di Silvio Brachetta
Sembra quasi che, sulla questione del giudizio, dalla Sacra Scrittura provengano due richieste di Dio all’uomo, opposte tra loro. Nel Discorso della montagna, Gesù Cristo dissuade dall’appropriasi di un giudizio che appartiene solo a lui: «Non giudicate per non essere giudicati» (Mt 7, 1). E spiega anche il perché: poiché voi uomini - dice il Signore - «col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati» (Mt 7, 2). Che il giudizio espresso nel Discorso della montagna appartenga solo a Dio, lo dice ancora Gesù, come riporta l’Evangelista San Giovanni: «Io sono venuto in questo mondo per un giudizio, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi» (Gv 9, 39). Anche San Paolo, nella lettera ai Romani (2, 1), ripete il medesimo concetto che Gesù espresse sulla montagna: «Perciò chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose».