ENZO BIANCHI.
Particolarmente prolifico è stato in questo mese Enzo Bianchi, monaco fondatore della comunità di Bose, chiamato più volte, e su diverse testate, a commentare i primi passi e le prime parole del nuovo Papa. Il giorno dell'elezione (13 marzo) aveva pubblicato su La Repubblica un articolo timoroso dal titolo E se fosse eletto il papa sbagliato? in cui metteva in chiaro come lo Spirito agisce, ma senza imporsi: necessita dell'accoglienza dei cardinali.
Non si dica che il nuovo papa sarà automaticamente colui che lo Spirito santo vuole: sarà chi i cardinali hanno voluto che fosse e, quindi, sarà secondo la volontà dello Spirito santo se questi vi avranno obbedito. Lo Spirito santo – se viene ascoltato – può agire solo attraverso gli elettori, ma questi restano liberi di fargli obbedienza o di resistergli. La storia del papato e di tutte le autorità della chiesa dovrebbe ricordarcelo e ci dovrebbe trattenere dallo stabilire un nesso incondizionato tra il nuovo papa designato e la volontà dello Spirito santo. Se questa è la lettura che un cattolico fa del processo di elezione papale, una volta che il papa è eletto legittimamente, il cattolico farà obbedienza, accogliendolo come vescovo di Roma e quindi come successore di Pietro: nella chiesa l’appartenenza è ordinata e dev’essere leale, sincera, pronta.Il giorno successivo, 14 marzo, eccolo pubblicare, questa volta su La Stampa, un breve articolo entusiasta sul nuovo Papa dal titolo Il Vangelo radicale.
Francesco - nome scelto per la prima volta da un papa e per di più dal primo gesuita della storia divenuto vescovo di Roma - è nome che da solo evoca un ritorno al Vangelo sine glossa, alla radicalità di una testimonianza di vita che diviene annuncio nel quotidiano, a uno stile semplice e povero che confida solo nel Signore. Vedremo presto quali strade nuove e antiche questo aprirà per la Chiesa di Roma e la Chiesa universale: oggi, come ha detto papa Francesco, inizia un «cammino di chiesa», «vescovo e popolo, vescovo e popolo», un cammino di «fratellanza, amore e fiducia», un cammino intessuto di «preghiera per tutto il mondo perché ci sia grande fratellanza». Questo giorno è davvero il giorno della gioia e dell’azione di grazie al Signore per il dono offertoci dallo Spirito che i cardinali hanno saputo discernere e accogliere.Un nuovo commento di Bianchi lo troviamo per L'Avvenire il giorno successivo, domenica 15 marzo, con un articolo dal titolo La nuda missione.
Un gesuita – il primo della storia – eletto successore di Pietro che sceglie come nome quello del santo di Assisi, con un’audacia evangelica che nemmeno i quattro papi francescani di un passato ormai lontano avevano osato intraprendere. Ma cosa accomuna spiritualità ignaziana e carisma francescano? Innanzitutto credo che in Ignazio di Loyola come in Francesco d’Assisi ci sia l’esigenza e la capacità di andare all’essenziale, al cuore del messaggio evangelico (...). Poi, strettamente legata a questo, un’ardente passione per la missione, per farsi “Cristofori”, portatori di Cristo là dove egli desidera essere portato (...).Passano due giorni e, il 17, lo ritroviamo su La Stampa con Il Pontefice che si è fatto uomo.
Sono tutti tratti che ritroviamo fin dai primi gesti di papa Francesco e, ancor prima, nella scelta del suo motto episcopale: “Miserando et eligendo”, avere compassione, chinarsi sui miseri e scegliere, chiamare alla sequela di Cristo.
Dopo mesi in cui, quando si parlava della chiesa, lo si faceva senza sorridere, nella tristezza del susseguirsi di accuse e diffidenze, ecco di nuovo la possibilità di guardare alla chiesa con simpatia, di riprendere fiducia verso un’istituzione che a molti appare lontana e poco affidabile. (...) La semplicità di questo uomo e cristiano “salito sul trono di Pietro” (si può ancora usare questa espressione?), diventato vescovo di Roma e dunque successore di Pietro e papa della chiesa cattolica, la sua convinta e consapevole volontà di compiere gesti umanissimi – augurare la buona notte, rientrare a casa dal conclave su un pulmino con gli altri cardinali, scendere dal trono per andare ad abbracciare il cardinale decano Angelo Sodano, andare ai tavoli dei cardinali per pranzare con loro cercando un posto libero... – non può passare inosservata: chi vuole capisce, e chi conosce la grammatica umana perché la pratica coglie subito la presenza di una persona che vuole essere un uomo in mezzo agli altri, un fratello, e discerne cosa questo papa ha dentro il cuore.Il 20 marzo, su La Repubblica, appare un altro articolo: Servire con amore. Commentando la celebrazione di insediamento (19 marzo) sottolinea:
Il momento della scambio della pace sottolinea poi una novità assoluta per queste celebrazioni di inizio pontificato: il vescovo di Roma Francesco abbraccia il vescovo di Costantinopoli Bartholomeos, ed è la prima volta dalla divisione del 1054 che un patriarca ecumenico presenzia all’eucaristia di inaugurazione del ministero petrino. Non un gesto di cortesia ecumenica, non un atto dovuto, ma il segno che nelle chiese sorelle d’oriente i segni e le parole poste da Francesco in questa settimana di pontificato sono stati colti come opportunità inedite per proseguire risolutamente nel cammino verso l’unità visibile dei cristiani, un’unità che non è da reinventare ma soltanto da riscoprire, da riprendere là dove si era smarrita, da rivitalizzare attraverso quell’amore che è più forte di ogni divisione. Il patriarca ecumenico Bartholomeos e il papa Francesco sono due uomini, due cristiani, due pastori che credono all’amore, sanno sperare contro ogni speranza, vogliono esercitarsi nella fiducia e quindi infondere fiducia in tutti gli uomini.Dopo quasi una settimana di silenzio, ecco tornare il commento di Bianchi, il 24 marzo, per La Stampa: Le voci diverse di una sola chiesa. L'occasione è storica: l'incontro tra due Papi a Castel Gandolfo, occasione che Bianchi commenta per evidenziare lo spazio che c'è, nella Chiesa, per diverse espressioni dell'unica fede.
Il nostro autore torna infine a scrivere, il 28 marzo, questa volta su La Repubblica, spiegando il significato del gesto liturgico della Lavanda dei piedi con l'articolo Quel Papa che lava i piedi.
LE CRITICHE DI CONNIVENZA
Come per Ratzinger che, appena arrivato al soglio pontificio, è stato accusato di connivenza con il regime nazista, così anche per Bergoglio sono arrivate velocissime le notizie che lo accusano di essere stato complice di Videla, delatore di alcuni confratelli, connivente con le mani sporche del sangue dei desaparecidos. Ne parla una scrittrice come Michela Murgia (Sorprese dalla fine del mondo) e ne da risposta esauriente il sociologo Introvigne (La macchina del fango contro Papa Francesco). Vale tuttavia la pena seguire più ampiamente l'intervento di un docente di storia dell'America Latina Loris Zanatta pubblicato dal sito della sua casa editrice Laterza: Il Papa, il fango e i fantasmi argentini.
Appena il tempo di diventare Papa, e già spunta il fango che vuole lordarne l’abito. Jorge Mario Bergoglio, vuole l’accusa, collaborò con la famigerata giunta Videla. Quella che prese il potere nel 1976 in Argentina e diffuse nel mondo la triste parola desaparecido. O se non collaborò, ammiccò. E se non ammiccò, tacque. I social network impazzano e i grandi accusatori sono già star: dagli al Papa.(...) ci sono i ricordi di chi Bergoglio lo frequentò allora. Dal Nobel Pérez de Esquivel alla ex ministra Fernández Meijide. Entrambi poco teneri con la Chiesa dell’epoca, scagionano l’attuale Papa. Non solo: ciò che gli si imputa, dicono, ossia l’abbandono di due sacerdoti nelle grinfie del regime, non corrisponde al vero.MESSORI e MANCUSO
Due scrittori per molti versi opposti, Vittorio Messori e Vito Mancuso non hanno fatto mancare il loro commento all'elezione del Papa Francesco. Messori evidenzia la scelta "geopolitica" che ci sarebbe dietro questa scelta: riconquistare l'America Latina e riformare la curia.
L'ELENCO DEI PRINCIPALI ARTICOLI DEDICATI A PAPA FRANCESCO nel mese di marzo
di
ENZO BIANCHI
Avvenire, 15 marzo 2012
Vedi
anche: Il vangelo radicale. L'elezione di Papa Francesco vista
da Enzo Bianchi http://www.michelamurgia.com/cultura/melting-pop/791-bergoglio-e-pregiudizio
di Sandro Magister http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350465
Breve dizionario di papa
Francesco. Estratti dalle sue omelie
più recenti
Vedi anche: Il Vangelo nei segni di papa
Francesco15-03-2013
Nel nome una missione (Mancuso)
di Vito Mancuso, da Repubblica, 14 marzo 2013
Di
Bruno Forte, IL SOLE 24 ORE 20.3.13
di
Enzo Bianchi, La Stampa, 17
marzo 2013
di
Gianfranco Ravasi IL
SOLE 24 ORE
17.3.13
di
Walter Veltroni, Corriere della Sera, 17.3.13
di
Vittorio Messori Corriere della Sera, 14.3.13
di Enzo Bianchi, La Stampa, 24 marzo 2013
di Sandro
Magister
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