mercoledì 7 maggio 2014

Rapporti prematrimoniali: cosa dice la Chiesa?

Vorrei che qualcuno che ha competenza in materia mi spiegasse in modo chiaro cosa dice la Chiesa a proposito dei rapporti prematrimoniali. Non ho capito se quelle della Chiesa sono solo indicazioni («sarebbe meglio non avere rapporti prematrimoniali») o se viene considerata proprio un'infrazione. Secondo me poi vanno distinti i cosiddetti rapporti occasionali con chi capita, conoscendosi appena, da chi sta insieme da un pò e ha fatto e sta facendo insieme un percorso: nella morale cattolica: esiste questa distinzione?
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Risponde padre Maurizio Faggioni, docente di Teologia morale
Trovo corretto il modo di impostare la domanda da parte della gentile lettrice perché riconduce il significato morale di un rapporto sessuale alla qualità umana della relazione interpersonale in cui il rapporto si inscrive. In prospettiva cristiana, la sessualità non è un bene di consumo o una fonte di gratificazione fine a se stessa. La sessualità è il linguaggio dell'amore e questo linguaggio può essere più o meno veritiero, più o meno menzognero. Una unione sessuale si colloca nella luce della verità quando l'unione dei corpi simboleggia e compie l'unione delle esistenze e, quindi, esprime una relazione di totale coinvolgimento, di reciproca conoscenza, di corresponsabilità, di condivisione. Unirsi fisicamente al di fuori di questo contesto umano denso e impegnativo banalizza la sessualità, la appiattisce sulla genitalità e la svuota del suo significato più autentico, rendendola una «parola» vuota e superficiale, anche se momentaneamente esaltante. Uno dei punti fermi della morale cattolica in tema di sessualità è che l'unione sessuale trova il suo contesto appropriato soltanto nel matrimonio perché solo nel matrimonio, inteso come progetto globale di vita, la sessualità può esprimere le due dimensioni fondamentali dell'amore coniugale, la comunione e la fecondità.
Sotto questo punto di vista bisogna distinguere «i rapporti occasionali con chi capita» dai rapporti intimi tra fidanzati che siano onestamente impegnati nel loro itinerario verso il matrimonio. I fidanzati sono orientati verso la pienezza della vita a due e, quindi, il loro desiderio di intimità sessuale non può essere giudicato l'effetto di una semplice pulsione istintiva, né rappresenta sempre un semplice «esperimento», ma può rispondere al comprensibile bisogno di esprimere nel linguaggio del corpo la ricchezza di un'esperienza che nessuna parola detta potrà mai contenere. Tuttavia, proprio per il fatto che sono ancora fidanzati, essi stessi dimostrano che - per circostanze diverse, interne o esterne alla coppia - il loro cammino verso il matrimonio non è ancora giunto a pienezza. Sarebbe offensivo dire che i rapporti prematrimoniali tra fidanzati siano da equipararsi al mordi e fuggi del sesso occasionale, ma non si può neppure dire che i rapporti sessuali tra fidanzati possano essere assimilati ai rapporti tra sposati. Si tratta di rapporti «prematuri» (Persona Humana, n. 7) che si pongono - è vero - all'interno di un percorso che è orientato a raggiungere la pienezza e la stabilità della vita coniugale, ma che non ha ancora maturato tale pienezza e stabilità del patto.
Per questo, motivo nella morale cattolica, i rapporti prematrimoniali non sono solo sconsigliati, ma sono proprio esclusi. Qualcuno potrà concludere che, a livello pratico, la Chiesa non distingue tra rapporti occasionali e rapporti prematrimoniali, ma - come ho cercato di mostrare - il giudizio morale nelle due situazioni è molto diverso. La proposta pastorale per due fidanzati è di accordarsi con i tempi e le dinamiche della loro preparazione al matrimonio, crescendo nella giusta intimità e riservando alla vita coniugale l'espressione fisicamente ed emotivamente più completa del loro amore.

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