C’è scritto chiaro e tondo nel Vangelo (parole di
Gesù): «Quando digiunate profumatevi il capo e lavatevi la faccia». Il
precetto non ha valore estetico, ma è piuttosto una sorta di antidoto
all’obesità delle abitudini pigre, contro il naso perennemente appiccicato al
cellulare. Il digiuno affila la mente. Ma sfila pure il corpo. L’invito a una
maggiore sobrietà, rispetto all’obesità, viene dalla Chiesa ed è rivolto ai
credenti. Il pranzo si salta spesso per esigenze di lavoro, si praticano ferree
diete per apparire magri e chi ha soldi se ne va in clinica proprio per non
mangiare e «farsi» di tisane.
Il digiuno, invece, dovrebbe essere il segno
d’identità dei credenti. Antonio Socci, giornalista,
cattolico, non solo dice di rispettare i precetti della Chiesa ma va
addirittura oltre: segue alla lettera quelli della Madonna di Medjugorje che
obbliga i fedeli al pane ed acqua tutti i mercoledì e i venerdì. «Che è
peggio del digiuno perché è la rinuncia al gusto. Perché lo faccio? Il digiuno
è ascesi che dà libertà, una pratica che permette di acquisire un dominio del
proprio corpo e degli istinti».
E’ ancora Pierangelo Sequeri a
ricordarci che “il digiuno affila la mente. La rinuncia rende acuto lo sguardo.
L’esercizio dello spirito ingentilisce il gesto. L’eleganza del distacco ridona
sensibilità all’essenziale. La silenziosa lotta con il male rende affidabili.
Il credente transita così, con gesto sobrio e discreto, attraverso le anime
flaccide e sepolcrali delle nuove divinità d’Occidente. Impara ad abitare
coraggiosamente la disperazione della vita che vive per niente. Insegna a
morire per qualcosa di enorme che riguarda tutti. Segna la soglia del mistero.
E ci rende capaci di varcarla”. (P.Sequeri, Tempo di Quaresima.
Oltre obesità e delusioni, Avvenire, 9.3.11).
Digiuna dal giudicare gli altri: scopri
Cristo ... che vive in loro.
Digiuna dal dire parole che feriscono: rièmpiti di frasi che risanano.
Digiuna dall'essere scontento: rièmpiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature: rièmpiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo: rièmpiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili: rièmpiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti: rièmpiti di stima per quella meraviglia che è la vita.
Digiuna dalle pressioni e insistenze: rièmpiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall'amarezza: rièmpiti di perdono.
Digiuna dal dare importanza a te stesso: rièmpiti di compassione per gli altri.
Digiuna dall'ansia per le tue cose: compromettiti nella diffusione del Regno.
Digiuna dallo scoraggiamento: rièmpiti di entusiasmo nella fede.
Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù: riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
Digiuna dal dire parole che feriscono: rièmpiti di frasi che risanano.
Digiuna dall'essere scontento: rièmpiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature: rièmpiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo: rièmpiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili: rièmpiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti: rièmpiti di stima per quella meraviglia che è la vita.
Digiuna dalle pressioni e insistenze: rièmpiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall'amarezza: rièmpiti di perdono.
Digiuna dal dare importanza a te stesso: rièmpiti di compassione per gli altri.
Digiuna dall'ansia per le tue cose: compromettiti nella diffusione del Regno.
Digiuna dallo scoraggiamento: rièmpiti di entusiasmo nella fede.
Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù: riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
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