“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Come mantiene Gesù questa promessa? Come è possibile per lui rendersi presente sempre e ovunque?
La risposta l’abbiamo proprio dalla solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo presente nel pane e nel vino offerti e celebrati in ogni Eucaristia (e dunque in ogni tempo e in ogni luogo).
Gesù con l’ultima cena inventa qualcosa di geniale: trasforma il rito della Pasqua e prende gli elementi più semplici e comuni di questa, il pane e il vino, per rendersi perennemente presente.
L’Eucaristia ha molteplici significati e aspetti che possono essere messi in rilievo e che sono tra loro strettamente intrecciati:
- è un BANCHETTO, una cena a cui sono invitati tutti i familiari stretti, chiamati a condividere nella gioia un pasto che unisca fraternità, comunione, cibo spirituale.
- E’ CIBO spirituale: non viviamo solo alimentando il nostro corpo. Siamo vivi solo apparentemente se non alimentiamo anche la nostra dimensione spirituale che ha bisogno di amicizia, affetto, relazioni… E tutto questo è donato in primo luogo da una comunità unita e da un Dio che è principio e strumento per costituirci comunità d’amore.
- E’ CORPO e SANGUE di CRISTO, presente realmente (anche se non fisicamente) nel pane e vino consacrati e trasformati dallo Spirito Santo. Ciò indica il desiderio di Gesù di essere concretamente parte di noi, di entrare dentro di noi trasformandoci in tabernacoli della sua presenza e così agire con lui, trasformati sempre di più a sua immagine e somiglianza.
- E’ COMUNIONE: strumento di fraternità che ci chiama a condividere il Padre nostro e il Pane nostro, un pane comune che non deve mancare a nessuno e che richiede la riconciliazione continua tra noi, il perdono fraterno, la carità concreta, pena il mangiare indegnamente quel pane (e rischiare, come dice Gesù, di dare perle ai porci). Per questo dobbiamo continuamente convergere verso quel solo corpo che è la sua Chiesa e celebrarlo in comunione con essa.
- E’ MEMORIALE, cioè strumento che rende presente Gesù, che rinnova il suo sacrificio d’amore.
- E’ EUCARISTIA, cioè rendimento di grazie, preghiera di lode che ci rimanda al Dio da cui tutto proviene e a cui tutto deve convergere.
- l’Eucaristia è SACRIFICIO DI COMUNIONE che sigilla l’ALLEANZA tra Dio e il suo popolo per mezzo del Figlio suo che ha rotto ogni muro di separazione che vi era frammezzo. Così come Mosè, per sigillare il patto tra Dio, datore della legge, e il popolo fa sacrificare dei giovenchi e versa il loro sangue metà sull’altare e metà aspergendolo in mezzo al popolo che aderisce solennemente al patto stipulato da Dio, così Gesù verserà il suo sangue per “la nuova ed eterna alleanza, in remissione dei peccati” che ci impediscono di aderire al patto d’amore rinnovato e reso definitivo da Dio.
- L’Eucaristia supera l’antica alleanza e gli antichi riti: Gesù è entrato, una volta per sempre, nel vero santuario, quello costruito da Dio stesso, come vero sommo sacerdote, senza bisogno di purificarsi, per donarci la “redenzione eterna”, cioè la possibilità di liberarci dai peccati e vivere in comunione con Dio e con gli uomini. Cristo ha offerto sé stesso, unico sacrificio gradito a Dio. Il suo sangue, ben più importante e potente di quello degli animali, garantisce per sempre la volontà di Dio di essere nostro alleato e difensore-redentore.
- Nel giorno in cui si immolavano gli agnelli per la Pasqua, racconta l’evangelista Marco, Gesù si prepara ad immolarsi per noi celebrando il banchetto con i suoi discepoli nel quale stipulerà in eterno tale alleanza lasciandoci l’incarico di rinnovare sempre quanto da lui fatto e detto per rendere attuale tale alleanza segnata dalla sua presenza.
- Il pane viene da lui benedetto e spezzato, così come farà con il suo vero corpo, benedetto dal Padre e donato-spezzato per tutti noi, e con il suo sangue, versato per la nuova ed eterna alleanza, nella consapevolezza di quanto sia doloroso e difficile accettare quel che lo aspetta, ma certo nella speranza di poter tornare a far festa con i suoi amici nel regno di Dio, suo e nostro Padre.
- A noi accettare questa offerta, renderci degni con la nostra adesione, senza temere che, usciti dal cenacolo ci possa anche a noi attendere una tappa dolorosa e difficile nel monte degli ulivi, ultima tappa a dividerci dal Paradiso.
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