sabato 22 settembre 2012

IL SABATO SANTO

(…) I vangeli tacciono su questo “grande sabato”: il racconto della passione di Gesù si arresta alla sera del venerdì, all’apparire delle prime luci del sabato e riprende solo con l’alba del primo giorno della settimana, il terzo giorno, appunto. Giorno vuoto, dunque? Nella tradizione cristiana occidentale, il sabato santo è l’unico giorno senza celebrazione eucaristica, l’unico “aliturgico”, senza celebrazioni particolari: tacciono le campane, non ci sono fiammelle accese nelle chiese spoglie, né canti… Anche la preghiera dei cristiani si fa silenziosa ed è carica soprattutto di attesa. Sappiamo bene che la Pasqua è un evento avvenuto ephápax , “una volta per tutte” (…). E tuttavia siamo chiamati a vivere questo giorno cogliendone il messaggio proprio: (…) Sabato santo, giorno dopo la morte, tempo in cui davanti ai discepoli c’era solo la fine della speranza, l’insopportabile dolore, la lacerazione di una separazione definitiva, di una ferita mortale: Dov’è Dio? E’ questa la muta domanda del sabato santo. (…) Nell’ora della croce Dio non è intervenuto, a tal punto che Gesù si è sentito abbandonato da lui e glielo ha gridato: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34). Un giorno intero passa e non c’è intervento di Dio… Eppure Dio non ha abbandonato Gesù: se l’abbandono appare l’amara verità per i discepoli, Dio in realtà ha già chiamato a sé Gesù, anzi, lo ha già risuscitato nel suo Spirito santo e Gesù vivente è agli inferi ad annunciare anche là la liberazione. “Discese agli inferi” confessiamo nel Credo. Ecco ciò che nel nascondimento avviene al sabato santo: giorno in cui il Padre attraverso di lui porta negli inferi la salvezza. (…) Enzo Bianchi (Dare senso al tempo, Quiqajon, 2003)

Gesù è sceso laddove secondo la tradizione ebraica c’erano le ombre dei morti, coloro che l’avevano preceduto ma non erano entrati in Paradiso perché il Paradiso era serrato dopo la cacciata di Adamo. Cristo, morendo, ha riaperto il Paradiso ed è sceso agli inferi: ha preso per mano i progenitori Adamo ed Eva, e poi tutti i patriarchi e tutti i giusti che, pur essendo stati giusti, non avevano potuto entrare nel Paradiso perché chiuso, Paradiso che invece la morte di Cristo ha riaperto.
L’ICONA della Discesa agli inferi
Scuola di Novgorod
XV secolo
Il centro di questa icona è la figura del Cristo Risorto vestito di luce. Il Figlio di Dio, è raffigurato nell'atto di scendere (lembo svolazzante del manto) nelle fondamenta della terra, negli inferi, le cui porte erano chiuse per non permettere a nessuno di uscire di là. Sotto i suoi piedi si vedono le porte degli inferi spezzate in due, le serrature sono rotte, tutti i frammenti si possono contare sull'icona e simbolizzano la devastante catastrofe che è si è abbattuta sull'inferno. La Croce che Cristo ha nella mano sinistra è simbolo della vittoria sulla morte. Inginocchiati ai suoi due lati, vediamo Adamo (alla sua destra) ed Eva (alla sua sinistra) vestita di rosso, simbolo dell'umanità. Eva ha le mani coperte insegno di adorazione. Il Signore prende per il polso Adamo per portarlo via dall'inferno insieme ad Eva e agli altri personaggi. Egli ha pagato il debito di Adamo e ha redento l'umanità intera dalla colpa del peccato originale. Dietro Adamo scorgiamo alcuni personaggi: Davide ed il figlio Salomone, vestiti con abiti regali e più dietro Giovanni Battista e Daniele. Dietro Eva, invece, sono Mosè, con le tavole della legge tra le mani, poi Isaia con gli altri profeti che attendevano la liberazione definitiva.

Nessun commento:

Posta un commento