separazione, contrapposizione e
neppure identificazione. C'è "la distinzione dei due in una relazione
personale" (CCC, 796). E' questa particolare relazione con Cristo,
che identifica e caratterizza la natura e la missione della Chiesa.
Che cosa significa il termine Chiesa?
"Designa il popolo che Dio convoca
e raduna da tutti i confini della terra, per costituire l'assemblea di quanti,
per la Fede e il Battesimo, diventano figli di Dio, membra di Cristo e tempio
dello Spirito Santo.
Ci sono altri nomi e immagini con cui la
Bibbia indica la Chiesa?
Nella Sacra Scrittura troviamo molte
immagini, che evidenziano aspetti complementari del mistero della Chiesa.
L'Antico Testamento privilegia immagini legate al popolo di Dio; il Nuovo
Testamento quelle legate a Cristo come Capo di questo popolo, che è il suo
Corpo, e quelle tratte dalla vita pastorale (ovile, gregge, pecore), agricola
(campo, olivo, vigna), abitativa (dimora, pietra, tempio), familiare (sposa,
madre, famiglia).
Quali sono l'origine e il compimento
della Chiesa?
La Chiesa trova origine e compimento nel
disegno eterno di Dio. Fu preparata nell'Antica Alleanza con l'elezione
d'Israele, segno della riunione futura di tutte le nazioni. Fondata dalle
parole e dalle azioni di Gesù Cristo, fu realizzata soprattutto mediante la sua
Morte redentrice e la sua Risurrezione. Fu poi manifestata come mistero di
salvezza mediante l'effusione dello Spirito Santo a Pentecoste. Avrà il suo
compimento alla fine dei tempi come assemblea celeste di tutti i redenti.
Qual è la missione della Chiesa?
La missione della Chiesa è di annunziare
e instaurare in mezzo a tutte le genti il Regno di Dio inaugurato da Gesù
Cristo. Essa qui sulla terra costituisce il germe e l'inizio di questo Regno
salvifico.
In che senso la Chiesa è Mistero?
La Chiesa è Mistero in quanto nella sua
realtà visibile è presente e operante una realtà spirituale, divina, che si
scorge unicamente con gli occhi della fede. La Chiesa "ha la
caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata
di realtà invisibili, fervente nell'azione e dedita alla contemplazione,
presente nel mondo e, tuttavia, pellegrina; tutto questo in modo che quanto in
lei è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all'invisibile,
l'azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura verso la
quale siamo incamminati" (Sc, 2).
Che cosa significa che la Chiesa è
Sacramento universale di salvezza?
Significa che è segno e strumento della
riconciliazione e della comunione di tutta l'umanità con Dio e dell'unità di
tutto il genere umano.
Perché la Chiesa é il Popolo di Dio?
La Chiesa è il Popolo di Dio perché a
lui piacque santificare e salvare gli uomini non isolatamente, ma costituendoli
in un solo popolo, adunato dall'unità del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo.
Quali sono le caratteristiche del Popolo
di Dio?
Questo Popolo, di cui si diviene membri
mediante la fede in Cristo e il Battesimo, ha per origine Dio Padre, per capo
Gesù Cristo, per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, per legge
il comandamento nuovo dell'amore, per missione quella di essere il sale della
terra e la luce del mondo, per fine il Regno di Dio, già iniziato in terra.
Perché la Chiesa é detta la sposa di
Cristo?
Perché il Signore stesso si è definito
come lo "Sposo" (Mc 2,19), che ha amato la Chiesa,
unendola a sé con un'Alleanza eterna. Egli ha dato se stesso per lei, per
purificarla con il suo sangue e "renderla santa" (Ef 5,26)
e madre feconda di tutti i figli di Dio. Mentre il termine "corpo"
evidenzia l'unità del "capo" con le membra, il termine
"sposa" mette in risalto la distinzione dei due in relazione
personale.
Perché la Chiesa é detta tempio dello
Spirito Santo?
Perché lo Spirito Santo risiede nel
corpo che è la Chiesa: nel suo Capo e nelle sue membra; egli inoltre edifica la
Chiesa nella carità con la Parola di Dio, i Sacramenti, le Virtù e i
carismi" (Compendio, 147-154; 158-159).
Quali sono le note caratterizzanti la
Chiesa?
La
Chiesa é:
una,
"perché ha come origine e modello l'unità di un solo Dio nella Trinità
delle Persone; come fondatore e capo Gesù Cristo, che ristabilisce l'unità di
tutti i popoli in un solo corpo; come anima lo Spirito Santo, che unisce tutti
i fedeli nella Comunione in Cristo. Essa ha una sola fede, una sola vita
sacramentale, un'unica successione apostolica, una comune speranza e la stessa
carità" (Compendio, 161);
santa,
"in quanto Dio Santissi-mo è il suo autore; Cristo ha dato se stesso per
lei, per santificarla e renderla santificante; lo Spirito Santo la vivifica con
la carità. In essa si trova la pienezza dei mezzi di salvezza. La santità è la
vocazione di ogni suo membro e il fine di ogni sua attività. La Chiesa annovera
al suo interno la Vergine Maria e innumerevoli Santi, quali modelli e
intercessori. La santità della Chiesa è la sorgente della santificazione dei
suoi figli, i quali, qui sulla terra, si riconoscono tutti peccatori, sempre
bisognosi di conversione e di purificazione" (Compendio, 165);
cattolica,
"cioè universale, in quanto in essa è presente Cristo: "Là dove è
Cristo Gesù, ivi è la Chiesa cattolica" (SANT'IGNAZIO DI ANTIOCHIA). Essa
annunzia la totalità e l'integrità della fede; porta e amministra la pienezza
dei mezzi di salvezza; è inviata in missione a tutti i popoli in ogni tempo e a
qualsiasi cultura appartengano" (Compendio, 166); o apostolica
"per la sua origine, essendo costruita sul "fondamento degli
Apostoli" (Ef 2,20); per il suo insegnamento, che è quello stesso degli
Apostoli; per la sua struttura, in quanto istruita, santificata e governata,
fino al ritorno di Cristo, dagli Apostoli, grazie ai loro successori, i
Vescovi, in comunione col successore di Pietro" (Compendio, 174).
apostolica "per
la sua origine, essendo costruita sul "fondamento degli Apostoli" (Ef
2,20); per il suo insegnamento, che è quello stesso degli Apostoli; per la sua
struttura, in quanto istruita, santificata e governata, fino al ritorno di
Cristo, dagli Apostoli, grazie ai loro successori, i Vescovi, in comunione col
successore di Pietro" (Compendio, 174).
"Questi
quattro attributi, legati inseparabilmente tra di loro, indicano tratti
essenziali della Chiesa e della sua missione. La Chiesa non se li conferisce da
se stessa; è Cristo che, per mezzo dello Spirito Santo, concede alla sua Chiesa
di essere una, santa, cattolica e apostolica, ed è ancora lui che la chiama a
realizzare ciascuna di queste caratteristiche. Soltanto la fede può riconoscere
che la Chiesa trae tali caratteristiche dalla sua origine divina. Tuttavia le
loro manifestazioni storiche sono segni che parlano chiaramente alla ragione
umana" (CCC, 811-812). "La Chiesa - ricorda il Concilio
Vaticano I -, a causa della sua eminente santità [...], della sua cattolica
unità, della sua incrollabile stabilità, è per se stessa un grande e perenne
motivo di credibilità e una inoppugnabile testimonianza della sua missione
divina" (Dei Filius, 3).
Perché la Chiesa é sempre bisognosa di
purificazione?
Perché è formata da peccatori. Tutti i
membri della Chiesa pellegrinante qui sulla terra, compresi i suoi ministri,
sono peccatori, devono riconoscersi come tali, accogliere umilmente il perdono
Divino e debellare sempre più, in se stessi e negli altri, il peccato.
"Mentre Cristo santo, innocente, immacolato, non conobbe il peccato, ma
venne allo scopo di espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa che comprende
nel suo seno i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di purificazione
- simul sancta et semper purificanda - incessantemente si
applica alla penitenza e al suo rinnovamento" (Lg, 8).
Chi appartiene alla Chiesa cattolica?
"Tutti gli uomini in vario modo
appartengono o sono ordinati alla cattolica unità del popolo di Dio. È
pienamente incorporato alla Chiesa cattolica chi, avendo lo Spirito di Cristo,
è unito ad essa dai vincoli della professione di fede, dei sacramenti, del
governo ecclesiastico e della comunione. I battezzati, che non realizzano
pienamente tale cattolica unità, sono in una certa comunione, sebbene
imperfetta, con la Chiesa Cattolica" (Compendio, 168).
Perché Cristo ha istituito la gerarchia
ecclesiastica?
"Cristo ha istituito la gerarchia
ecclesiastica con la missione di pascere il popolo di Dio nel suo nome, e per
questo le ha dato autorità. Essa è formata dai ministri sacri: Vescovi,
presbiteri, diaconi (Compendio, 179), ai quali Cristo ha affidato la
missione di insegnare, santificare e governare. Essi esercitano tale missione
come 'servi di Cristo" (Rm 1,1), imitando Cristo stesso,
"il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la
sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso,
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce" (Fil 2,6-8).
Che cosa significa l'affermazione:
"Fuori della Chiesa non c'é salvezza"?
"Essa significa che ogni salvezza
viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa, che è il suo Corpo. Pertanto non
possono essere salvati quanti, conoscendo la Chiesa come fondata da Cristo e
necessaria alla salvezza, non vi entrassero e non vi perseverassero. Nello
stesso tempo, grazie a Cristo e alla sua Chiesa, possono conseguire la salvezza
eterna quanti, senza loro colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa,
ma cercano sinceramente Dio e, sotto l'influsso della grazia, si sforzano di
compiere la sua volontà conosciuta attraverso il dettame della coscienza"
(Compendio, 171).
Perché la Chiesa deve annunciare il
Vangelo a tutto il mondo?
"Perché Cristo ha ordinato:
"Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). Questo
mandato missionario del Signore ha la sua sorgente nell'amore eterno di Dio,
che ha inviato il suo Figlio e il suo Spirito perché "vuole che tutti gli
uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità" (1 Tm 2,4)"
(Compendio, 172).
Il Primicerio
della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo in RomaMonsignor Raffaello Martinelli
della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo in RomaMonsignor Raffaello Martinelli
NB: per approfondire l’argomento, si
leggano i seguenti documenti pontifici:
Concilio
Vaticano, Lumen Gentium (Lg); Sacrosanctum Concilium (Sc);;
Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC),
nn. 748-945; Compendio del CCC, nn. 147-193;
La strana equazione: Cristo sì, Chiesa
no
di Carlo Fiore
C'è
in giro, tra gli addetti ai lavori, una 'equazione teologica' interessante.
Chiesa no - Cristo sì; Cristo no – Dio sì; Dio no - religione sì;
L'equazione riflette abbastanza esattamente l'evolversi della situazione religiosa nel mondo occidentale.
Due parole di commento chiarificatore.
Chiesa no - Cristo sì; Cristo no – Dio sì; Dio no - religione sì;
L'equazione riflette abbastanza esattamente l'evolversi della situazione religiosa nel mondo occidentale.
Due parole di commento chiarificatore.
Chiesa no, Cristo sì
È la battuta più comune e diffusa. La Chiesa è rifiutata per centomila motivi. È rigida, va contro la modernità, è una organizzazione antide-mocratica e di potere, viola sistematicamente la laicità dello Stato con i suoi interventi, condiziona con i suoi veti la libera legislazione dei governi, ficca troppo il naso nei problemi del sesso, e quant'altro.
Quindi no alla Chiesa.
Ma Cristo sì, Cristo è un altro discorso. Una figura che emana forza e dolcezza, comprensione e perdono, che ha pagato con la vita le sue lotte contro ogni forma di potere in una sfida estrema. E 'l'uomo che pone l'amore al vertice di tutto e che ci parla di un Dio non fuciliere ma Padre colmo di amore per l'uomo, sua creatura. Quindi sì a Cristo.
Cristo no, Dio sì
Cristo è bene accetto, trova porte aperte dappertutto: è un 'grande', merita un posto nella storia accanto ad altri 'grandi', Platone, Buddha, Confucio, Gandhi.., Ma lasciamo perdere la questione della sua divinità.
È un mito alimentato dalle prime generazioni cristiane, dalla fantasia surriscaldata dei suoi discepoli, dagli entusiasmi eccessivi dei suoi fans di ieri e di oggi. Figlio dell'uomo? D'accordo. Figlio di Dio? No, non possiamo accettare questa esaltazione che oggi non ha più senso, anzi rende Cristo scostante, lontano da noi, confinato nel suo cielo.
Però Dio sì. Il Divino ha tutte le carte in regola per farsi accettare. Dio sì, ma quale Dio? Il problema è appunto questo. Il vecchio Dio cri-stiano deve essere messo al passo con i tempi. Si parla di “deismo”, sorto in Gran Bretagna nel Seicento e poi disceso in Francia nel Settecento.
È un Dio cui è negata ogni trascendenza, una religione senza dogmi, senza misteri, senza culto.
Dio è la Razionalità dell’universo, l’Essere Supremo, l’Eterno Geometra, il Demiurgo del mondo, l’Ordinatore del cosmo, il Grande Orologiaio, il Celibatario dei Cieli. Siamo alle soglie dell’Illuminismo.
Dio no, religione sì
Ma il deismo ha il fiato corto. Pascal, uomo del Seicento, lo riteneva l’anticamera dell’ateismo. E con ragione. Non a caso nel cartiglio che portava cucito nel mantello, invocava “non il Dio dei filosofi, ma il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe”. Non il Dio tradito del deismo. Ed è proprio in nome della Ragione, la nuova dea che avanza, che il Dio di Gesù Cristo, viene rifiutato.
Sì invece alla religione. Ma una religione senza trascendenze ingombranti, senza Dio, senza dogmi, senza gerarchie. Religione oggi, per l’uomo moderno, disincantato e secolarizzato, è riflettere su se stessi, valutare la propria vita, recuperare la pace, l’armonia e l’amore con tutti gli esseri, la “fusionalità” con il Divino cosmico, promuovere la propria coscienza come ultimo e unico referente delle nostre azioni.
Insomma, una religione dell’uomo, dall’uomo e per l’uomo, fatta e interpretata dall’uomo in un continuo trascendersi senza Trascendenza.
È esattamente la religione della New Age che proclama: “Tu sei Dio. Esplora e valorizza le immense potenzialità che racchiude in te. Non proiettarle fuori di te sugli schermi di un Dio immaginario”.
Filo diretto con Dio?
È precisamente questo il punto di arrivo della cultura contemporanea: l’uomo che, in fondo, si fa dio di se stesso.
Se dal rifiuto della Chiesa arriviamo a queste conclusioni, dobbiamo concludere che la Chiesa è veramente importante per la fede cristiana e non si può liquidarla.
Tolta la Chiesa , tutto il cristianesimo crolla.
C’è chi dice: «Io me la intendo direttamente con Dio. La Chiesa non mi interessa, mi è indigesta». È una prospettiva radicalmente sbagliata.
Nessuno ha il filo diretto con Dio: non ci si salva in diretta solitaria, ma all’interno di un popolo in cammino.
Neppure l’eremita che si è isolato dal mondo, è un solitario. Anzi, più di ogni altro ha la certezza di salvarsi all’interno di un popolo, il popolo di Dio.
Lo testimoniano monaci e monache di stretta clausura, che sembra abbaino tagliato i ponti con la comunità cristiana.
Teresa di Lisieux, solitaria nella clausura del suo Carmelo, si sentiva “il cuore della Chiesa”.
Si parla di crisi della fede,. Chiede Vittorio Messori, il noto giornalista, in una intervista al Cardinal Ratzinger: qual è il punto di rottura, la crepa che allargandosi minaccia la stabilità di tutto l’edificio della fede? Risponde il Cardinale: «L’allarme va focalizzato sulla crisi del concetto di Chiesa. Qui è l’origine di buona parte degli equivoci o dei veri e propri errori che insidiano sia la teologia che l’opinione comune cattolica. Si va perdendo il senso autenticamente cattolico della realtà Chiesa, senza che lo si respinga espressamente».
Romano Guardini, uno dei più grandi teologi cattolici, aveva detto: «Vediamo come la fede del singolo sia legata a quella degli altri, come il suo contenuto provenga serpa dagli altri, e come sia suscitata dal contatto con gli altri la propria tensione vitale. Non già che la fede abbia origine dagli uomini. Dio ne dispone, la opera, ma la opera nella dinamica umana: l’uomo è per l’uomo la via a Dio».
Superando d’un balzo le vecchie concezioni di “società perfetta”, il Concilio ha definito la Chiesa “un mistero”. È la sua vera grandezza.
Mistero perché è incuneata e rapportata vitalmente al mistero trinitario del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
A colloquio con un monaco ortodosso
Non possiamo, parlando della Chiesa oggi, non citare il Concilio Vaticano II con i dinamismi che ha comportato: il dialogo con la modernità, i diritti dell’uomo, l’inviolabilità della coscienza, l’autonomia delle realtà terrestri, la promozione del laicato, la riforma della liturgia, gli appelli all’ecumenismo, la collegialità dei Vescovi, la libertà religiosa, ecc.
Per capirne la portata, mi rifaccio ad una conversazione che ho avuto con un monaco ortodosso.
«A causa delle persecuzioni che si sono abbattute sull’Ortodossia da Lenin fino ai tempi più recenti, - mi dice – la Chiesa ortodossa non ha potuto celebrare un Concilio come il Vaticano II, e per questo è rimasta su posizioni molto arretrate, che bloccano li dialogo ecumenico tra Roma e Mosca. È noto il veto posto dal Patriarca di Mosca alla visita del Papa, anche se Putin era favorevole per i riflessi politici positivi che tale visita avrebbe comportato per il suo governo. Tipica, mi diceva il religioso ortodosso, la durezza delle posizioni contro il preteso proselitismo dei cattolici in Russia. Siamo ancora alle vecchie posizioni cuius regio eius et religio dei tempi di Lutero. Sei russo, dunque sei ortodosso. In tutti i Paesi dell’ex-impero sovietico, dalla Russia alla Romania, l’Ortodossia è intransigente, persino a Cipro e in Grecia.
Per un certo periodo, sul passaporto greco era richiesta la dichiarazione di fede professata: ortodosso, cattolico, musulmano. Disposizione oggi, fortunatamente, revocata.
Sulla strada del dialogo - conclude il mio interlocutore – rimane comunque ben saldo un macigno che preclude ogni dialogo, a parte interessi economici che riguardano la restituzione di beni (monasteri, chiese, edifici…) che appartenevano alle comunità cattoliche e che furono confiscati e passati all’Ortodossia con la rivoluzione comunista che voleva una “Chiesa di Stato”, docile alle direttive del partito.
La Chiesa : segno di unità e riconciliazione nel mondo
Per fare un bilancio complessivo della Chiesa alle soglie del terzo millennio, concludiamo con alcune affermazioni fatte dal Sinodo straordinario dei Vescovi tenutosi a Roma nel 1985, a vent’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II. Scegliamo il paragrafo dedicato al “mistero della Chiesa” per la sua centralità e importanza.
«Tutta l’importanza della Chiesa deriva dal suo collegamento con Cristo. Il Concilio ha descritto la Chiesa come popolo di Dio, corpo di Cristo, sposa di Cristo, tempio dello Spirito Santo, famiglia di Dio.
Queste descrizioni si completano a vicenda e devono essere comprese alla luce del mistero di Cristo e della Chiesa in Cristo. Non possiamo sostituire una falsa visione unilaterale della Chiesa come puramente gerarchica, tipica del pre-concilio, con una nuova concezione sociologica, anch’essa unilaterale, una Chiesa democratica.
Gesù Cristo è sempre presente nella sua Chiesa e in essa vive come risorto. Dal collegamento della Chiesa con Cristo si comprende chiaramente l’indole escatologica (tesa verso il Regno futuro ndr) della stessa Chiesa. In questo modo, la Chiesa pellegrinante sulla terra è un popolo messianico che già anticipa in se stesso la nuova creatura.
Tuttavia, rimane una Chiesa santa che ha nel proprio seno i peccatori e che deve essere sempre purificata e tende fra le persecuzioni di questo mondo e le consolazioni di Dio al Regno futuro. In questo senso, sono sempre presenti nella Chiesa il mistero della croce e il mistero della risurrezione.
Come crediamo in un solo Dio, in un unico Mediatore, Gesù Cristo, e in un solo Spirito, così abbiamo un solo Battesimo e una sola Eucaristia, con cui sono edificate l’unità e l’unicità della Chiesa.
Per questo, la Chiesa è segno e strumento di unità e di riconciliazione, di pace fra gli uomini, le nazioni, le classi e i popoli».
Carlo Fiore
È la battuta più comune e diffusa. La Chiesa è rifiutata per centomila motivi. È rigida, va contro la modernità, è una organizzazione antide-mocratica e di potere, viola sistematicamente la laicità dello Stato con i suoi interventi, condiziona con i suoi veti la libera legislazione dei governi, ficca troppo il naso nei problemi del sesso, e quant'altro.
Quindi no alla Chiesa.
Ma Cristo sì, Cristo è un altro discorso. Una figura che emana forza e dolcezza, comprensione e perdono, che ha pagato con la vita le sue lotte contro ogni forma di potere in una sfida estrema. E 'l'uomo che pone l'amore al vertice di tutto e che ci parla di un Dio non fuciliere ma Padre colmo di amore per l'uomo, sua creatura. Quindi sì a Cristo.
Cristo no, Dio sì
Cristo è bene accetto, trova porte aperte dappertutto: è un 'grande', merita un posto nella storia accanto ad altri 'grandi', Platone, Buddha, Confucio, Gandhi.., Ma lasciamo perdere la questione della sua divinità.
È un mito alimentato dalle prime generazioni cristiane, dalla fantasia surriscaldata dei suoi discepoli, dagli entusiasmi eccessivi dei suoi fans di ieri e di oggi. Figlio dell'uomo? D'accordo. Figlio di Dio? No, non possiamo accettare questa esaltazione che oggi non ha più senso, anzi rende Cristo scostante, lontano da noi, confinato nel suo cielo.
Però Dio sì. Il Divino ha tutte le carte in regola per farsi accettare. Dio sì, ma quale Dio? Il problema è appunto questo. Il vecchio Dio cri-stiano deve essere messo al passo con i tempi. Si parla di “deismo”, sorto in Gran Bretagna nel Seicento e poi disceso in Francia nel Settecento.
È un Dio cui è negata ogni trascendenza, una religione senza dogmi, senza misteri, senza culto.
Dio è la Razionalità dell’universo, l’Essere Supremo, l’Eterno Geometra, il Demiurgo del mondo, l’Ordinatore del cosmo, il Grande Orologiaio, il Celibatario dei Cieli. Siamo alle soglie dell’Illuminismo.
Dio no, religione sì
Ma il deismo ha il fiato corto. Pascal, uomo del Seicento, lo riteneva l’anticamera dell’ateismo. E con ragione. Non a caso nel cartiglio che portava cucito nel mantello, invocava “non il Dio dei filosofi, ma il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe”. Non il Dio tradito del deismo. Ed è proprio in nome della Ragione, la nuova dea che avanza, che il Dio di Gesù Cristo, viene rifiutato.
Sì invece alla religione. Ma una religione senza trascendenze ingombranti, senza Dio, senza dogmi, senza gerarchie. Religione oggi, per l’uomo moderno, disincantato e secolarizzato, è riflettere su se stessi, valutare la propria vita, recuperare la pace, l’armonia e l’amore con tutti gli esseri, la “fusionalità” con il Divino cosmico, promuovere la propria coscienza come ultimo e unico referente delle nostre azioni.
Insomma, una religione dell’uomo, dall’uomo e per l’uomo, fatta e interpretata dall’uomo in un continuo trascendersi senza Trascendenza.
È esattamente la religione della New Age che proclama: “Tu sei Dio. Esplora e valorizza le immense potenzialità che racchiude in te. Non proiettarle fuori di te sugli schermi di un Dio immaginario”.
Filo diretto con Dio?
È precisamente questo il punto di arrivo della cultura contemporanea: l’uomo che, in fondo, si fa dio di se stesso.
Se dal rifiuto della Chiesa arriviamo a queste conclusioni, dobbiamo concludere che la Chiesa è veramente importante per la fede cristiana e non si può liquidarla.
Tolta la Chiesa , tutto il cristianesimo crolla.
C’è chi dice: «Io me la intendo direttamente con Dio. La Chiesa non mi interessa, mi è indigesta». È una prospettiva radicalmente sbagliata.
Nessuno ha il filo diretto con Dio: non ci si salva in diretta solitaria, ma all’interno di un popolo in cammino.
Neppure l’eremita che si è isolato dal mondo, è un solitario. Anzi, più di ogni altro ha la certezza di salvarsi all’interno di un popolo, il popolo di Dio.
Lo testimoniano monaci e monache di stretta clausura, che sembra abbaino tagliato i ponti con la comunità cristiana.
Teresa di Lisieux, solitaria nella clausura del suo Carmelo, si sentiva “il cuore della Chiesa”.
Si parla di crisi della fede,. Chiede Vittorio Messori, il noto giornalista, in una intervista al Cardinal Ratzinger: qual è il punto di rottura, la crepa che allargandosi minaccia la stabilità di tutto l’edificio della fede? Risponde il Cardinale: «L’allarme va focalizzato sulla crisi del concetto di Chiesa. Qui è l’origine di buona parte degli equivoci o dei veri e propri errori che insidiano sia la teologia che l’opinione comune cattolica. Si va perdendo il senso autenticamente cattolico della realtà Chiesa, senza che lo si respinga espressamente».
Romano Guardini, uno dei più grandi teologi cattolici, aveva detto: «Vediamo come la fede del singolo sia legata a quella degli altri, come il suo contenuto provenga serpa dagli altri, e come sia suscitata dal contatto con gli altri la propria tensione vitale. Non già che la fede abbia origine dagli uomini. Dio ne dispone, la opera, ma la opera nella dinamica umana: l’uomo è per l’uomo la via a Dio».
Superando d’un balzo le vecchie concezioni di “società perfetta”, il Concilio ha definito la Chiesa “un mistero”. È la sua vera grandezza.
Mistero perché è incuneata e rapportata vitalmente al mistero trinitario del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
A colloquio con un monaco ortodosso
Non possiamo, parlando della Chiesa oggi, non citare il Concilio Vaticano II con i dinamismi che ha comportato: il dialogo con la modernità, i diritti dell’uomo, l’inviolabilità della coscienza, l’autonomia delle realtà terrestri, la promozione del laicato, la riforma della liturgia, gli appelli all’ecumenismo, la collegialità dei Vescovi, la libertà religiosa, ecc.
Per capirne la portata, mi rifaccio ad una conversazione che ho avuto con un monaco ortodosso.
«A causa delle persecuzioni che si sono abbattute sull’Ortodossia da Lenin fino ai tempi più recenti, - mi dice – la Chiesa ortodossa non ha potuto celebrare un Concilio come il Vaticano II, e per questo è rimasta su posizioni molto arretrate, che bloccano li dialogo ecumenico tra Roma e Mosca. È noto il veto posto dal Patriarca di Mosca alla visita del Papa, anche se Putin era favorevole per i riflessi politici positivi che tale visita avrebbe comportato per il suo governo. Tipica, mi diceva il religioso ortodosso, la durezza delle posizioni contro il preteso proselitismo dei cattolici in Russia. Siamo ancora alle vecchie posizioni cuius regio eius et religio dei tempi di Lutero. Sei russo, dunque sei ortodosso. In tutti i Paesi dell’ex-impero sovietico, dalla Russia alla Romania, l’Ortodossia è intransigente, persino a Cipro e in Grecia.
Per un certo periodo, sul passaporto greco era richiesta la dichiarazione di fede professata: ortodosso, cattolico, musulmano. Disposizione oggi, fortunatamente, revocata.
Sulla strada del dialogo - conclude il mio interlocutore – rimane comunque ben saldo un macigno che preclude ogni dialogo, a parte interessi economici che riguardano la restituzione di beni (monasteri, chiese, edifici…) che appartenevano alle comunità cattoliche e che furono confiscati e passati all’Ortodossia con la rivoluzione comunista che voleva una “Chiesa di Stato”, docile alle direttive del partito.
La Chiesa : segno di unità e riconciliazione nel mondo
Per fare un bilancio complessivo della Chiesa alle soglie del terzo millennio, concludiamo con alcune affermazioni fatte dal Sinodo straordinario dei Vescovi tenutosi a Roma nel 1985, a vent’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II. Scegliamo il paragrafo dedicato al “mistero della Chiesa” per la sua centralità e importanza.
«Tutta l’importanza della Chiesa deriva dal suo collegamento con Cristo. Il Concilio ha descritto la Chiesa come popolo di Dio, corpo di Cristo, sposa di Cristo, tempio dello Spirito Santo, famiglia di Dio.
Queste descrizioni si completano a vicenda e devono essere comprese alla luce del mistero di Cristo e della Chiesa in Cristo. Non possiamo sostituire una falsa visione unilaterale della Chiesa come puramente gerarchica, tipica del pre-concilio, con una nuova concezione sociologica, anch’essa unilaterale, una Chiesa democratica.
Gesù Cristo è sempre presente nella sua Chiesa e in essa vive come risorto. Dal collegamento della Chiesa con Cristo si comprende chiaramente l’indole escatologica (tesa verso il Regno futuro ndr) della stessa Chiesa. In questo modo, la Chiesa pellegrinante sulla terra è un popolo messianico che già anticipa in se stesso la nuova creatura.
Tuttavia, rimane una Chiesa santa che ha nel proprio seno i peccatori e che deve essere sempre purificata e tende fra le persecuzioni di questo mondo e le consolazioni di Dio al Regno futuro. In questo senso, sono sempre presenti nella Chiesa il mistero della croce e il mistero della risurrezione.
Come crediamo in un solo Dio, in un unico Mediatore, Gesù Cristo, e in un solo Spirito, così abbiamo un solo Battesimo e una sola Eucaristia, con cui sono edificate l’unità e l’unicità della Chiesa.
Per questo, la Chiesa è segno e strumento di unità e di riconciliazione, di pace fra gli uomini, le nazioni, le classi e i popoli».
Carlo Fiore
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