giovedì 13 dicembre 2012

Famiglia (2): un film (Fireproof) e un libro (Sposati e sii sottomessa)


IL FILM: FIREPROOF
"Fireproof": un film che esalta l’unità matrimoniale educando all’amore.
Fireproof: la prova del fuoco per i matrimoni
C’è un film del 2010 intitolato
Fireproof, diffuso in Italia solo in edizione home video, ma che ha avuto un successo strepitoso negli Stati Uniti. I suoi effetti sono stati prodigiosi visto che molte coppie in procinto di separarsi ci hanno ripensato dopo aver visto il film.
Fireproof diretto dal regista americano Alex Kendrick, racconta di Caleb Holt, un capitano dei vigili del fuoco, che svolge un lavoro eroico. Nella vita privata però Caleb incontra molte difficoltà. Dopo sette anni di matrimonio, il suo rapporto con la moglie Catherine sta fallendo. I due non si comprendono più, si accusano l’un l’altro, sembrano aver perso la fiducia e l’amore che li ha portati a sposarsi. Caleb sostiene che Catherine è troppo sensibile e non mostra rispetto per lui. Catherine invece racconta ai suoi colleghi di ospedale che suo marito è insensibile e non comprende le sue necessità ed è per questo che vuole chiedere il divorzio. I genitori di Caleb sono preoccupati: dicono al figlio di non rassegnarsi e gli propongono di iniziare un percorso di 40 giorni composto da buone azioni quotidiane. Si comincia dal lavare i piatti, poi comprare fiori e regali per la moglie, rifare i letti, cucinare per la cena, invitare la moglie al ristorante, curarla, accudirla, prestarle amorevole attenzione. Caleb comincia a capire che amare significa vincere l’egoismo e prendersi cura di sua moglie.
Catherine, però, non si fida, ha la madre malata ed un medico che le fa la corte e così, nonostante gli sforzi di Caleb, manda avanti le pratiche per il divorzio. A questo punto Caleb sembra sconfitto, eppure non cede. Si converte nel profondo, prega e compie atti di amore gratuito. Da questo momento il matrimonio di Caleb e Catherine esce dall’abisso dove stava cadendo e inizia una nuova vita.
Il libro che Caleb legge, per riscoprire l’amore proprio e del matrimonio, non è una finzione cinematografica: esiste veramente, è intitolato
The Love Dare e negli Stati Uniti è stato in testa alle classifiche dei libri più venduti per 17 settimane. L’edizione italiana è intitolata La sfida dell’amore ed è pubblicata dalla casa editrice Uomini Nuovi.
Fonte: www.lottimista.com


IL LIBRO: “SPOSATI e SII SOTTOMESSA”
Di Costanza Miriano, 2011, p. 258, Vallecchi, 12 euro Vedi anche: http://costanzamiriano.wordpress.com
 
Intervista all’autrice di Marialuisa Viglione, 10 dicembre 2011 (ZENIT.org).
Non ci pensava minimamente Costanza Miriano a sottomettersi al marito il giorno del suo matrimonio, nonostante il velo. A febbraio ha pubblicato un libro "Sposati e sii sottomessa", un successo, 15mila copie vendute i primi mesi e ora in ristampa. La giornalista del tg3, 40enne madre di quattro figli, spiega il suo successo:
"Mi sono resa conto che l'unica via per un matrimonio felice è la sottomissione della sposa al marito. Nel senso che la donna nella famiglia è il sostegno che accoglie, fa star bene, aiuta. E' la base su cui poi si regge tutto".
Hai messo il velo quando ti sei sposata, simbolo di sottomissione ?
"Sì. Ma in realtà non ci pensavo affatto. Ero imbevuta della mentalità corrente: autonomia, autoaffermazione, successo personale. E' rara infatti la consapevolezza che il Vangelo ci dice come siamo davvero (non la tv o i giornali). E' la natura che lo dimostra. Se servi, sai farti da parte, accogli tuo marito, stai zitta e non cerchi di essere sempre protagonista, sei felice. L'ho sperimentato nella mia famiglia".
E tu ce la fai?
"Certo è difficile. E' un percorso. Ma ne vale la pena perché quello che conta è essere felice".
Il tuo libro è frizzante, divertente, umoristico, pur con suggerimenti di livello profondissimo
"Avevo iniziato a scrivere e mio marito mi disse: che pizza. Allora ho capito che noi cristiani dobbiamo dimostrare di essere felici, non essere dimessi. Credo che l'umorismo sia essenziale anche per far passare concetti fondamentali della vita"
E' stato quindi uno sforzo questa scrittura così "simpatica" e piena di quotidianità che viviamo tutti?
"Certo uno sforzo meditato.  Noi cattolici dobbiamo uscire dal recinto dei perdenti. In quanto figli di Dio dobbiamo andare orgogliosi. Per questo ho adottato un linguaggio che comunichi gioia".
Perché dici che a volte i cattolici rischiano di sembrare perdenti?
"Il diavolo utilizza sempre lo stesso trucchetto, dalla mela in poi. E cioè vuole farci credere questo: Se accetti di essere creatura sarai infelice. Invece non è vero. E' proprio accettando la nostra condizione di figli che troviamo la nostra natura e quindi la felicità".
Il tuo libro è sotto forma di lettere alle amiche
"Sì, ho solo cambiato qualche connotato. I destinatari sono amici vari. Ho spedito le lettere via email e mi dicevano di continuare a scrivere".
Hai avuto un grande successo, il libro piace e non solo ai cattolici. Eppure i tuoi messaggi sono quelli del Vangelo, della Chiesa e del catechismo. A cosa attribuisci il successo?
"Non credo di aver detto cose nuove. Solo in modo nuovo".
Perché?
"Penso a certi film dove la donna madre è depressa. Invece vado orgogliosa di essere sposa madre. E' la mia identità. La mitologia imperante invece è: affermati, imponiti, realizzati, abbi successo. Non mi riconosco in Claudia Pandolfi nel film "Quando la notte” della Comencini. E' depressa e cambia uomo. Puoi essere felice perfino con tuo marito".
Sei sicura?
"I difetti ce li abbiamo tutti e con la convivenza emergono. Se li si sanno affrontare si diventa vincenti. E' bello superare le difficoltà insieme. L'ho provato".
C'è una parte dedicata ai bimbi. Perché?
"Mi sono trovata con la difficoltà di essere madre. Nei secoli è stato più naturale. Oggi non esistono modelli. Una volta le madri si dedicavano meno ai figli, con affettuosa trascuratezza. Ora li mettiamo al centro. Ma non sappiamo bene, abbiamo perso le coordinate: non sappiamo chi siamo. Dovremmo reimparare dalle nostra madri, che non si facevano problemi.  Ricordo mia nonna quanto fosse sconvolta dal quanto mi dedicavo ai figli. Non invito a trascurare i figli, ma a essere più naturali, a saper dire di no.
Noi madri e padri non abbiamo più il coraggio di dare frustrazioni ai figli. E ciò porta un po' di confusione soprattutto nei bambini. Il bambino non sa nulla del mondo. Lo deve esplorare, conoscere. In una stanza senza muri un cieco va in panico si perde. Con i muri, le regole, cerca di orientarsi, è rassicurato.
All'inizio il capriccio, ma poi finisce e il bimbo è rassicurato. L'errore è non saper essere ferme e non dare frustrazioni".
Come amare e farsi amare di più dal consorte?
Rendersi amabili, accoglienti, docili, mostrare le proprie fragilità. E non parlare troppo. Per sfogarsi è meglio un'amica, meglio ancora confidarsi con il Signore, non certo con il marito. Oppure se proprio si vuole fare un rimbrotto aspettare il giorno dopo. Glielo dirò domani"
Ma le tue sono istruzioni per l'uso?
"Assolutamente no. Non voglio essere fraintesa: non sono strategie, nè tecniche di manipolazione. Ma desiderio di essere leali, mettersi al servizio. A lui fa piacere: lo faccio"
Libro godibilissimo, simpatico, umoristico e teologico. Da leggere. Per tutti donne e anche uomini. Single e sposati. Per chi è in cerca dell'anima gemella e per chi è sposato da anni. Per chi ha paura a formare una famiglia e chi non sa come gestire tanti figli.

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