Gli studiosi di cose umane affermano che l’innamoramento è una fase “patologica” dove tutto appare bello e piacevole e si crede che duri per sempre. Per questo l’innamoramento viene definito “irrazionale e involontario”. L’amore invece viene definito “volontario e ragionevole”. Il passaggio dall’innamoramento all’amore è analogo al passaggio dall’infanzia - adolescenza alla fase della vita adulta… dove si è consapevoli che tutto non sarà sempre bello e piacevole, tuttavia sarà sempre ragionevolmente possibile abbracciarlo realisticamente per sempre. La parola “amore”, etimologicamente deriva dal latino “a-mors” (non-morte).
E’ meglio “sfogare l’energia istintiva”, quale essa sia, o “dominare l’energia istintiva” finalizzandola ad un progetto? Gandhi affermava: “Ho imparato, dopo amare esperienze, a preservare la mia rabbia e (ho scoperto che) come il calore che non si disperde si trasforma in energia, così la mia rabbia, dominata, si trasforma in forza capace di muovere il mondo”.
“Il sesso sta all’amore come la scintilla al falò che ha acceso” (Carrel): il “sesso” sarebbe la scintilla iniziale che accende una relazione. Cosa decidi di fare con questa “scintilla”? Accendere un amore (finalità di natura antropologica) o incendiare una foresta per friggerti due uova (motivazione irrefrenabile senza congruo progetto) ?
CITAZIONI
“Non è molto intelligente voler provare cos’è la morte con un lungo sonno; né è cosa più saggia pretendere di sperimentare l’unione coniugale senza prima entrare nel matrimonio”. (Bovet)
“Il sesso da solo è l’amore del niente”. ( Marco Masini, cantautore)
“Ci sono soltanto due modi di vivere la propria vita. L’una è viverla come se nulla fosse un miracolo. L’altra è viverla come se tutto fosse un miracolo”: (Einstein)
“Se l’aver mangiato un frutto ha rovinato l’umanità, la salvezza sarà nell’atteggiamento contrario, nel guardare un frutto senza mangiarlo”. (Weil)
IL LIBRO: Gimmi Rizzi, Voglio imparare ad amare. Preadolescenti dentro il labirinto dell'affettività e sessualità, Elledici, 2005, p.88, 7 euro.
1. “Strappa il paraocchi che ti impedisce di vedere la ricchezza della sessualità” (attenzione: vivi in una cultura “iper-erotica” che riduce la sessualità all’uso della genitalità, spogliandola dell’amore). Passa dalla de-formazione all’in-formazione per arrivare alla formazione (impara l’arte di amare per diventare uomo maturo)
2. “Parti, esci dal guscio! Non puoi restare bambino!” ovvero supera la fase infantile del narcisismo o dell’egocentrismo.
3. “Punta alla meta: diventare uomo maturo”. (Maturo sessualmente non è colui che sa fare l’amore, ma colui che sa amare)
4. “Non agitarti! Ognuno ha i suoi tempi di crescita”. Ovvero: non andare in tilt per un difettuccio.
5. “Stai bene con il tuo corpo, accettando anche ciò che non è perfetto”.
6. “Sappi che non esiste il normale, ma ognuno di noi è originale”, ovvero: non esistono misure standard.
7. “Ciò che conta non è un pene o un seno grande, ma un cuore grande!”
8. “Tu non sei solo il tuo corpo”: sei molto più dell’involucro esteriore.
9. “Abbi cura del tuo corpo, ma non idolatrarlo”.
10. “Diventa signore dei tuoi istinti, cioè temperante! Libero è proprio colui che è signore dei suoi istinti” (ti distinguerai così dagli animali che sono schiavi dei propri istinti: fra questi e la loro soddisfazione si pone la ragione, la volontà, la libertà).
11. “Non rendere l’altro (o il tuo corpo) oggetto del tuo piacere”: il piacere (momentaneo) non è la felicità (che permane).
12. “Occhio a non bruciare le tappe: come è possibile mettere il tetto se non ci sono le fondamenta e il muro?”
13. “Per dire dei sì bisogna anche saper dire dei no”: la maturità richiede prudenza per non lasciarsi travolgere dal primo impulso.
14. “Costruisci amicizie sane e vinci ogni isolamento”.
15. “Non fare dell’altro/a il tuo possesso”. Attenzione alla “cotta”: cuoce il cervello facendoci perdere il senso della realtà (idealizza l’altro/a, è breve, è segnata dal narcisismo: non voglio il suo bene, ma la voglio per me). La cotta è un amore basato sul solo sentimento.
16. “Non fermarti a ciò che senti, ma impara a voler bene”, segui il progetti di volersi bene.
17. “I tuoi occhi sono la finestra dell’anima: tu ti nutri anche con gli occhi” (ciò che vedi viene registrato dal tuo pensiero): la pornografia è il sesso-smog che ti inquina l’anima.
18. “Controlla e filtra bene i rifornimenti del tuo pensiero: occhio al sesso-smog”. Pericolo di dipendenza!
19. “Nel tuo linguaggio e nei tuoi gesti sii sempre limpido e rispettoso” (non mancare di rispetto e di delicatezza per gli altri). Pericolo di perversioni e abusi sessuali!
20. “Impara a farti aiutare dalle tue guide, parla apertamente dei tuoi problemi vincendo la vergogna”
A… come AMORE
Dal Dizionario spirituale del cardinal C.M.Martini, pag.18
Chiamo amore quell’esperienza intensa, indimenticabile e inconfondibile che si può fare soltanto nell'incontro con un'altra persona.
Non c'è quindi amore con una cosa astratta, con una virtù. Non c'è amore solitario. L'amore suppone sempre un altro e si attua in un incontro concreto. Per questo l'amore ha bisogno di appuntamenti, di scambi, di gesti, di parole, di doni che, se sono parziali, sono tuttavia simbolo del dono pieno di una persona ad un'altra.
Amore è dunque incontrare un'altra persona scambiandosi dei doni, è esperienza in cui si dà qualcosa di sé e c'è più amore quanto più si dà qualcosa di sé.
L'amore è un incontro in cui l'altro ci appare importante, in un certo senso più importante di me: così importante che, al limite, io vorrei che lui fosse anche con perdita di me. Uno scopre di essere innamorato quando si accorge che l'altro gli è divenuto, in qualche modo, più importante di se stesso. Per questo l'amore realizza qualcosa che potremmo chiamare un'estasi, un uscire da sé, dal proprio tornaconto: una sorta di estasi in cui io mi sento tanto più vero e tanto più autentico, tanto più genuinamente io quanto più mi dono, mi spendo e non mi appartengo più in esclusiva.
Chiamo amore quell’esperienza intensa, indimenticabile e inconfondibile che si può fare soltanto nell'incontro con un'altra persona.
Non c'è quindi amore con una cosa astratta, con una virtù. Non c'è amore solitario. L'amore suppone sempre un altro e si attua in un incontro concreto. Per questo l'amore ha bisogno di appuntamenti, di scambi, di gesti, di parole, di doni che, se sono parziali, sono tuttavia simbolo del dono pieno di una persona ad un'altra.
Amore è dunque incontrare un'altra persona scambiandosi dei doni, è esperienza in cui si dà qualcosa di sé e c'è più amore quanto più si dà qualcosa di sé.
L'amore è un incontro in cui l'altro ci appare importante, in un certo senso più importante di me: così importante che, al limite, io vorrei che lui fosse anche con perdita di me. Uno scopre di essere innamorato quando si accorge che l'altro gli è divenuto, in qualche modo, più importante di se stesso. Per questo l'amore realizza qualcosa che potremmo chiamare un'estasi, un uscire da sé, dal proprio tornaconto: una sorta di estasi in cui io mi sento tanto più vero e tanto più autentico, tanto più genuinamente io quanto più mi dono, mi spendo e non mi appartengo più in esclusiva.
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