“Se tu vuoi un amico, addomesticami!“
“Che cosa bisogna fare?” domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino… “
“Che cosa bisogna fare?” domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino… “
-Il Piccolo Principe-
ALCUNE CONCEZIONI
DISTORTE DI AMICIZIA
1. Amicizia-cestino dei rifiuti: uno parla sempre e l’altro gli serve da recipiente dei suoi sfoghi.
2. Amicizia-marmellata: quando ci si appiccica come la marmellata e non si sa stare in piedi con le proprie gambe.
3. Amicizia-coppietta: quando si sta meglio da soli, si cerca sempre di appartarsi, di isolarsi.
4. Amicizia-branco: quando si fa gruppo eliminando ogni diversità (stessi vestiti, stesso modo di parlare, stesse cose da fare). Chi vuole appartenerci deve perdere la propria originalità e intelligenza.
5. Amicizia-comitiva: quando gli amici servono per passare il tempo, per fare due risate, ma si rimane in rapporti superficiali senza condividere niente di profondo e personale.
INGREDIENTI:un pizzico di simpatia,
10 bicchieri di sincerità,
1 mestolo di fedeltà,
1 pentolone di libertà,
5 bicchieri di fiducia,
1 tazza di clemenza,comprensione a volontà,
9 bottiglie colme d'amore,
7 contenitori di bontà,pazienza quanto basta,
e tanta allegria non guasta.
10 bicchieri di sincerità,
1 mestolo di fedeltà,
1 pentolone di libertà,
5 bicchieri di fiducia,
1 tazza di clemenza,comprensione a volontà,
9 bottiglie colme d'amore,
7 contenitori di bontà,pazienza quanto basta,
e tanta allegria non guasta.
IL PINGUINO SOLO –SOLO
“Stare insieme è bello!”
Per la novecentosessantatremiladuesima volta il pinguino fece il giro del suo iceberg. Quello del pinguino era un iceberg piccolo piccolo, ma era tutto suo. Un po’ sudato per la corsa, il pinguino si specchiò nell’acqua gelida e soddisfatto si disse: “ Non c’è dubbio, sono la creatura più bella dell’universo”. [...] C’era solo lui e faceva quello che gli pareva. Ma tutto questo non gli piaceva più come una volta. Si stese supino e cominciò a contare le nuvole. Le nuvole correvano, correvano e il pinguino chiuse gli occhi pensando dentro di sé: “Sono il più bello, il più forte, il più coraggioso pinguino del mondo... ma perché sono così triste?”.
Grossi lacrimoni presero a scorrergli sul becco e il pinguino non sapeva perché. Ma ecco che un giorno, fra le nuvole, il pinguino intravide un puntino nero. Piano piano s’ingrandiva, e capì che si stava avvicinando. Il pinguino aguzzò gli occhi: era un gabbiano e volava sempre più basso. Nessun gabbiano si era mai posato sul suo gelido iceberg e il pinguino era tutto eccitato dalla novità, ma chiuse gli occhi per non darlo a vedere.
“Buongiorno!- disse il gabbiano- io mi chiamo Fortala. E tu come ti chiami?”.
Grossi lacrimoni presero a scorrergli sul becco e il pinguino non sapeva perché. Ma ecco che un giorno, fra le nuvole, il pinguino intravide un puntino nero. Piano piano s’ingrandiva, e capì che si stava avvicinando. Il pinguino aguzzò gli occhi: era un gabbiano e volava sempre più basso. Nessun gabbiano si era mai posato sul suo gelido iceberg e il pinguino era tutto eccitato dalla novità, ma chiuse gli occhi per non darlo a vedere.
“Buongiorno!- disse il gabbiano- io mi chiamo Fortala. E tu come ti chiami?”.
Il pinguino non lo sapeva perché non aveva mai avuto bisogno di un nome sull’iceberg. “Non ho un nome”, rispose il pinguino.
“Che stupidaggine!- brontolò il gabbiano.- tutti hanno un nome. Ti chiamerò Solo-solo.”.
“Trovo che sia un nome magnifico!” Disse il pinguino.
Il gabbiano allora si mise a fargli un sacco di domande: cosa faceva lì, perché viveva da solo, com’era il pesce da quelle parti. Il pinguino rispose a tutto, ma aveva poco da dire. Dovette ammettere che su quell’iceberg si annoiava. A quel punto il gabbiano disse: “Ma perché non te ne vai verso la terra ferma? E’ a neanche mezz’ora di volo da qui, e là ci troveresti un mucchio di altri pinguini”.
Solo-solo rispose: “Altri pinguini!”, e raddrizzò la testa. Sì, doveva andare là. Anche se il viaggio fosse durato settimane, lui vi doveva arrivare. Si fece così indicare la direzione giusta e si tuffò. Solo-solo si ritrovò nell’immensità dell’oceano, ma almeno adesso sapeva dove voleva andare e finalmente aveva uno scopo nella vita. La traversata fu lunghissima, estenuante. Tante volte il pinguino fu tentato di tornare indietro poi finalmente, più morto che vivo approdò a una spiaggia sconosciuta.
“E’ sfinito”, disse una voce.
“E’ arrivato da poco”, disse qualcun altro...
“Chissà da dove viene poverino” aggiunse una vocina…
Solo-solo era troppo stanco per raddrizzarsi, tuttavia aprì gli occhi e vide tanti pinguini intorno a lui.
“E’ vivo!”, dissero insieme i pinguini.
Ora Solo-solo abita in una spiaggia piena di pinguini e non è mai stato così felice, anche se non è il più bello, il più forte, il più coraggioso e non possiede un iceberg tutto suo. Ha anche cambiato nome, non si chiama più Solo-solo ma.. (Adattamento da B. Ferrero, Tutte storie, ElleDiCi)
“Che stupidaggine!- brontolò il gabbiano.- tutti hanno un nome. Ti chiamerò Solo-solo.”.
“Trovo che sia un nome magnifico!” Disse il pinguino.
Il gabbiano allora si mise a fargli un sacco di domande: cosa faceva lì, perché viveva da solo, com’era il pesce da quelle parti. Il pinguino rispose a tutto, ma aveva poco da dire. Dovette ammettere che su quell’iceberg si annoiava. A quel punto il gabbiano disse: “Ma perché non te ne vai verso la terra ferma? E’ a neanche mezz’ora di volo da qui, e là ci troveresti un mucchio di altri pinguini”.
Solo-solo rispose: “Altri pinguini!”, e raddrizzò la testa. Sì, doveva andare là. Anche se il viaggio fosse durato settimane, lui vi doveva arrivare. Si fece così indicare la direzione giusta e si tuffò. Solo-solo si ritrovò nell’immensità dell’oceano, ma almeno adesso sapeva dove voleva andare e finalmente aveva uno scopo nella vita. La traversata fu lunghissima, estenuante. Tante volte il pinguino fu tentato di tornare indietro poi finalmente, più morto che vivo approdò a una spiaggia sconosciuta.
“E’ sfinito”, disse una voce.
“E’ arrivato da poco”, disse qualcun altro...
“Chissà da dove viene poverino” aggiunse una vocina…
Solo-solo era troppo stanco per raddrizzarsi, tuttavia aprì gli occhi e vide tanti pinguini intorno a lui.
“E’ vivo!”, dissero insieme i pinguini.
Ora Solo-solo abita in una spiaggia piena di pinguini e non è mai stato così felice, anche se non è il più bello, il più forte, il più coraggioso e non possiede un iceberg tutto suo. Ha anche cambiato nome, non si chiama più Solo-solo ma.. (Adattamento da B. Ferrero, Tutte storie, ElleDiCi)
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