«Ci lamentiamo sempre, ma ce la passiamo piuttosto bene», ci spiega il sociologo Enrico Finzi. Il segreto? Le nostre radici cristiane. L’arte di coltivare piccoli e grandi piaceri.
Italiani, una notizia. Di più, una buona notizia: «La felicità è di questo mondo» e, a quanto pare, soprattutto per noi. Lo afferma la ricerca pubblicata da Enrico Finzi, con il titolo Come siamo felici. L’arte di godersi la vita che il mondo ci invidia (Sperling&Kupfer).
«Tutte le ricerche», dice Finzi, «mostrano che il 70 per cento degli italiani è scontento. La gente dice che la vita è peggiorata, il Paese va a picco e così via. Se uno studia con attenzione, però, scopre che gli italiani sono spesso capaci di trovare soddisfazione esistenziale nelle pieghe della vita. C’è infelicità pubblica ma poi il 39 per cento si dichiara molto felice e il 20 per cento discretamente felice. Siamo ben oltre la maggioranza, come si vede».
Enrico Finzi chiama "comportamenti felicitanti" «quelle attività che contribuiscono a dare appagamento agli italiani»: ne elenca 47. Eccone alcuni.
Chiacchierare - È un’arte tipicamente italiana, uno degli strumenti chiave per costruire, mantenere e spesso rinforzare quel mondo di relazioni "calde" che sono per molti il pilastro portante della felicità individuale e sociale.
Stare con gli altri - Coloro che vivono soli hanno il 30 per cento di probabilità in meno della media di dichiararsi felici. Anche coloro che hanno liberamente scelto di restare single non risultano più felici della media, malgrado elenchino i numerosi vantaggi della loro condizione.
Essere cordiali - Non parliamo di buona educazione e cortesia, che pure l’84 per cento degli adulti giudica importanti. Ciò che è davvero "felicitante" è la cordialità, quel di più di calore che contribuisce a incrementare la soddisfazione esistenziale.
Amare il proprio corpo - Il grande aumento dell’attenzione riservata alla cura del proprio corpo non è affatto – come si crede – garanzia di felicità: anzi, se diventa ossessiva è causa o conseguenza d’una rilevante insoddisfazione. Si dichiarano, infatti, più felici della media coloro che si accettano come sono; cercano di migliorarsi, ma moderatamente, riducendo o nascondendo i propri difetti, specialmente valorizzando i propri punti di forza (tramite l’acconciatura, il trucco, pochi cosmetici essenziali, la cura moderata di sé, l’abbigliamento, gli accessori).
Coltivare l’amore - Nel Bel Paese domina la cultura dell’amore romantico, passionale; quello che ti coinvolge e travolge all’inizio, nella fase dell’innamoramento e quello, quasi sempre successivo, meno acuto ma più profondo, che – dice il 68 per cento degli adulti – diviene più sereno e più ricco d’esperienze comuni, di complicità, di reciproca protezione.
Avere e allevare figli - Avere figli è fonte di felicità, anzitutto perché è un investimento sul futuro non a breve/medio termine. Coloro che hanno figli si dichiarano più felici della media.
Staccare spesso - L’arte italiana del vivere bene è fatta anche dalle pause quotidiane. Si definiscono assai più felici della media proprio quei cittadini che fanno almeno due pause al giorno.
Godersi il telefonino - Da quando è entrato nella vita delle persone, l’ha cambiata, prevalentemente in meglio: il 73 per cento di chi lo possiede lo giudica assai utile, mentre solo il 28 per cento soffre di maggiore dipendenza o addirittura di schiavitù. Gli italiani felici, per un terzo odiano o non amano il cellulare, perché toglie serenità e autonomia: ma quasi due terzi lo reputano uno strumento positivo in quanto può divenire, se usato con intelligenza, una specie di "protesi" delle relazioni.
Uscire di casa - La felicità è maggiore tra chi esce di casa di più e più a lungo. Gli italiani più appagati sono quelli che più usano per i loro spostamenti l’andare a piedi (o addirittura di corsa), la bicicletta, il ciclomotore, lo scooter o la moto, il tram, la metropolitana, la barca o il traghetto; l’opposto vale per l’auto, il camion, l’autobus e il taxi.
Fare la spesa - Sono pochi gli italiani che non vanno mai a fare la spesa o lo shopping. Il 56 per cento considera questa attività nell’insieme piacevole, anche se spesso coatta; al di sopra della media le donne e i 15-44enni. Ma che cosa risulta positivo in queste esperienze? Non tanto gli acquisti in sé, quanto l’uscire di casa, il vedere gente e il decidere qualcosa.
Mangiare e bere... con moderazione - Gli italiani, per antica tradizione sociale e familiare, identificano il mangiare con la felicità (nel 55 per cento dei casi), ma – ecco una novità recente – identificano questa felicità con il mangiare "bene", cioè in maniera sana ed equilibrata.
Esporsi con prudenza ai media - Il più "felicitante" dei mezzi di comunicazione è la radio, perché non è intrusiva, suggerisce e non descrive tutto; è dialogica e allegra. Seguono, nell’ordine, navigare in Internet e lettura dei quotidiani.
Un libro per amico - Leggere libri è una delle attività che più contribuiscono alla soddisfazione esistenziale degli italiani che la praticano.
Fare del bene - Che fare il bene faccia bene a chi lo fa è dimostrato da varie ricerche. Proprio quel 48 per cento degli italiani che si impegna nella solidarietà in vario modo risulta più felice rispetto all’altra metà, quella con il "cuore freddo".
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