Da Gisbert Greshake Vivere nel mondo. Questioni fondamentali della spiritualità cristiana, Queriniana 2012
L'uso (e l'abuso) della parola "spiritualità" è piuttosto recente nella storia della Chiesa. Gli si preferiva la parola "pietà" (= religiosità, devozione, modo complessivo di vivere la vita alla luce della fede). La parola spiritualità sottolinea l'azione dello Spirito sull'individuo. Per questo la spiritualità è multiforme quanto lo è la vita e quanto lo sono le svariate possibili relazioni con Dio.
"...esiste solo una spiritualità cristiana, cioè quella che ha il suo documento e la sua base nella sacra Scrittura. Ma pure la sacra Scrittura contiene una tale quantità di affermazioni, direttive, massime, forme di vita e prospettive comportamentali che nessun essere umano è in grado di viverle tutte allo stesso modo e con la stessa intensità" (p.10)
- uno sottolinea di più l'invito alla preghiera ("contemplazione"), un altro di più l'impegno attivo ("azione");
- uno trova particolarmente importante l'invito ad amare Dio, un altro l'invito ad amare il prossimo;
- uno si sente interpellato dalla preminenza spettante al singolo, un altro al primato della comunità;
- uno ascolta attentamente la chiamata a prendere le distanze dal (cattivo) mondo, un altro si sente invece inviato proprio in tale mondo;
- uno è affascinato da personaggi biblici, che manifestano la loro fede in maniera sentimentale e commossa, un altro si sente piuttosto attratto da forme sobrie di fede o addirittura di stampo razionale. (p.10)
- una volta viene sottolineata la trascendenza di Dio sul mondo e sulla storia, un'altra volta la sua immanenza nel mondo e nella storia;
- una volta, quando si parla di Cristo, si pone l'accento sulla sua origine e natura divina, sulla sua incarnazione ("cristologia dall'alto"), un'altra volta sulla sua natura umana e, quindi, sulla sua vita e morte ("cristologia dal basso");
- alcuni autori biblici evidenziano in modo particolare l'importanza della resurrezione di Gesù, altri l'importanza della croce;
- per alcuni scritti neotestamentari al primo posto viene il già-adesso della redenzione (interiore) ("escatologia presente"), mentre altri insistono sul suo non-ancora, perchè essa non si è ancora imposta nel mondo e nella storia ("escatologia futura").
Vedi anche: Enzo Bianchi, Le parole della spiritualità (Vita spirituale)
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