Proponiamo nella traduzione di TEMPI.it ampi stralci della Lettera pastorale divulgata a novembre dalla Conferenza episcopale del Portogallo e dedicata alla ”Visione cristiana della sessualità”. Il testo descrive la nascita e lo sviluppo della “nuova ideologia di genere”, indicandone anche i possibili effetti negativi a livello sociale e culturale.
La chiamata ideologica del genere (o gender) si diffonde sempre di più. Tuttavia, non tutti se ne rendono conto e molti non ne riconoscono la portata sociale e culturale, che è stata già qualificata come vera e propria rivoluzione antropologica. Non si tratta semplicemente di una moda intellettuale, bensì comporta un movimento culturale con riflessi sul modo di pensare alla famiglia, la sfera politico-legislativa, l’insegnamento, la comunicazione e la propria lingua corrente (…).
Questo documento nasce con l’obiettivo di rendere più chiare le differenze tra queste due visioni. Ci muove il desiderio di presentare la visione più solida e più fondante della persona, tramandata e valorizzata da millenni, per la quale l’umanesimo cristiano ha molto contribuito. Crediamo che proprio quest’umanesimo, oggi, sia chiamato a contribuire alla riscoperta della profondità e della bellezza di una sessualità umana intesa in modo corretto.
1. LA PERSONA UMANA, SPIRITO INCARNATO
Più che mai, vorremmo chiarificare che, per la visione cristiana dell’uomo, non c’è spazio per il dualismo: il disprezzo del corpo in nome dello spirito o vice-versa (…). La corporeità è una dimensione strutturale della persona, non un accessorio; la persona è corpo, non ha un corpo.
Più che mai, vorremmo chiarificare che, per la visione cristiana dell’uomo, non c’è spazio per il dualismo: il disprezzo del corpo in nome dello spirito o vice-versa (…). La corporeità è una dimensione strutturale della persona, non un accessorio; la persona è corpo, non ha un corpo.
2. A CONFRONTO CON UN FORTE CAMBIAMENTO CULTURALE
Riconosciamo senz’ombra di dubbio che nel corso della storia non si è sempre attribuito lo stesso valore e lo stesso peso sociale all’uomo e alla donna. La donna in particolare è stata vittima non raramente di una grande soggezione (…). Nel desiderio di oltrepassare questa condizione di inferiorità sociale della donna, alcuni hanno portato avanti una distinzione radicale tra sesso biologico e titoli che la società le ha tradizionalmente attribuito. Hanno affermato che l’essere maschio o femmina riguarda una costruzione mentale, più o meno artificiale. Di conseguenza, rigettano tutto quanto abbia a che vedere con i dati biologici (…). E, per associazione di idee, si è passati a rifiutare la validità di tutto quanto riguardi le norme naturali sulla sessualità (eterosessualità, unione monogama, rispetto per la vita dell’embrione, eccetera). (…) [L'ideologia del gender] nega che la differenza sessuale iscritta nel corpo possa identificare la persona; rifiuta la complementarietà naturale dei due sessi; dissocia la sessualità dalla procreazione; sottomette la possibilità naturale di avere figli al desiderio di avere figli; pretende di distruggere la matrice eterosessuale della società.
3. I PRESUPPOSTI DELL’IDEOLOGIA DEL GENERE
Se la differenza sessuale tra uomo e donna è alla base dell’oppressione femminile, allora qualunque forma di definizione di una specificità femminile è sempre una discriminazione ingiusta. Per superare quest’oppressione, si rifiuta la distinzione che vi è in natura tra i sessi, e il genere diventa una scelta individuale. Il genere, dunque, non deve più corrispondere al sesso, ma è una scelta soggettiva (…) allora è indifferente anche la scelta di legarsi a persone dell’altro o dello stesso sesso. Da qui viene l’equiparazione tra le unioni eterosessuali e omosessuali (…). Allo stesso modo, si smette di parlare di maternità e di paternità e si inizia a parlare esclusivamente di genitorialità, creando un concetto astratto, slegato da fattori biologici.
Se la differenza sessuale tra uomo e donna è alla base dell’oppressione femminile, allora qualunque forma di definizione di una specificità femminile è sempre una discriminazione ingiusta. Per superare quest’oppressione, si rifiuta la distinzione che vi è in natura tra i sessi, e il genere diventa una scelta individuale. Il genere, dunque, non deve più corrispondere al sesso, ma è una scelta soggettiva (…) allora è indifferente anche la scelta di legarsi a persone dell’altro o dello stesso sesso. Da qui viene l’equiparazione tra le unioni eterosessuali e omosessuali (…). Allo stesso modo, si smette di parlare di maternità e di paternità e si inizia a parlare esclusivamente di genitorialità, creando un concetto astratto, slegato da fattori biologici.
4. RIFLESSI DELL’AFFERMAZIONE E DELLA DIFFUSIONE DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
L’affermazione e la diffusione dell’ideologia di genere si può notare in vari ambiti. Uno di questi è l’attuale ambito linguistico. A cominciare dai documenti ufficiali, si va generalizzando l’espressione “genere” in sostituzione del “sesso” (…), l’espressione “famiglie” invece che “famiglia”, o “genitorialità” invece di “paternità” e “maternità”. Molte persone adesso adottano queste espressioni per abitudine (…). Ma la generalizzazione di queste espressioni non è per nulla innocua. Fa parte di una strategia di affermazione ideologica che compromette la capacità di distinguere delle persone, con conseguenze drammatiche: non si è più in grado di darsi una collocazione e definire quello che c’è di più elementare. Il livello politico e quello legislativo (…) le leggi che permettano l’adozione da parte di genitori dello stesso sesso (si sta discutendo in Portogallo, attraverso la modalità di adozione congiunta), le leggi che permettano il cambiamento di sesso (…). Altro ambito della diffusione dell’ideologia del genere è quello scolastico, visto come mezzo efficace di indottrinamento e trasformazione della mentalità corrente. Questa strategia ha dato origine in vari paesi a movimenti di protesta.
L’affermazione e la diffusione dell’ideologia di genere si può notare in vari ambiti. Uno di questi è l’attuale ambito linguistico. A cominciare dai documenti ufficiali, si va generalizzando l’espressione “genere” in sostituzione del “sesso” (…), l’espressione “famiglie” invece che “famiglia”, o “genitorialità” invece di “paternità” e “maternità”. Molte persone adesso adottano queste espressioni per abitudine (…). Ma la generalizzazione di queste espressioni non è per nulla innocua. Fa parte di una strategia di affermazione ideologica che compromette la capacità di distinguere delle persone, con conseguenze drammatiche: non si è più in grado di darsi una collocazione e definire quello che c’è di più elementare. Il livello politico e quello legislativo (…) le leggi che permettano l’adozione da parte di genitori dello stesso sesso (si sta discutendo in Portogallo, attraverso la modalità di adozione congiunta), le leggi che permettano il cambiamento di sesso (…). Altro ambito della diffusione dell’ideologia del genere è quello scolastico, visto come mezzo efficace di indottrinamento e trasformazione della mentalità corrente. Questa strategia ha dato origine in vari paesi a movimenti di protesta.
5. LA PORTATA IDEOLOGICA DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
È importante approfondire la portata di questa ideologia, poiché rappresenta un’autentica rivoluzione ideologica. Riflette un soggettivismo relativista portato agli estremi, negando il significato della realtà oggettiva (…). È contraria ad una certa forma di ecologia umana, scioccante in un periodo in cui si esalta così tanto la necessità di rispettare l’armonia prestabilita che sottintende l’equilibrio ecologico ambientale. Su un piano strettamente scientifico, ovviamente, la pretesa di prescindere dai dati biologici nella identificazione delle differenze tra maschi e femmine è a dir poco illusoria. Queste differenze partono dalla struttura genetica delle cellule del corpo umano, per le quali non basta un intervento chirurgico degli organi sessuali esterni per cambiare.
È importante approfondire la portata di questa ideologia, poiché rappresenta un’autentica rivoluzione ideologica. Riflette un soggettivismo relativista portato agli estremi, negando il significato della realtà oggettiva (…). È contraria ad una certa forma di ecologia umana, scioccante in un periodo in cui si esalta così tanto la necessità di rispettare l’armonia prestabilita che sottintende l’equilibrio ecologico ambientale. Su un piano strettamente scientifico, ovviamente, la pretesa di prescindere dai dati biologici nella identificazione delle differenze tra maschi e femmine è a dir poco illusoria. Queste differenze partono dalla struttura genetica delle cellule del corpo umano, per le quali non basta un intervento chirurgico degli organi sessuali esterni per cambiare.
6. UOMO E DONNA CHIAMATI ALLA COMUNIONE
Questa comunione si costruisce a partire dalla differenza. Quella più basilare e fondamentale dei sessi non è un ostacolo alla comunione, non è una fonte di opposizione e di conflitto, ma un’occasione di arricchimento reciproco. L’uomo e la donna sono chiamati alla comunione perché solo questa li completa e permette la continuazione della specie, attraverso la crescita di nuove vite. Fa parte della meraviglia del disegno della creazione. La società si costruisce a partire da questa collaborazione tra la dimensione maschile e femminile. In primis nella sua cellula fondamentale, la famiglia (…).
Questa comunione si costruisce a partire dalla differenza. Quella più basilare e fondamentale dei sessi non è un ostacolo alla comunione, non è una fonte di opposizione e di conflitto, ma un’occasione di arricchimento reciproco. L’uomo e la donna sono chiamati alla comunione perché solo questa li completa e permette la continuazione della specie, attraverso la crescita di nuove vite. Fa parte della meraviglia del disegno della creazione. La società si costruisce a partire da questa collaborazione tra la dimensione maschile e femminile. In primis nella sua cellula fondamentale, la famiglia (…).
7. COMPLEMENTARIETÀ DELL’ESSERE MASCHIO E FEMMINA
È un fatto che un determinato tipo di visione dell’essere maschio e femmina è servito nel corso della storia a consolidare divisioni di compiti rigide e stereotipate che hanno limitato la realizzazione della donna, rilegata alle faccende domestiche (…) è una conseguenza del peccato. Questo dominio indica un disturbo ed una perdita di stabilità della fondamentale uguaglianza tra uomo e donna. L’ideologia di genere non si limita a denunciare tali ingiustizie, ma pretende di eliminarle negando la specificità femminile. Ciò impoverisce la donna, che perde la sua identità e indebolisce la società, privata di un contributo prezioso e insostituibile come la femminilità e la maternità (…).
È un fatto che un determinato tipo di visione dell’essere maschio e femmina è servito nel corso della storia a consolidare divisioni di compiti rigide e stereotipate che hanno limitato la realizzazione della donna, rilegata alle faccende domestiche (…) è una conseguenza del peccato. Questo dominio indica un disturbo ed una perdita di stabilità della fondamentale uguaglianza tra uomo e donna. L’ideologia di genere non si limita a denunciare tali ingiustizie, ma pretende di eliminarle negando la specificità femminile. Ciò impoverisce la donna, che perde la sua identità e indebolisce la società, privata di un contributo prezioso e insostituibile come la femminilità e la maternità (…).
8. IL “GENIO FEMMINILE”
In questa prospettiva, bisogna mettere in luce quello che Papa Giovanni Paolo II ha chiamato “genio femminile”. Non si tratta di qualcosa che si esprime solamente all’interno della relazione sponsale (…). Passa attraverso la vocazione alla maternità, senza che questa si esaurisca nella maternità biologica. In questa, tuttavia, si dimostra una speciale sensibilità della donna alla vita. La maternità non è un peso di cui la donna ha bisogno di liberarsi. Quello che si esige è che tutta l’organizzazione sociale appoggi e non ostacoli la concretizzazione di questa vocazione (…).
In questa prospettiva, bisogna mettere in luce quello che Papa Giovanni Paolo II ha chiamato “genio femminile”. Non si tratta di qualcosa che si esprime solamente all’interno della relazione sponsale (…). Passa attraverso la vocazione alla maternità, senza che questa si esaurisca nella maternità biologica. In questa, tuttavia, si dimostra una speciale sensibilità della donna alla vita. La maternità non è un peso di cui la donna ha bisogno di liberarsi. Quello che si esige è che tutta l’organizzazione sociale appoggi e non ostacoli la concretizzazione di questa vocazione (…).
9. L’INSOSTITUIBILE COMPITO DEL PADRE
(…) L’ambito in cui più si nota l’assenza di questo contributo è l’educazione, da cui si parla del padre come il “grande assente”. Questo può dar inizio ad una serie di conseguenze, come il disorientamento esistenziale dei giovani, la tossicodipendenza o la delinquenza giovanile. Se la relazione con la madre è essenziale nei primi anni di vita, allo stesso modo è essenziale la relazione con il padre, affinché il bambino e il giovane si distacchino dalla madre e così crescano come persone autonome. Non basta l’affetto per crescere: sono necessari regole e autorità, che si accentuano grazie al ruolo del padre (…).
(…) L’ambito in cui più si nota l’assenza di questo contributo è l’educazione, da cui si parla del padre come il “grande assente”. Questo può dar inizio ad una serie di conseguenze, come il disorientamento esistenziale dei giovani, la tossicodipendenza o la delinquenza giovanile. Se la relazione con la madre è essenziale nei primi anni di vita, allo stesso modo è essenziale la relazione con il padre, affinché il bambino e il giovane si distacchino dalla madre e così crescano come persone autonome. Non basta l’affetto per crescere: sono necessari regole e autorità, che si accentuano grazie al ruolo del padre (…).
10. LA RISPOSTA ALL’AFFERMAZIONE E ALLA DIFFUSIONE DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
L’ideologia di genere non si contrasta solo con la visione biblica e cristiana, ma anche con la verità della persona e della sua vocazione. Quest’ideologia pregiudica la realizzazione personale e, a medio termine, defrauda la società (…). I cambiamenti legislativi che riflettono la mentalità dell’ideologia di genere – concretamente, la legge che ha ridefinito il matrimonio – non sono irreversibili. E i cittadini e i legislatori (…) sono chiamati a fare tutto quanto in loro potere per revocare questi cambiamenti. Se dovremo assistere all’utilizzo del sistema di insegnamento per affermare e diffondere questa ideologia, è bene tenere presente il primato dei diritti di padri e madri sulla orientamento e sull’educazione dei proprio figli. L’articolo 26 n.3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che «ai genitori spetta la priorità del diritto di scelta sul tipo di educazione dei propri figli». E l’articolo 43, n.2 della nostra Costituzione stabilisce che «lo Stato non si può attribuire il diritto di programmare l’educazione e la cultura secondo qualunque guida filosofica, estetica, politica, ideologica o religiosa». Ad ogni modo, la risposta più efficace alle affermazioni e alla diffusione dell’ideologia di genere deve riflettersi in una nuova evangelizzazione. Si tratta di annunciare il Vangelo come questo è: una buona novella di vita, dell’amore umano, del matrimonio e della famiglia, il che corrisponde alle esigenze più profonde e autentiche di tutte le persone. A questo annuncio sono chiamate, in particolare, le famiglie cristiane, prima di tutto attraverso la propria testimonianza di vita.
L’ideologia di genere non si contrasta solo con la visione biblica e cristiana, ma anche con la verità della persona e della sua vocazione. Quest’ideologia pregiudica la realizzazione personale e, a medio termine, defrauda la società (…). I cambiamenti legislativi che riflettono la mentalità dell’ideologia di genere – concretamente, la legge che ha ridefinito il matrimonio – non sono irreversibili. E i cittadini e i legislatori (…) sono chiamati a fare tutto quanto in loro potere per revocare questi cambiamenti. Se dovremo assistere all’utilizzo del sistema di insegnamento per affermare e diffondere questa ideologia, è bene tenere presente il primato dei diritti di padri e madri sulla orientamento e sull’educazione dei proprio figli. L’articolo 26 n.3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che «ai genitori spetta la priorità del diritto di scelta sul tipo di educazione dei propri figli». E l’articolo 43, n.2 della nostra Costituzione stabilisce che «lo Stato non si può attribuire il diritto di programmare l’educazione e la cultura secondo qualunque guida filosofica, estetica, politica, ideologica o religiosa». Ad ogni modo, la risposta più efficace alle affermazioni e alla diffusione dell’ideologia di genere deve riflettersi in una nuova evangelizzazione. Si tratta di annunciare il Vangelo come questo è: una buona novella di vita, dell’amore umano, del matrimonio e della famiglia, il che corrisponde alle esigenze più profonde e autentiche di tutte le persone. A questo annuncio sono chiamate, in particolare, le famiglie cristiane, prima di tutto attraverso la propria testimonianza di vita.
Nessun commento:
Posta un commento